L’infortunio più comune per i nuotatori è senza ombra di dubbio quello che colpisce la spalla (non può essere un caso che si chiami “spalla del nuotatore”).

Le causa possono essere di diversa natura ma la più comune è senza dubbio legata al sovraccarico e al sovra utilizzo. È uno degli infortuni più temuti non tanto per il dolore (che comunque si fa sentire) ma soprattutto perché ha dei tempo di recupero lunghi, che non permettono di potersi allenare al 100% seguendo al meglio il percorso verso i propri obiettivi.

Oggi però non voglio addentrarmi troppo sul perché compaia ma darvi invece 5 consigli utili su come comportarsi in presenza di questa condizione.

Pronti? Si comincia


1. Contatta un professionista!

Allenatori, genitori e compagni di squadra possono aver avuto in passato qualche esperienza simile. Ricorda però che ogni persona è diversa e ogni caso è diverso! Per questo motivo, se si vuole recuperare al meglio e nel minor tempo possibile, rivolgersi ad un professionista della salute ritengo sia la scelta migliore. Sarà poi questa figura a guidarvi e indicarvi la strada migliore per risolvere il problema.


2. Coerenza “Terapia a Secco-Acqua”

Una volta iniziato un percorso per la spalla, è FONDAMENTALE creare (se non esiste già) una relazione tra il professionista che vi segue e il vostro tecnico/preparatore. Tutte le figure devono lavorare in collaborazione e non seguire strade differenti. Il rischio è se no quello di “perdere tempo” e di creare confusione per colpa di una gestione differente tra secco e acqua.


3. Riposo (se necessario)

La collaborazione tra le figure di cui abbiamo parlato nel punto 2, serve anche a valutare e decidere eventuali fasi di “riposo” o di gestione differente dell’atleta in acqua.

Nessuno vuole far saltare degli allenamenti, sia chiaro, ma forzare e nuotare sopra una spalla infiammata come se nulla fosse potrebbe rallentare in maniera drastica i tempi di recupero. Meglio perdere 5 allenamenti questa settimana e poi rientrare oppure sforzarsi e magari metterci un mese in più a risolvere il problema?


4. Esercizi Attivi

Diciamoci la verità, i massaggi piacciono a tutti, a me per primo! Ma in questo caso servono a ben poco, se non ad alleviare un po’ i sintomi. La strada da percorrere è in fatti una strada fatta di esercizi terapeutici, attivi e progressivi! Bisogna aiutare la spalla a recuperare al meglio la sua funzione fuori e dentro l’acqua, recuperando mobilità e soprattutto forza! L’unico modo per farlo è lavorandoci in prima persona e non “delegandolo” alle mani di un terapista…

Ah, piccolo consiglio personale, esistono tanti esercizi più utili delle sole rotazioni con elastico!


5. Antinfiammatori, si o no?

“Qual è il problema? Prendo 5 pastiglie prima di nuotare così non sento nulla e via!”. Potrebbe sembrare una cosa sensata ma, piccolo spoiler, non lo è!

Inibire un dolore/infiammazione e andarci sopra non farà altro che rallentare i tempi di recupero. L’infiammazione è di per se una fase della guarigione e nasconderla dietro ad una pastiglia non farà altro che posticipare la sua azione. Se il dolore è troppo forte può avere senso prendere qualcosa ma attenzione, perché la dipendenza da farmaci è dietro l’angolo!



E tu? Hai mai avuto problemi alla spalla? Commenta questo post raccontando la tua esperienza o fammi qualsiasi domanda!

Andrea Pozzi
Fisioterapista
andreapozzifisioterapia.it

Profilo Autore

Andrea Pozzi
Andrea Pozzi
Andrea Pozzi nasce a Milano nel 1991, pratica nuoto agonistico raggiungendo diverse finali a livello nazionale giovanile. La passione per lo sport mi porta a iscriversi, presso l’Università degli studi di Milano, alla facoltà di Fisioterapia, dove si laureo nel 2013. Prosegue il suo percorso di studio completando i 3 livelli del master “Concetto Maitland”, attraverso il quale sviluppa la parte valutativa del paziente e la terapia manuale. A partire dal 2014 inizia a lavorare come fisioterapista e dal 2017 si occupa anche di divulgazione attraverso la pagina Andrea Pozzi Fisioterapia.