Questi sono giorni strani, complicati, lunghi, in cui ci si sente persi, affranti, vuoti, senza obiettivi. 

“Oggi, Lunedi 16 marzo, sarei dovuto partire per Riccione e a quest’ora starei per arrivare in hotel, pronto ad entrare nel mood “alieno”. Invece sono qui, a casa. Provo un senso di sconfitta. La sconfitta di non aver portato a termine la mia “missione”, seppur non per mia scelta; lo sai come sono. Fortunatamente, anche grazie a te, con il tempo ho imparato a trasformare ciò che è distruttivo in costruttivo, ed è ciò che sto facendo continuando ad allenarmi in casa e a correre in strada, come un profugo che si nasconde. Allora il mio pensiero è rivolto a te e a ciò che ci siamo detti: purtroppo per ora non potrò dedicarti la frase che volevo, con tanto di pass europeo e primato italiano”.   

Leggere queste parole, inviatemi da un mio atleta, mi ha profondamente addolorato. Allenarsi, sacrificarsi e poi vivere momenti come questi è davvero dura!

Ma poi penso di aver fatto un buon lavoro se un atleta giovane e promettente come Lorenzo Cavedini può concludere il suo messaggio con parole così diverse, scrivendo:

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Ma te ne dedicherò un’altra, che viene dal profondo del cuore e che voglio condividere con teÈ nei periodi più bui, quando le avversità mi colpiscono duro come non mai, quando tutto va male, che mi sento invincibile. So che una volta che cesserà di piovere, io ne uscirò più forte: nessuno avrà tanta fame e rabbia agonistica quanto me. Ed è per questo che niente e nessuno potrà mai fermarmi.”


La determinazione che traspare da questo messaggio può essere raggiunta solo se si allena la propria mente a dirigere il focus attentivo, rimanendo focalizzati su ciò che si desidera e non su ciò che si teme. 

Nella situazione attuale è umano e naturale provare sconforto, confusione e anche paura; ma una mente allenata sa reagire, togliendo l’attenzione da ciò che non ci aiuta e, anzi,  ci predispone a vivere sempre più nella delusione e nella disperazione. 

La mentecome un soldato, esegue i nostri ordini. E’ quindi essenziale darle comandi lineari, diretti ed efficaci, orientandola su ciò che si vuole piuttosto che il contrario 

Nel corso della nostra storia evolutiva la paura è stata un prezioso alleato perché, allertandoci, ci ha tenuti lontano dai pericoli. Pertanto, il nostro cervello, che ha come compito primario quello di mantenerci in vita, attribuisce maggiore rilevanza a ciò che temiamo o che ci preoccupa e, di conseguenza, si attiva per difenderci da ciò che interpreta come un possibile pericolo.  

Se non si dispone di strategie mentali adeguate, sinnesca un pensiero “tunnel”, escludendo possibilità ed opzioniLa mente, attivata dalla paura, si comporta come un bravo soldato, occupandosi esclusivamente della possibile minaccia.  

Quando gran parte delle nostre risorse mentali sono attratte da ciò che ci preoccupa, si può creare il cosiddetto “sequestro emozionale”: l’emozione che proviamo è cosi forte da inibire il funzionamento di alcune aree cerebrali (come la neo corteccia)in particolar modo quelle deputate a processare le informazioni sulle nostre opzioni di scelta quelle dove sono “immagazzinate” le memorie delle nostre abilità e delle tante volte in cui ci siamo trovati in situazioni analoghe e ne siamo venuti fuori con un buon risultato. 

Quando si è senza strategie, di fronte a ciò che ci preoccupa si finisce spesso con il dare avvio a dei veri e propri “film mentali, proiettando mentalmente le immagini di ciò che potrebbe accadere; così facendo si creano i presupposti per rimanere intrappolati dell’attivazione, sviluppando emozioni davvero poco funzionali alla prestazione.  

In tal modo ci si immerge talmente tanto nella preoccupazione da risultare incapaci di sfruttare le nostre facoltà mentali, ritrovandoci a pensare solo ai nostri timori ed impedendoci di valutare le possibili alternative, finanche dimenticare che abbiamo affrontato mille e mille volte situazioni analoghe, uscendone vittoriosi. 

Purtroppo non è questione né di motivazione né di volontà. Quando la mente è attivata a proteggerci da una minaccia, anche se solo immaginata, le emozioni prendono il sopravvento e, come sempre, diventano il nostro grande decisore”. 

Fortunatamente è la stessa natura a dotarci di alcuni “interruttori” idonei ad accendere in noi la capacità di “riprendere il controllo” delle nostre emozioni, allargando le opzioni di scelta.  

Il più importante e rapido degli interruttori è il respiro. Attraverso un respiro vellutato, circolare e lento – associato al pensiero di ciò che vogliamo e non di ciò che ci preoccupa – si riequilibrano i neurotrasmettitori dell’allarme (come il glutammato e il cortisolo) e si attivano quelli che favoriscono centratura” ed azione mirata. Tra questi ultimi di primaria importanza è il GABA ( acido gamma- amminobutirrico) che, non a caso, è conosciuto come il neurotrasmettitore della calma perché capace di ridurre stress ed ansia 

Nell’articolo di Taylor W. Schmitz, Marta M. Correia, Catarina S. Ferreira, Andrew P. Prescot & Michael C. Anderson , pubblicato sulla rivista Nature nel Novembre 2017,   dal titolo Hippocampal GABA enables inhibitory control over unwanted thoughts  si afferma che il GABA può diminuire nello specifico i pensieri indesiderati che alimentano stress, ansia e depressione; è in grado di diminuire le onde cerebrali associate allo stress e all’ansia (Onde Beta) ed aumentare le Onde Alfa associate alla “calma attiva”.  

Se si considera che l’attività fisica, oltre ad aumentare i livelli di Gaba favorisce anche la produzione di endorfine, dopamina e serotonina – vale a dire i neurotrasmettitori protagonisti del “Sistema del Piacere e della Ricompensa” – possiamo ben comprendere quanto l’inattività forzata a cui sono costretti metta a dura prova gli atleti, abituati come sono ad una routine scandita da allenamenti quotidiani.  

Pertanto, in questo periodo gli atleti, oltre a mantenere attivi e tonici i muscoli, devono creare degli stratagemmi per mantenere attiva la mente ed alto l’umore, nonché allenarsi a gestire meglio il focus attentivo, scegliendo di concentrarci e focalizzarci sul proprio obiettivo a medio e lungo termine 

E per chi si sentisse svuotato, senza certezze e senza una meta, potrebbe essere utile immaginare questi giorni come un allenamento, (lo so ai nuotatori è richiesto un grande sforzo di fantasia!) una preparazione necessaria a partecipare ad una gara importante, la cui data coincide con la fine della quarantena.  

Del resto questo periodo prima o poi finirà! E come volete uscirne: spompati e depressi, oppure pronti ad affrontare le prossime gare e le sfide della vita?   

Ricordate che in tutte le circostanze in cui abbiamo bisogno di essere centrati, è bene concentrarsi sul proprio respiro per alcuni istanti, effettuare alcuni cicli di respiro “vellutato” e, come d’incanto, tutto sarà più chiaro.  

Provare per credere!

Alessandra Mattioni Life e Sport Mental Coach
wwww.sportmentalcoach.it
 

Profilo Autore

Alessandra Mattioni
Alessandra Mattioni
Sono Life e Sport Mental Coach, con certificazione internazionale dalla Nlp Italy Coaching School riconosciuto dall’Associazione Professionale Nazionale del Coaching costituita ai sensi della Legge 14 Gennaio 2013.
Counselor tesserata SIAF Italia (iscritta al registro professionale dei Counselor al nr. PU404P-CG – disciplinato ai sensi della legge n. 4 del 2013).

Master in Programmazione Neurolinguistica e sono stata coordinatrice della Nlp Italy Coaching School.

Sono Wingwave Coach (tecnica di coaching maggiormente connessa alla ricerca universitaria dell’Università di Amburgo, all’Istituto Superiore di Medicina di Hannover e all’Istituto Superiore Germanico dello Sport di Colonia e certificata ISO e TUV-NORD)

Sono l’autrice di “NUTRI IL TUO BUONUMORE – Vincere lo stress e favorire stati d’animo positivi con l’alimentazione” (edito da Macroedizioni – 2008)

Sono docente per il corso di specializzazione “Sport Coaching”, di Unicomunicazione.

Ho creato “Progetto Mental Fitness”, un’innovativa metodologia di allenamento mentale multidisciplinare, studiata per agire sulla connessione corpo – mente e sull’integrazione tra i due emisferi cerebrali, al fine di sviluppare nuove strategie mentali funzionali al conseguimento di prestazioni d’eccellenza.

Mental Fitness è un’efficace unione di strumenti e tecniche estrapolati da varie discipline basate sulle più recenti ricerche nel campo delle neuroscienze applicate allo Sport; come il WingWave, la Programmazione Neurolinguistica, la Mindfulness, la Neurobica e il Brain Gym e rappresenta un’innovativa metodologia di allenamento mentale idoneo a creare, mediante nuovi percorsi neurologici, abitudini mentali adatte a favorire prestazioni d’eccellenza.