Gennaio 2021, Shijiazhuang. Nel controllo tenutosi subito dopo una gara, ventitré nuotatori cinesi risultano positivi alla trimetazidina, un medicinale per il cuore, il tutto a soli sette mesi dai Giochi Olimpici di Tokyo.

L’Agenzia Cinese Antidoping (CHINADA) stabilì che l’ingestione della sostanza era stata involontaria e che gli atleti non avrebbero subito alcuna penalità, con il benestare della WADA tredici di questi atleti hanno poi partecipato ai Giochi Olimpici di Tokyo. I dettagli del caso sono stati rivelati nei giorni scorsi dal New York Times, che ha collaborato in questo reportage con l’emittente tedesca ARD. Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire cos’è successo.


L’inchiesta del New York Times e dell’ARD

Un’inchiesta della rete tedesca ARD e del New York Times ha rivelato che nel gennaio del 2021, ventitré nuotatori cinesi sarebbero risultati positivi a test antidoping. Tredici di loro avrebbero poi partecipato alle Olimpiadi di Tokyo ottenendo quattro medaglie d’oro e due medaglie d’argento.

L’indagine della Chinada, l’agenzia cinese antidoping, concluse che la presenza di trimetazidina (TMZ) nelle urine dei nuotatori era dovuta a contaminazione alimentare, avvenuta nella cucina di un albergo dove avevano soggiornato. Le autorità cinesi riferirono che tracce di TMZ furono rinvenute nei lavandini, cappe e utensili della cucina dell’Hotel Huayang Holiday a Shijiazhuang, luogo dei test tra dicembre 2020 e gennaio 2021. Non fu tuttavia spiegato come la sostanza, disponibile solo in forma di pillola, avesse contaminato l’ambiente.

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La WADA, impossibilitata a condurre indagini sul campo in Cina a causa delle restrizioni per la pandemia, accettò la conclusione di contaminazione, assolvendo gli atleti. Diversi degli atleti risultati positivi, inclusa quasi la metà della squadra di nuoto che la Cina ha inviato ai Giochi di Tokyo.

Molti di loro continuano a competere per la Cina e alcuni, tra cui la due volte medagliata d’oro Zhang Yufei, sono attesi come contendenti per le medaglie ai Giochi Olimpici di quest’anno a Parigi. Oltre a Zhang Yufei, all’interno dell’articolo del New York Times sono riportati anche i nomi di Wang Shun, oro nei 200sl a Tokyo 2020 e Qin Haiyang, tripletta nella rana durante il mondiale dello scorso anno.


Wada sotto attacco

Il New York Times riferisce che la decisione della WADA fu criticata da esperti e autorità globali di antidoping per mancanza di rigore. L’agenzia antidoping statunitense lamentò che la WADA non aveva adempiuto ai suoi doveri, mentre l’International Testing Agency suggerì la necessità di ulteriori indagini.

Travis Tygart, direttore esecutivo dell’agenzia antidoping statunitense (USADA), ha definito “devastante” la notizia dei test positivi prima dei Giochi Olimpici. Ha affermato che l’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) e la CHINADA hanno “nascosto questi risultati positivi sotto il tappeto, non seguendo in modo equo e uniforme le regole globali che si applicano a tutti gli altri nel mondo“, mentre gli atleti “colpiti da questo potenziale insabbiamento” sono stati “profondamente e dolorosamente traditi dal sistema”.

Molta perplessità soprattutto per la mancata sospensione precauzionale degli atleti dopo il risultato positivo dei test, pratica comune in tali circostanze. Secondo la CHINADA, la bassa concentrazione di TMZ suggeriva l’impossibilità di un tentativo intenzionale di migliorare le prestazioni, una conclusione non condivisa dagli esperti interpellati dal quotidiano. Anche l’FBI ha avviato indagini in base a una legge del 2020 che autorizza il dipartimento di Giustizia a perseguire tentativi di manipolazione delle competizioni sportive internazionali.


La risposta della WADA

Nei giorni successivi alla pubblicazione dell’inchiesta l’Associazione Mondiale Antidoping ha reagito alle notizie divulgate dal New York Times, ARD, Herald Sun e altri media, dichiarando che sono state seguite tutte le procedure standard nel gestire il caso dei 23 atleti cinesi risultati positivi a una sostanza proibita prima dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020. Gli atleti non sono stati sospesi in seguito alla conclusione di un’indagine che ha attribuito i test positivi a una contaminazione.

Di seguito uno stralcio della risposta della WADA:

Nel giugno 2021 la WADA è stata informata della decisione dell’Agenzia antidoping cinese (CHINADA) di accettare che i nuotatori fossero risultati positivi al TMZ all’inizio del 2021 dopo essere stati inavvertitamente esposti alla sostanza attraverso una contaminazione. Come sempre, la WADA ha esaminato attentamente la decisione e, in questo caso, ha richiesto il fascicolo completo.

Nell’ambito della sua revisione, la WADA ha raccolto ulteriori informazioni scientifiche inedite sulla TMZ e si è consultata con esperti scientifici indipendenti per verificare la teoria della contaminazione e anche se basse dosi di TMZ avrebbero potuto giovare agli atleti durante una gara di nuoto. Durante questo processo di revisione, durato diverse settimane, gli scienziati e i consulenti legali esterni hanno messo alla prova la teoria della contaminazione presentata da CHINADA.

Gli scienziati e gli investigatori della WADA non hanno potuto condurre le loro indagini sul posto in Cina a causa delle restrizioni estreme imposte dal blocco del COVID. Alla fine la WADA ha concluso che non era in grado di confutare la possibilità che la contaminazione fosse la fonte del TMZ e che fosse compatibile con i dati analitici del dossier. La WADA ha inoltre concluso che, date le circostanze specifiche della presunta contaminazione, gli atleti non avrebbero avuto alcuna colpa o negligenza. Per questo motivo, e sulla base del parere di un consulente esterno, la WADA ha ritenuto che un appello non fosse giustificato.


Cos’è la trimetazidina?

La trimetazidina è un farmaco utilizzato per trattare l’angina pectoris, una condizione che causa dolore al petto a causa di una ridotta irrorazione sanguigna al cuore. Agisce migliorando il metabolismo energetico del cuore durante periodi di ipossia o ischemia, ossia quando il cuore non riceve abbastanza ossigeno. In termini più tecnici, la trimetazidina è un inibitore della beta-ossidazione degli acidi grassi. Questo significa che limita l’utilizzo degli acidi grassi da parte del cuore come fonte di energia, promuovendo invece l’utilizzo del glucosio, che richiede meno ossigeno per essere metabolizzato. Ciò può aiutare a ridurre la frequenza degli attacchi di angina e migliorare la tolleranza all’esercizio fisico nei pazienti con malattie cardiache.

La trimetazidina è stata inclusa nella lista delle sostanze proibite dall’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA) perché in grado di migliorare le prestazioni sportive. Questo miglioramento include un aumento della resistenza, una riduzione della sensazione di fatica e una velocizzazione dei tempi di recupero.

Curioso come meno di un anno dopo aver accettato le spiegazioni cinesi sui test positivi, la WADA ha adottato un approccio diverso nel caso della pattinatrice russa Kamila Valieva, anch’essa trovata positiva per TMZ a basse concentrazioni. Dopo l’assoluzione dell’atleta dall’agenzia russa, la WADA chiese ulteriori indagini che portarono alla sua esclusione dalle competizioni internazionali per quattro anni.


Online il documentario dell’emittente pubblica tedesca ARD

Chi volese può vedere il documentario d’inchiesta “Die Akte China”, disponibile sul canale YouTube “Dark Side of Sport“. Segue la prima parte:


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Profilo Autore

Federico
Federico
Una laurea Magistrale in Filosofia presso l'Università di Pavia, un'innata passione per la scrittura, la comunicazione e i social network. Nel 2010, in una serata post allenamento, ho creato nuoto uno stile di vita, da quel giorno mi sono fermamente convinto di una cosa: "tutti i più grandi pensieri sono concepiti mentre si nuota" (semicit). No, dopo 5 anni di università non ho capito se sia peggio Kant o un 400 misti.