17 marzo 2016
Non è la prima volta che la plurimedagliata ranista russa viene trovata positiva ad un test antidoping. E questa volta, Julija Efimova, rischia lo stop a vita. Trovata positiva nel 2013 per l’uso di un anabolizzante, era stata squalificata per 16 mesi (ridotta dai 24 iniziali), per poi tornare in vasca per i mondiali di Kazan.
Ancora una volta di mezzo c’è il meldonium (la stessa sostanza utilizzata dalla Sharapova), sono dunque destinati ad aumentare i 101 i casi di positività a questo farmaco, registrati da gennaio di questo anno. Una dura botta, al nuoto e allo sport in generale, soprattutto a quello russo che negli ultimi mesi sta venendo decimato. Lo stesso Putin ha duramente criticato le istituzioni sportive russe per non essere stati in grado di controllare la situazione da quando il meldonium è divenuto illecito.
Queste notizie sono sempre contornate da un alone di tristezza e di rabbia. Perché tutti vorremmo vedere che lo sport sia sempre pulito, pulito e corretto. Perché non è giusto che qualcuno utilizzi scorciatoie e scappatoie per raggiungere i risultati più in fretta di altri.
Però diciamocelo, un po’ ce lo aspettavamo. Da Filippo Magnini a Ruta Meilutyte erano molti quelli che criticavano aspramente Julija Efimova e il suo precoce rientro in acqua. Così il capitano della squadra azzurra lo scorso anno durante i mondiali di Kazan:
«Nessuno ricorda niente, la Efimova è stata applaudita come una campionessa, (…) era a Ostia tranquilla, per la russa prendere una squalifica doping è come per me prendere una multa per sosta vietata a Verona. (…) Le situazioni cambiano, ma lentamente. Noi dobbiamo pensare che son tutti puliti e vince il più bravo, ma è stato brutto vedere quant’è successo nei 100 rana: tutti facevano il tifo per Ruta Meilutyte ma ha vinto la Efimova, speravo che la lituana non le desse il cinque, non si complimentasse, ma lei è corretta. Per me quando vince uno che è stato dopato l’ombra resta. E se hai preso anabolizzanti non è che non l’hai fatto apposta, non è roba contaminata»
Sai, cara Julia Efimova, oggi ho ripensato a quei 100 rana, quelli disputatisi nella Kazan Arena durante i mondiali in Russia. Alla fine della gara Ruta si è avvicina e ti ha abbracciato e si è complimentata con te come una vera campionessa, lei. Lei argento e tu oro. E tu sorridevi, sorridevi. Ti abbracciato e si è complimentata, nonostante tutti i sospetti che tutti hanno quando a vincere è uno che è stato dopato. Cara Efimova, questo non è sport; cara Efimova, si può “sbagliare”, ma non due volte di seguito. Nessuna scusa. Odio chi macchia lo sport in questo modo, odio chi cerca inutili scorciatoie per raggiungere più velocemente quei risultati che agli altri atleti costano mesi e mesi di allenamento.
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