Manuel aveva un sogno: diventare un campione di nuoto. E Manuel si è spaccato per cercare di raggiungere il suo sogno. Manuel è nato a Treviso 19 anni fa, e proprio da Treviso ha preso un treno, con la sua valigia piena di sogni, di obiettivi e di tanta voglia di fare e ha attraversato mezza Italia, fino a raggiungere Ostia. Per allenarsi alla corte di Stefano Morini, per allenarsi con i suoi idoli Detti e Paltrinieri e con tanti altri sognatori che come lui hanno deciso di “spaccarsi di chilometri” inseguendo un semplice obiettivo: entrare nella nazionale di nuoto, e perché no, magari riuscirsi a qualificare per i Giochi Olimpici di Tokyo.
Tutto cambia nella notte tra sabato e domenica. Tutto si ferma. Tre colpi di pistola vengono sparati da uno scooter in corsa e un proiettile si conficca nel torace di Manuel, all’altezza dell’undicesima vertebra. “Mi hanno sparato, chiama Alessandro”, queste le parole che Manuel rivolge alla fidanzata. Poi il buio. La corsa al pronto soccorso, 2 interventi chirurgici per fermare l’emorragia ed estrarre la pallottola. La situazione è stabile, Manuel è vivo.
Ma gli esami che vengono effettuati nei giorni successivi all’operazione danno un esito terribile: “C’è una lesione del midollo completa. Questo vuol dire che al momento consideriamo che non possa esserci una ripresa funzionale del movimento delle gambe”: le parole prof. Alberto Delitala pesano come macigni.
I sogni di Manuel si infrangono nella corsia di un ospedale. Lui che in corsia ci andava tutti i giorni, avanti e indietro da un muretto, ore e ore passate ad allenarsi per riuscire a entrare in Nazionale. E poi sbam. Improvvisamente la scelta di andare a Roma sembra essere stata quella sbagliata, la scelta di uscire il sabato sera sembra essere stata quella sbagliata… e ti incazzi perché non può essere così. Perché non è giusto che un ragazzo di 19 anni viva il resto della sua vita paralizzato per colpa di due delinquenti. No, questo non può succedere, non nel 2019, non in Italia.
E ti viene voglia di prendere a pugni il mondo. E ti domandi perché, ma trovare una risposta ti risulta essere completamente impossibile. Il nostro augurio, la nostra speranza, è che Manuel non si arrenda. Siamo vicini a Manuel, alla sua famiglia, ai suoi amici e ai suoi compagni di squadra. L’unica cosa che ci resta da dire è #ForzaManuel
Chi è Manuel Bortuzzo?
Manuel si era trasferito al Centro Federale di Ostia per inseguire un sogno: le Olimpiadi di Tokyo. Specialista del mezzo fondo e originario di Treviso (classe ’99) si allenava con Gregorio Paltrinieri e Gabriele Detti nel gruppo allenato da Stefano Morini.
Proprio il Moro ha dichiarato riferendosi a Manuel: «Si è messo in gioco trasferendosi nella Capitale per provare a dimostrare, prima di tutto a se stesso, che può lasciare il segno nel nuoto che conta. Si allena con Detti e Paltrinieri, e già questo per lui e’ un grande scuola». Fonte: Swim Swam. Il commento del padre di Manuel:
“Ho quattro figli, tutti e quattro nuotatori. Sono riuscito a portare mio figlio Manuel a fare parte del Centro Olimpico di Roma. Ho sempre cercato di toglierli dalla strada e oggi sono vittima di una cosa che è successa su una strada: una cosa che ha dell’incredibile nel 2019”.
Un proiettile vagante
Erano circa le 2 di notte quando Manuel, in compagnia di alcuni amici, si stava dirigendo verso un Pub romano, dove poco prima era avvenuta una rissa: qui è stato colpito da un proiettile proveniente da uno scooter su cui si trovavano due persone e dal quale sarebbero stati esplosi 2/3 colpi di pistola. Secondo le prime ricostruzioni sembra essersi trattato di uno scambio di persona.
Il proiettile si è fermato nella parte destra del torace all’altezza dell’undicesima vertebra, il giovane nuotatore azzurro è stato trasportato d’urgenza all’Ospedale San Camillo di Roma, dove ha subito un doppio intervento chirurgico per bloccare l’emorragia toracica e per estrarre il proiettile che è rimasto fortunatamente integro. L’intervento è stato eseguito dal prof. Alberto Delitala, direttore del dipartimento di Neuroscienze ed è andato a buon fine.
Manuel non potrà più camminare
Il prof. Alberto Delitala, direttore del dipartimento di Neuroscienze dell’Ospedale San Camillo di Roma dove il giovane nuotatore azzurro è ricoverato ha affermato che: «C’è una lesione del midollo completa. Questo vuol dire che al momento consideriamo che non possa esserci una ripresa funzionale del movimento delle gambe».
«A 48 ore dal termine dell’intervento toracico – continua il prof. Alberto Delitala – il decorso post operatorio è soddisfacente, le condizioni sono stabili, è ancora sedato e con ventilazione artificiale, e contiamo di risvegliarlo nei prossimi giorni, ma da studi effettuati il paziente ha perso la mobilità.»
«Questo purtroppo vuol dire che, con le attuali conoscenze della scienza neurologica, al momento consideriamo che non possa esserci una ripresa funzionale del movimento delle gambe. Appena i colleghi lo riterranno fuori pericolo e lo avvieranno a uno svezzamento dal respiratore imposteremo un trasferimento in un centro di riabilitazione per consentire al paziente di riprendere una vita anche in presenza di una lesione midollare».
Scritto da Federico & Sara
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Profilo Autore
- Una laurea Magistrale in Filosofia presso l'Università di Pavia, un'innata passione per la scrittura, la comunicazione e i social network. Nel 2010, in una serata post allenamento, ho creato nuoto uno stile di vita, da quel giorno mi sono fermamente convinto di una cosa: "tutti i più grandi pensieri sono concepiti mentre si nuota" (semicit). No, dopo 5 anni di università non ho capito se sia peggio Kant o un 400 misti.
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