Un anno fa annuncia il suo ritorno alle competizioni, oggi è più determinata che mai. La fuoriclasse statunitense Dana Vollmer fa della maternità una sfida e ora punta alle Olimpiadi di Tokyo. Che traguardi sarà in grado di tagliare? E Dana non è nemmeno l’unica di queste coraggiose “mamme in missione”.

Il mese di aprile si apre con una lieta notizia: Michael Phelps ha annunciato che a breve diventerà padre per la terza volta. Un nuovo frazionista della staffetta a stelle e strisce per le Olimpiadi del 2036 è in arrivo!

Che si tratti del più grande di sempre e non, è sempre un piacere seguire le vicende di ha lasciato il segno in questo sport, dopo aver appeso gli occhialini al chiodo, campioni sia nel nuoto che nella vita.

E in particolare, c’è chi ha fatto della maternità una sfida.

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Un matrimonio e due figli sotto i quattro anni non fermano Dana Vollmer dai suoi sogni olimpici. La fuoriclasse statunitense si sta allenando per competere a Tokyo tra un anno.


Chi è Dana Vollmer

Molto probabilmente, qualunque spettatore dei Trials americani per selezionare la spedizione alle olimpiadi australiane, avrebbe detto “sentiremo parlare di lei” riferendosi a Dana, in quanto, in quell’occasione, aveva solo dodici anni.

La sua effettiva carriera olimpica inizia all’edizione di Atene 2004, dove ha vinto l’oro nella 4×200 stile libero insieme alle compagne statunitensi.

Il primo successo individuale arriva nel 2012: Dana Vollmer è la prima donna di sempre a scendere sotto i 56 secondi – stampa un 55”98 dominando la finale olimpica – e, insieme all’oro individuale e al record mondiale, mette in cassaforte anche un oro nella 4×200 stile libero (con record olimpico) e nella 4×100 misti (con record mondiale).


Il ritorno

Il primo bambino, Arlen, arriva nel marzo 2015. L’estate successiva sfida tempo e logica e torna straordinariamente ai blocchetti di partenza a rappresentare al meglio la sua nazione, dove ha ottenuto la medaglia di bronzo individuale nei suoi 100 farfalla (56”63), salendo su un podio che raccoglie tre generazioni di nuotatrici, con la mattatrice Sarah Sjoestrom e la Millennial Penny Oleksiak.

Dana si mette altre due medaglie al collo grazie all’argento nella 4×100 stile e l’oro nella 4×100 mista: Dana passa così alla storia come prima mamma-nuotatrice a vincere un oro internazionale.

Chiunque avrebbe pensato di ritirarsi dopo un palmarès di cinque ori olimpici, quattro iridati, un record del mondo individuale e, in tutto questo, anche un matrimonio e due figli.


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Ma non Dana, che stupisce il mondo del nuoto mondiale con il suo duplice ritorno dopo aver dato alla luce Ryker, il quattro luglio 2017.

Un curioso aneddoto riguarda la sua seconda gravidanza: il richiamo dell’acqua è stato talmente forte, che gareggia… incinta di sei mesi!

Per l’occasione, rende pubblico il sesso del nascituro tramite il colore del costumone. Verde per un maschio, rosa per una femmina.

Ha concluso i 50 stile con il tempo di 27”59, e dopo questa gara cala il sipario… per poi riaprilo sei mesi dopo il parto.

Durante una manifestazione in Texas, a poche settimane dall’annuncio del suo ritorno, nuota i 50 stile in 26”3 e i 50 farfalla in 27”5, riscontri cronometrici lontani dalle sue prestazioni migliori, ma un buon punto di partenza.

“Sono pronta a ritornare” scrive in un suo post su Instagram, confidando in questa buona partenza “perché so che il mio corpo può nuotare molto più velocemente di così” aggiunge.


Il progetto, le ambizioni

Dana Vollmer si professa “mamma in missione”. Non è da tutti conciliare doppi allenamenti mattutini, sedute di palestra ed estenuanti allenamenti, con la cura dei propri bambini.

Fortunatamente, Dana può contare sull’aiuto del marito, del suo staff in vasca e in palestra, ma soprattutto di un’alleata che l’ha resa grande per tutti questi anni: la mente.

Particolarmente significativo è un suo post pubblicato pochi giorni prima di una gara.

“Si dice che le competizioni siano al 90% mentali” recitano così le sue parole, “E sono arrivata a credere che l’attitudine mentale può determinare il successo o il fallimento di una prestazione.

“E ho imparato che è possibile allenarsi in un clima mentale positivo che ti aiuterà ad esprimerti al meglio.”

Successivamente descrive una sessione d’allenamento di preparazione alla gara, in cui ammette che i cattivi pensieri hanno avuto la meglio – “Non sono ancora in forma per competere con le altre”, “E se alla fine sarò troppo esausta?”, – e non hanno aiutato a tirare fuori il meglio di se stessa.

Poi è riuscita a trovare la giusta carica, e ha sostituito le precedenti frasi con mantra positivi: “Darò il 100% di quel che ho, ed è tutto ciò che è ragionevole chiedere; sarò orgogliosa di me e del mio corpo se riuscirò a gareggiare al meglio delle mie possibilità.”

Dana conclude il suo discorso dicendo di aver realizzato quanto effettivamente ami gareggiare e rendersi conto delle proprie possibilità grazie all’allenamento.

E infatti non si smentisce quando, in North Carolina, gareggia per la prima volta dopo due anni sui suoi 100 farfalla – e da precisare, quindici mesi dopo aver avuto il suo secondo figlio – nuotati in 59.9 in batteria, conquistando l’accesso in finale con il quarto tempo, per arrivare a migliorare ulteriormente in 59.3 al pomeriggio.

In merito a questo riscontro cronometrico, Dana si esprime dicendo di sentirsi bene in acqua e di voler ancora migliorare: un ottimo trampolino di lancio in vista di Tokyo 2020.

La sua determinazione e la sua dedizione al duro lavoro sono state talmente motivanti da coinvolgere anche un’altra ex-stella del delfino e dello stile libero continentale e mondiale. Jeanette Ottesen, ferma ai box per la nascita della graziosa Billie, ha recentemente ripreso a nuotare.

L’obiettivo è aggiudicarsi la sua quinta Olimpiade e collezionare altri successi in carriera, coronata già da due ori iridati (nei 100 stile libero nel 2011, nei 50 farfalla nel 2013) e svariati podi nelle manifestazioni intercontinentali di vasca corta.

Lei e Dana Vollmer, insieme, hanno svolto allenamenti congiunti in Danimarca spronandosi a vicenda e, durante i giorni di riposo, hanno organizzato uscite con la famiglia per far divertire i piccoli: ecco il vero significato del termine di “mamme in missione!”

I risultati non sono tardati ad arrivare neanche per Jeanette Ottesen, che è stata capace di vincere i 50 farfalla ai campionati danesi invernali e di piazzarsi al secondo posto nei 100 farfalla (dove ultimamente ha stampato un 59 in vasca lunga) e nei 50 stile libero.

Dana continua a stupirci. Recentemente, ha aggiunto al suo programma anche allenamenti in oceano e, per l’occasione, ha portato tutta la sua famiglia in Tasmania, dove è stata in seguito raggiunta dalla stessa Jeanette.

Ne vedremo delle belle, dunque, nei 100 farfalla a Tokyo. Le blasonate mamme-campionesse lanciano la sfida in cerca di nuove glorie, e dietro non stanno a guardare: anzi!

SITOGRAFIA:
danavollmer.com/


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Profilo Autore

Sofia
Sofia
Studentessa di Chimica, nuotatrice agonista, aspirante scrittrice: non necessariamente in quest’ordine. Forse l’unica nuotatrice al mondo che trova divertenti i 200 farfalla, ma le sue gare preferite in assoluto sono i 100 farfalla e i 100 stile. Membro della redazione, il suo compito? Raccontare storie di cloro sul mondo natatorio e le sue dinamiche per affascinare i meno appassionati, per strappare un sorriso dopo la stanchezza di fine allenamento o, semplicemente, per far battere il cuore agli atleti della community e farli innamorare del nuoto come la prima volta.