Mancano meno di 3 mesi all’inizio della prossima Olimpiade con sede a Parigi. Giorno dopo giorno l’attesa cresce e la voglia di vedere i grandi campioni tuffarsi nell’impianto acquatico francese è sempre maggiore. I protagonisti che quest’estate ci faranno divertire li conosciamo, sappiamo da chi possiamo attenderci una prestazione di altissima qualità. Nell’attendere questo fatidico momento l’idea è quella di proporre una serie di articoli che riassumono quello che sta succedendo in giro per il mondo nei diversi campionati nazionali e meeting che qualificano per questa manifestazione imminente.
Osservare i tempi nuotati fornisce uno scorcio dello stato di forma dei diversi nuotatori, da chi già ora ha messo subito messo le cose in chiaro e ha scoperto le carte ponendosi come uno dei favoriti, a chi, invece, ha registrato tempi più modesti, dovuti a stati di forma fisica non eccelsi, lavori di preparazione che impediscono una prestazione ottimale oppure qualche gioco psicologico con i suoi avversari.
Capitolo della Rana
Una delle nazioni che da anni si rende protagonista in tutte le manifestazioni natatorie è il Regno Unito che in quest’ultimo periodo ha finalmente ritrovato il faro con cui spera di tornare a fare la voce grossa a Parigi, la punta di diamante della squadra: Adam Peaty. Il nativo di Uttoxeter dopo qualche tempo lontano dall’acqua e qualche infortunio di troppo è tornato a nuotare con continuità e nel mese di marzo, in occasione dei campionati britannici, è riuscito a completare un 100 rana sotto i 58 secondi (nello specifico 57”94), impresa che non gli veniva da tempo, ponendosi come 2° miglior tempo stagionale, ma se considerassimo il solo anno solare risulta essere il miglior tempo nuotato.
Haiyang Qin, il mattatore della rana nella scorsa estate a Fukuoka, in occasione dei campionati cinesi non è riuscito a ripetersi sui tempi eccelsi dello scorso anno fermando il cronometro a 58”24. Il gruppo che tra un paio di mesi si giocherà l’oro ad oggi sembra essere formato da questa coppia e già solo poter includere il due volte campione olimpico britannico fornisce la caratura di questa sfida, non ci resta che attendere il giorno della finale olimpica.
In campo femminile la rana sembra sempre di più parlare il cinese e l’interprete migliore è Tang Qianting. La ragazza classe 2004 da tempo si sta migliorando sempre di più, ma proprio due settimane fa ha regalato al mondo del nuoto una prestazione notevole: ha concluso le due vasche in 1’04”39 che la pone come quarta performer di sempre della distanza. Ad oggi un tempo di questo livello sembra non ammettere repliche per la lotta al metallo più prezioso, ma bisogna saper reggere la tensione di una finale olimpica con gli occhi del mondo addosso e con le altre 7 avversarie che vogliono solo metterti pressione e venire a caccia della medaglia più ambita.
Il resto del panorama natatorio femminile in vista di Parigi non è fermo a guardare la cinese e le sue imprese, ma sta mettendo in chiaro come la lotta per le medaglie sarà serrata: Chikunova con 1’05”11, Schoenmaker in 1’05”41 e la campionessa olimpica in carica Jacoby in 1’05”74 sono i nomi che si stanno impegnando a mettere in dubbio le certezze di Tang, che ad oggi francamente, sembra imbattibile. Tutto questo nell’attesa dei trials americani e di vedere in che stato di forma è Ruta Meilutytė, che sembra essere l’unica a poter andare sotto il muro del 1’05”.
Il punto sul delfino maschile
Per quanto riguarda questo stile il focus è sul settore maschile che ad oggi non ha ancora regalato risultati clamorosi e sconvolgenti, ma può raccontare di due ritorni molto graditi ai fan del nuoto e dello sport in generale: Caeleb Dressel e Kristof Milak sono finalmente tornati a nuotare. Per quanto riguarda lo statunitense, in realtà, è tempo che è tornato alle competizioni, ma nei mesi precedenti era lontanissimo dalla versione del 2017-2021, periodo in cui ha esercitato un dominio con pochi eguali nella storia del nuoto, ora, però, sta tornado suoi sui tempi, un passo alla volta e sicuramente con maggiore serenità. Il miglior risultato ad oggi è il 50”84 nuotato in occasione di un meeting nel corso di Marzo.
Milak, invece, fino ai campionati ungheresi si era proprio allontanato dalle piscine destando preoccupazione circa il suo benessere mentale e la sua possibile partecipazione ai giochi. Nell’ultimo periodo, però, è tornato ad allenarsi e ha raggiunto la qualificazione olimpica sia per i 100 che per i 200, gara in cui ha nuotato in 1’54”90, tempo modestissimo rispetto al suo primato mondiale, ma questo è un inizio.In ogni caso il talento e il tempo sono dalla sua, vedremo a Parigi cosa saprà regalare a se stesso e a noi amanti della disciplina.
Nel frattempo Noè Ponti non sta perdendo tempo e nell’attesa di capire il destino e le possibilità dei due campioni olimpici, lo svizzero si è messo nelle posizioni di rilievo del ranking stagionale mettendo in chiaro che lui a Parigi va con il chiaro e concreto obiettivo di provare a vincere una doppia medaglia nei 100 e nei 200.
Stile libero senza freni
Nella modestissima – e soprattutto non richiesta – opinione del sottoscritto lo stile libero è lo stile che potrà regalare più emozioni nel corso della settimana parigina. Sia in campo maschile che femminile i nuotatori e le nuotatrici ricche di talento sono tanti e lo spettacolo che promettono, visto il recente passato e questi campionati nazionali, è immenso. Bisogna procedere con ordine per provare a capire cosa ci può aspettare a Parigi
Per quanto riguarda il 400 maschile visto quello che è accaduto nel mese di marzo e aprile l’impressione è che se si dovesse continuare così per entrare nella finale olimpica servirà il nuovo primato del mondo, con quest’ultimo che sembra pronto per cadere tra qualche mese. Lukas Märtens appena qualche giorno fa, in occasione dei campionati tedeschi, si è messo in luce con un incredibile 3’40’33 – quarto performer all time – che per un attimo ha fatto vacillare il primato del connazionale Biedermann di 3’40”07.
La coppia Aussie, però, in occasione di un open australiano aveva già messo pepe per questa distanza. Elijah Winnington e Samuel Short, campione mondiale del 2023, hanno dato luce ad uno scontro bellissimo, preludio di quello che accadrà tra meno di tre mesi a Parigi, concludendo le 8 vasche rispettivamente in 3’41”41 e 3’41”64. In tutto questo devono ancora svolgersi i trials della nazione oceanica (per quelli appuntamento a metà giugno) e manca all’appello un altro grande protagonista: Ahmed Hafnaoui, argento la scorsa estate in Giappone, oltre ai due ori nell’800 e nel 1500.
Chi, invece, sembra mancare all’appello è il rumeno David Popovici. Dopo un 2022 alla ribalta e alla conquista dello stile veloce nella accoppiata 100 e 200, nel corso del 2023 era uscito dai radar regalando prestazioni molto deludenti e a detta sua dovuta ad una preparazione non attenta o ottimale. In questo 2024 la musica non sembra essere troppo diversa: durante i campionati rumeni il casse 2004 ha registrato un tempo di 47”86 nei 100 (1” peggio rispetto al suo ex primato mondiale) e ha fermato il cronometro in 1’45”09 nei 200, dopo che nei campionati europei di Roma 2022 aveva dato l’impressione di poter infrangere il longevo record del mondo della distanza sempre di Paul Biedermann.
Sicuramente bisogna mettere in conto che per Popovici lo sforzo richiesto per la qualifica olimpica non era necessariamente enorme, ma sicuramente un campanello d’allarme a poco meno di 3 mesi della rassegna a 5 cerchi, nell’attesa, e soprattutto nella speranza di essere smentito, vedremo cosa accadrà.
Un’atleta che non si ferma più è Mollie O’Callaghan. La ragazza di Queensland sta acquisendo sempre più consapevolezza dei propri mezzi e in occasioni di questi Australian Open lo sta mostrando. E’ ancora lontana dal suo picco di forma massimo e si vede, ma la sensazione che desta quando la si vede nuotare è di un’atleta che sa quanto ancora può dare e che comprende quanto i margini di miglioramenti siano enormi. Se questo viene considerato insieme al fatto che l’estate scorsa è stata bi campionessa mondiale nei 100 e nei 200, con tanto di record del mondo nell’ultima, bisogna allacciare le cinture e prepararsi al viaggio del treno dell’Aussie. Nelle settimane passate ha regalato un 52”68 nel 100 e un ottimo 1’53”57 nei 200.
In campo femminile mancano ancora all’appello i nomi di grandissimo calibro come Katie Ledecky, Ariarne Titmus e Summer McIntosh, anche se lei ha nuotato un 800 stile libero di grandissimo livello a febbraio, ma con buona probabilità non nuoterà questa gara a Parigi. Nei prossimi mesi avremo modo di capire a che punto sono queste campionesse. Nello specifico l’appuntamento è a metà maggio per i campionati canadesi, mentre per quelli australiani e statunitensi l’inizio è fissato a metà giugno.
Kaylee McKeown
Il modo per rendere chiaro e palese il dominio che sta esercitando l’Aussie originaria di Redcliff è quello di dedicarle un capitolo riservato solo per lei in questa rubrica di avvicinamento ai giochi di Parigi. Miglior atleta del 2023, regina del dorso e ormai sempre più specialista dei misti. Questa è la ricetta per descrivere al meglio Kaylee McKeown che è chiamata e attesa a grandissime prestazioni nelle gare a cui prenderà parte tra qualche mese. In occasione di questo meeting australiano si è messa in luce nei suoi 200 nuotando il miglior tempo stagionale in 2’03”84, non lontano dal suo primato mondiale. Nei 100 durante la Coppa del Mondo ha registrato il tempo di 57”33, anch’esso Record del mondo. In questa disciplina, in cui ha tutto e ha vinto tutto tra mondiali e Olimpiadi, la sensazione è che entrambi i limiti mondiali possono essere di nuovo infranti e limati dalla McKeown.
Questo per le rivali, nellospecifico Regan Smith, non è una buona notizia, anche se sarà sicuramente di incoraggiamento. Tant’è che Smith di recente è tornata a nuotare molto bene in entrambe le distanze segnando un 57”64 nei 100 e un 2’03”99 nei 200 che le permette di fornire un messaggio chiaro all’australiana: se vuole l’oro deve battere la statunitense e tale impresa non sarà facile o scontata.
Prima raccontavo di come la forza di Kaylee non è solamente confinata nel dorso ma, ormai, sempre più regolarmente nuota i misti e con risultati davvero ottimi. Nei 200 ha fornito una prestazione davvero incoraggiante, nonché la migliore stagionale, in 2’06”89, non distante dal record di Katinka Hosszù, lanciando così un guanto sfida davvero interessante al gioiello del nuoto canadese Summer McIntosh e alla statunitense Kate Douglass. Si apre quindi la possibilità di avere uno scontro a tre per l’oro quest’estate, sarà entusiasmante.
Nella distanza doppia dei 400 l’australiana ha registrato un tempo di 4’28”22 tempo davvero interessante che quanto meno crea una parvenza di sfida per McIntosh che negli ultimi anni è venuta totalmente a mancare per via della enorme forza e completezza nei quattro stili de parte della canadese. Vedremo a Parigi cosa accadrà, ma di sicuro ci sarà da divertirsi.
Con questo è terminato il punto della situazione riguardante il percorso di avvicinamento a questi giochi olimpici di Parigi 2024, vedremo nei prossimi mesi, che hanno in serbo i Trials più affascinanti, cosa racconteranno e quali punti di discussione aggiungeranno. Nell’attendere questo momento vi rimando al podcast prodotto da noi “Take your Marks” che approfondisce questi tempi analizzati nell’articolo e altri tempi non approfonditi quest’oggi.
Ecco il link per ascoltare la puntata del podcast “Take tour marks”:
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Profilo Autore
- Andrea, Studente di Psicologia, amante della montagna, della lettura e una passione sconfinata per gli sport. Innamorato del nuoto da diversi anni grazie alle grandi imprese dei campioni che dedicano anima, cuore, corpo e testa a questa meravigliosa disciplina. Non riesce mai star fermo e appena ha del tempo libero si rifugia tra le mille storie dei libri o nella immensa natura delle sue amate montagne svizzere. Deve ancora capire chi diventerà da grande, ma sa che con la forza, la determinazione e la voglia di imparare lo capirà molto presto.
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