Assieme all’intera squadra Nazionale ci ha fatto emozionare: campione, plurimedagliato, ha infranto così tanti Record che, come dice anche lui scherzando, “ho perso il conto anche io, penso siano 9 record europei e 9 record del mondo”. Appena 19enne, è salito sul gradino più alto del podio mondiale per ben 5 volte nella stessa rassegna iridata, ma il ricordo più bello, come racconta anche lui, è l’oro ex aequo con il suo compagno di allenamenti. Lui, è Simone Barlaam, primatista mondiale nei 50 -100 stile libero e 100 dorso, categoria S9.

Nella giornata di ieri Simone è stato invitato dal presidente della Powervolley Milano (squadra di pallavolo maschile di serie A1) per un riconoscimento alla sua carriera che, seppur breve, è già immensa. La Powervolley, infatti, ha come sponsor ufficiale Allianz che è da sempre attiva nel campo degli sport paralimpici, divenendo anche il Main Sponsor di questi ultimi.


Ciao Simone! Un riconoscimento importante e molto bello, quello di ieri sera …

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Diciamo che questo riconoscimento è stata una sorpresa, io non sapevo niente quando sono venuto a vedere la partita. Conosco il Presidente della Powervolley, mi ha invitato  e ho accettato, non avevo mai visto una partita di pallavolo prima. Ero andato per godermi la partita, a un certo punto viene da me e mi dice: “dai, vieni sul campo” e io l’ho guardato e gli ho detto: “Ma che, io? Sei proprio sicuro?” . E sono andato…


10 medaglie mondiali di cui 7 del metallo più prezioso, 4 volte campione europeo e numerosi record mondiali ed europei. Insomma, un campione con la C maiuscola. E alcuni dei successi più strepitosi sono stati raggiunti la scorsa estate al Campionato del mondo a Londra, dove la nazionale italiana è stata la squadra più vincente al mondo: 20 ori, 18 argenti e 12 bronzi. Raccontaci un po’ le emozioni di quel mondiale ….

Dopo questo mondiale, il CT della Nazionale (Riccardo Vernole) mi ha confidato che dai suoi pronostici sperava in un 3°/4° posto. Nessuno si aspettava di vincere come squadra, è una cosa che unisce tutti. La cosa più emozionante è stata la staffetta dell’ultimo giorno (4×100 stile libero). Avevamo come avversari nazioni come Ucraina, Russia e Australia, nazioni fortissime. Noi come Italia non eravamo neppure mai riusciti ad avere i numeri per portare questa staffetta. Io ero l’ultimo staffettista, un’emozione fantastica: abbiamo migliorato il Record del Mondo, i miei compagni sono scoppiati in lacrime. Lì abbiamo vinto il mondiale.

Se vogliamo metterla giù in modo poetico, però, possiamo dire che il mondiale l’abbiamo vinto con la vittoria ex aequo nei 100 delfino categoria S9, da parte mia e di Federico Morlacchi. E’ stato molto emozionante…

In Messico, due anni fa eravamo arrivati 3, ma allora molte nazioni erano assenti per via del terremoto che aveva colpito il paese a pochi giorni dall’inizio dei Campionati. Quest’anno, invece, erano tutti presenti.

SIMONE BARLAAM: TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO 5


Abbiamo visto il video che hai pubblicato sui social dopo i mondiali: che brividi! Che emozioni si prova a salire per ben 7 volte sul gradino più alto, salutare i tuoi compagni, la folla che ti osanna, ascoltare l’inno…

Diciamo che le emozioni cambiano con il cambiare della persona. Il mio primo oro nei 100 stile libero in Messico è  stato molto “emotional”, come direbbero gli inglesi: l’ho dedicato a mio nonno che è mancato qualche giorno prima delle competizioni. Io l’ho saputo solamente quel giorno.

Adesso (a Londra) c’era poco tempo per festeggiare, dopo un oro la testa andava subito alla gara successiva. Ma quando abbiamo vinto il medagliere, beh lì si che abbiamo festeggiato.

L’inno italiano è quello che coinvolge di più, anche i tifosi inglesi tifavano Italia.


Tu, milanese DOC, premiato a Milano da Milano. Si è parlato molto, nelle ultime settimane, della necessità di una piscina olimpica a Milano. Cosa ne pensi tu a riguardo, e soprattutto come è la situazione per quanto riguarda gli impianti natatori paralimpici in Italia e, in particolare, a Milano?

Ecco, questo è un mito da sfatare: l’impianto è lo stesso per noi e per i normodotati. Gli impianti, però, devono essere accessibili con le carrozzine. Per quanto mi riguarda, sono stato fortunato ad aver avuto la possibilità di allenarmi, al mio 4° anno di liceo, in Australia.

Per quanto riguarda Milano, manca una piscina che anche in futuro possa ospitare un evento. Milano avrebbe bisogno di una bella piscina, di importanza mondiale, grande e spaziosa. Gli spazi ci sono.


E’ iniziata una stagione particolare, probabilmente la più importante della carriera di un atleta: dal 25 agosto al 6 settembre a Tokyo si svolgeranno le Paralimpiadi. Come preparerai tu questa stagione da campione del mondo?

Diciamo che per me non è cambiato niente rispetto a prima, non mi piace stare sugli allori. Sarà una stagione tosta in cui avremo 2 appuntamenti importanti: a maggio i Campionati Europei a Funchal e poi le Paralimpiadi. Mi alleno con molta serenità.


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Profilo Autore

Sara
Sara
Laureata in Scienze Linguistiche, è entrata in piscina per la prima volta alla tenera età di 3 anni e da quel momento non se n'è più andata. Aspirante giornalista e intervistatrice per diletto, le piace parlare (dicono sia anche logorroica) e vivere di emozioni. Lo Sport è così importante che ha scelto un Master in Sport Digital Marketing & Communication.