Sara Curtis e Alessandro Ragaini sono le due nuove stelle del mondo del nuoto italiano, entrambi giovanissimi ed entrambi qualificati per i Giochi Olimpici di Parigi. Pronti a mettersi in gioco e a migliorarsi sempre di più, rappresentano a pieno il nuovo movimento giovanile dello sport italiano.
Abbiamo avuto il piacere di scambiare due parole con loro durante l’International Alpha Cup, l’evento organizzato dalla società milanese Aqua Alpha, che ha visto protagonisti diversi big del nuoto italiano e che si è disputato nella modernissima cornice della piscina Bocconi di Milano.
SARA CURTIS: LA STILELIBERISTA PIÙ VELOCE D’ITALIA
Con lo strepitoso 24″56 nuotato nella vasca di Riccione lo scorso marzo, Sara Curtis – cuneese classe 2006 – è diventata di fatto la stile liberista più veloce d’Italia, con un tempo che le vale il nuovo Record italiano tra le migliori 20 al mondo, non male se si considera che ha solo 17 anni!
A Parigi, sarà la più giovane tra le azzurre presenti ai Giochi Olimpici e sicuramente una tra le più determinate. Del resto, i risultati ottenuti non possono che raccontare diversamente: dopo i Campionati Assoluti che l’hanno vista in grande spolvero, ecco un’altra grande prestazione ai Criteria Giovanili di Riccione, dove ha siglato il Record Italiano Assoluto e Record Mondiale Juniores nei 50 dorso con il tempo di 26’’08.
Se lo stile libero è la Gara di Sara Curtis, quella che la vedrà gareggiare sul palcoscenico più ambito, anche il dorso sembra proprio non scherzare. La velocità pura, nella quale sprigiona un misto di eleganza e potenza, è il suo talento e non importa se sia a pancia in su o in giù!
Del resto, la sua carriera inizia proprio a pancia in su, come ci racconta lei:
“Dorso lo facevo da piccola ma poi ho deciso di metterlo da parte. Quest’anno ne sentivo la mancanza, quindi ho provato a riprenderlo.
Nel futuro mi piacerebbe continuare a fare le gare a dorso ma provare anche qualcosa a delfino… chissà!”
E dunque, tempi alla mano, se prendiamo la tabella dei Record Italiani Assoluti, il primo nome che compare è proprio quello della Curtis che, con un sorriso grande e caloroso a cui già ci ha abituati, non nasconde l’emozione che “ancora adesso, a più di un mese e mezzo di distanza, è molto forte”.
La determinazione è tanta e l’entusiasmo è palpabile: sensazioni che fanno bene anche a noi che la guardiamo dai divani di casa. Ci fa capire cosa voglia dire essere veramente appassionati a qualcosa e mettercela tutta per arrivare sempre più in alto, con costanza e determinazione.
E chiari sono anche gli obiettivi: Record Italiano e pass olimpico, era quanto aveva condiviso con Marco Menchinelli, responsabile tecnico delle Nazionali giovanili:
“Questi obiettivi li sapeva solo Marco Menchinelli quando a dicembre è venuto a Cuneo per qualche allenamento e tra l’altro non era un periodo bellissimo della mia vita. È stato il momento in cui lui mi ha dato proprio una spinta, mi ha fatto dei discorsi che mi hanno spronata.
Raggiungere questi obiettivi è davvero allucinante…
E così, da una piscina del cuneese – il Centro Sportivo Roero – è nata una stella. Una realtà piccola quella della Curtis, familiare e unita, come racconta ai nostri microfoni:
“È una squadra molto piccola, mi alleno a Savigliano e due volte a settimana a Cuneo. È una squadra molto giovane, a nuotare con me ci sono anche ragazzi di quattro anni più piccoli di me, sono molto bravi e facciamo gruppo, quindi l’età poco importa!
Poi, in realtà, anche in allenamento e durante il riscaldamento mi piace concentrarmi, poi in doccia con le mie compagne ridiamo e scherziamo… è un ambiente molto nel chill!”
E alla fine, scherza e ride su alcuni piccoli rituali scaramantici che l’accompagnano – come tutti del resto – nel suo pre gara:
“Devo mettere sempre dei calzini strani e se possibile anche spaiati.
Ma soprattutto il giorno del primo riscaldamento – che sia un Assoluto, un Europeo, un Meeting o qualsiasi altra cosa – devo dare la mia collana con il ciondolo dell’Africa a Thomas, il mio allenatore… gliel’ho data anni fa ad un Criteria ed è andato benissimo, da lì sono convinta che le gare vadano bene per quello e lo faccio sempre. Inoltre mia mamma è molto religiosa, prima delle gare prega tantissimo per me, so che in qualche modo quella fede che ha lei mi aiuta.”
Ma cosa fa Sara quando non nuota? Frequenta una classe di appena nove persone (otto ragazze e un solo ragazzo) all’Istituto Tecnico Economico e Turistico, in cui si trova molto bene. La giovane Curtis afferma che “il rapporto con la scuola è una sorta di amore e odio, studiare mi piace, tranne tedesco ed economia, che purtroppo sono anche materie d’indirizzo…” dice ridendo.
Fortunatamente la scuola che frequenta la aiuta e capisce i suoi impegni “extra scolastici”, cercando di sostenerla e agevolarla. Dopo la Maturità vorrebbe continuare a studiare, probabilmente psicologia o scienze motorie, ma comunque ha ancora un altro anno davanti a sé per schiarirsi le idee.
È una ragazza come tante ma allo stesso tempo rappresenta un modello per tanti ragazzi, un vero e proprio punto di riferimento da cui prendere ispirazione per ricordarsi di dare sempre il massimo e credere in sé stessi. Nulla è impossibile se lo si crede veramente.
ALESSANDRO RAGAINI: IL DUECENTISTA CHE INCANTA
Era l’8 marzo quando Sara Curtis conquistava il suo pass olimpico e, pochi minuti dopo, anche un ragazzo incantava la vasca di Riccione: Alessandro Ragaini. Lo avevamo conosciuto poche settimane prima ai Campionati del Mondo di Doha, quando aveva preso parte alla staffetta 4×200 stile libero maschile.
Per molti, un nome pressoché sconosciuto, specie se non si bazzica troppo tra i risultati giovanili anche se, proprio con la Nazionale juniores, lo stile liberista marchigiano – anche lui del 2006 come la Curtis – aveva già ottenuto importanti risultati.
E così, nella vasca di Riccione i 200 stile libero offrono uno spettacolare testa a testa tra Ragaini e Filippo Megli, primatista italiano della distanza che chiude secondo e che vede traballare il suo Record nazionale, sfiorato dal rivale nella gara che gli regala il pass olimpico.
Andare alle Olimpiadi è il sogno di tutti i nuotatori, dai più piccoli ai più grandi. Questo sogno Alessandro lo ha raggiunto e ancora fatica a crederci:
“L’emozione è tanta, una qualifica ad un’Olimpiade, soprattutto a questa età non è scontata, anzi è inaspettata… è il sogno di ogni atleta, è la competizione a più alto livello che ci sia, io sono molto contento di partecipare e ho molta voglia di gareggiare e dare il meglio che posso” ci racconta sorridendo, forse ancora un po’ incredulo ed emozionato.
Quando gli chiediamo chi sia il suo idolo, a chi si ispiri, ci sorprende e ci confessa di essere un po’ “fuori dal comune”: non ha un idolo solo, tutti i nuotatori più grandi di lui lo sono, in un modo o nell’altro:
“Non ho un singolo idolo o una persona in particolare che guardo, mi ispiro a tutti i nuotatori più grandi di me, loro hanno più esperienza… cerco di seguire le loro orme sperando mi portino sulla giusta via.”
Anche se ha già raggiunto degli enormi successi, è un ragazzo con la testa sulle spalle, consapevole delle sue capacità e delle sue potenzialità, un modello di riferimento per la sua costanza e il suo impegno.
Anche Alessandro frequenta ancora le scuole superiori. È spesso difficile conciliare Scuola e Sport, soprattutto se si tratta di uno sport ad alto livello che occupa varie ore nella giornata oltre che fatica e sacrifici. Alessandro i sacrifici li conosce bene, ma conosce altrettanto bene il valore dell’istruzione.
“Frequento il quarto anno di biotecnologie sanitarie al Galilei di Jesi, la scuola è molto importante, credo che oltre all’impegno nello sport si debba mettere impegno anche nello studio, infatti quando torno a casa da allenamento mi metto a studiare. Fortunatamente non ho problemi con la scuola o con i compagni, i professori mi aiutano e sono facilitato.”
Alessandro rappresenta il simbolo di un movimento giovanile che si fa sempre più forte e più importante, un movimento che non vediamo l’ora di vedere fino a dove arriverà.
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