La storia nella storia: che Alessandro Miressi fosse già nella storia del nuoto italiano e internazionale non era una novità. Un argento e un bronzo olimpico; un oro, due argenti e un bronzo mondiali. Questo il palmarès del califfo della velocità torinese che, a 25 anni, è il perno imprescindibile delle staffette italiane, ormai da diversi anni sui podi internazionali.

Mancava il sigillo individuale, quel titolo che accostato a quelli già collezionati ti fa entrare nell’élite del nuoto internazionale, un salto di qualità da brividi sulla pelle e lacrime.

All’Aspire Dome di Doha, questa sera, Alessandro Miressi ha fatto il suo salto: argento nei 100 stile libero, alle spalle del neoprimatista mondiale Zahnle Pan.


La gara

Lo aveva promesso, che ci avrebbe ragionato su questa gara. Lo aveva preannunciato, che avrebbe dato tutto se stesso in una battaglia per niente facile: per partire come uno dei favoriti, in corsia 5, con accanto il neoprimatista del mondo che vale un pesantissimo sub-47″ bisogna avere dei nervi di ferro.

50 racconti sul nuoto: il libro di nuotounostiledivita

Eppure, nella testa di Alessandro Miressi non c’è spazio per nessun timore o dubbio. L’occasione è troppo ghiotta per farsela scappare: manca solo quel podio individuale tanto bramato per sugellare definitivamente Miressi come punta di diamante della velocità azzurra.

Miressi affronta la gara con la sua solita lucidità e giocando di strategia. Come dichiara ai microfoni di Rai 2,

“Ci ho ragionato, ho cercato di non strappare subito, di stare lì con lui [Zahnle Pan, nda] e di risalire piano piano.”

La virata di metà gara vede passare in testa, come da pronostico, il cinese Pan a 22″55, a seguire il magiaro Nemeth a 22″66 e lo statunitense King a 22″67 che tenta di fare il colpaccio dalla corsia laterale.

Niente paura, però, per Miressi che transita a 22″82, nuotando un primo 50 cercando di stare con gli altri ma senza strafare. Dopo la subacquea apre il gas e va all’attacco degli avversari ma soprattutto di Pan, inanellando una scatenata rimonta delle sue. Alla progressione di Miressi corrisponde il calo di Pan, che molto probabilmente non è stato in grado di reggere la tensione e non ha saputo ripetere la prestazione del primo giorno che lo ha portato a infrangere il record mondiale.

Miressi si piazza secondo a soli 19 centesimi dalla medaglia d’oro, conquistando un bellissimo argento che scintilla e che tinge piacevolmente d’azzurro questo pomeriggio di finali.

Per lui è la prima medaglia individuale a un campionato mondiale in vasca lunga ed è il terzo italiano di sempre a salire sul podio nella gara regina, ben 33 anni dopo il bronzo di Giorgio Lamberti a Pert e 17 anni dopo il secondo oro conquistato da Filippo Magnini a Melbourne.

Nonostante sia arrivato a pochissimo dall’oro, Miressi racconta le emozioni che ha provato:

“Sono felicissimo di questa medaglia, è la mia prima medaglia individuale a livello mondiale. Se dobbiamo guardare al tempo non sono soddisfatto, però siamo a febbraio dopo un mese di lavoro dopo le vacanze; ogni volta che sono sceso in acqua ho sempre fatto sotto i 48”. Vuol dire che sto bene e che devo solamente continuare a credre in me stesso per puntare a qualcosa di più grande.

In quella medaglia d’argento c’è tanto: sforzi, sacrifici e la consapevolezza di diventare sempre più forte. Commenta così l’aver conquistato finalmente questo podio:

Ci sono anche io tra i migliori centisti al mond in questo momento, quindi… ce la posso fare. Adesso ci sono 4 mesi di duro lavoro quindi adesso bisogna puntare in grande.

Il podio:

  1. Zahnle Pan (CHN): 47″53
  2. Alessandro Miressi (ITA): 47″72
  3. Nandor Nemeth (HUN): 47″78

Profilo Autore

Sofia
Sofia
Studentessa di Chimica, nuotatrice agonista, aspirante scrittrice: non necessariamente in quest’ordine. Forse l’unica nuotatrice al mondo che trova divertenti i 200 farfalla, ma le sue gare preferite in assoluto sono i 100 farfalla e i 100 stile. Membro della redazione, il suo compito? Raccontare storie di cloro sul mondo natatorio e le sue dinamiche per affascinare i meno appassionati, per strappare un sorriso dopo la stanchezza di fine allenamento o, semplicemente, per far battere il cuore agli atleti della community e farli innamorare del nuoto come la prima volta.