Costretto a stare lontano dall’acqua per troppo tempo, il nuotatore si affida ai ricordi e alle sensazioni. Di seguito, proponiamo una percezione per ogni senso tra quelle che più fanno sentire la loro mancanza, dal profumo di cloro al calore avvolgente dell’acqua.


L’ALTRA DIMENSIONE DELL’ACQUA

È un suono attutito, quello che più ci manca. Non è acuto e stridulo come il bip di partenza, né insistente e scandito come il fischio del mister.

È una vibrazione, un’onda distorta, che nel suo cammino incontra il nostro habitat, l’acqua, e ci passa attraverso.

Il suono che vorremmo disperatamente sentire adesso è quello delle bracciate che, ritmicamente, aiutano a percorrere la lunghezza della vasca.

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Ma è anche il battito del cuore che, affaticato, raggiunge altissime frequenze, quasi come se fosse lui stesso un’onda acustica.

È il suono di una dimensione in cui ci catapultiamo ogni giorno, tuffandoci in acqua, per raggiungere i nostri obiettivi; sensazioni uditive che ci fanno rilassare e sognare, tra bolle e schiuma.


IL CALORE SULLA PELLE

L’interfaccia acqua-mano è la comfort zone del nuotatore: riesce a padroneggiarla come se l’acca-due-o fosse il suo elemento.

Si aggrappa ad essa, la sposta, la spinge con le dita semiaperte per avanzare; la plasma e la rimodella con gli spostamenti del suo corpo; agita continuamente le molecole, generando onde e schiuma.

Togliamo il cloro e viriamo verso l’acqua nella sua forma di base, più pura. Quella che agogniamo a emulare, è la sensazione che si prova durante una doccia dopo l’allenamento.

Anche a casa c’è la doccia e ci si può allenare a secco – ma non è lo stesso.

Oltre al fatto che la doccia di casa propria è un essere semi-sconosciuto, la cui familiarizzazione è avvenuta solo negli ultimi mesi, in piscina il momento è diverso: ci sono mente e fisico.

Fisico perché il getto caldo diffonde benessere che avvolge tutto il corpo.

I muscoli si rilassano e l’acqua, che prima gli ha sottratto anche l’ultimo brandello di energia rimasta, adesso dona loro un nuovo vigore.

Mente perché, mentre l’organismo si riposa, i pensieri scorrono con sorprendente tranquillità.

Avrò dato il massimo oggi? Chissà cosa ci aspetta domani.

Si ripensa a qualcosa che è andato storto durante l’aerobico, a una ripetuta “stonata” rispetto alle altre discrete, o a una piacevole sorpresa che l’allenamento ha riservato.

Devo finire i compiti.

Le risate e il chiacchiericcio dei compagni di squadra dirottano quel fluire di parole verso altri lidi.

L’unico difetto – o pregio? – di questo momento è che non va mai via il profumo di cloro.


IL PROFUMO DI CLORO

Non è un semplice odore, è un marchio distintivo. È un profumo quello che si avverte già in spogliatoio, appena entrati.

È una fragranza familiare, che impregna la pelle anche dopo la più lunga delle docce.

E non solo: anche il cofano della macchina e il bagno di casa dove costume, accappatoio e asciugamano occupano la lunghezza di un termosifone.

Quella miscela di sensazioni olfattive, che solo i vapori di cloro possono scatenare, è profumo di casa.


INTEGRATORE, DOLCE NETTARE

Hai appena finito il set centrale di un allenamento dal chilometraggio esagerato, e sei nel pieno regime di carico. I battiti sfiorano i 180 al minuto, le guance sono rosse e il respiro è corto.

Ti appoggi alla corsia, trafelato; alzi il braccio quanto basta per afferrare la borraccia sul muretto.

Oh, dolce nettare! Il gusto della bevanda zuccherina t’invade la bocca, mentre speri che quei pochi sorsi di integratore ti rifocillino almeno un po’.

Quel sapore fruttato, in mezzo a tutto il contesto, comincia a mancare.


LA PROSPETTIVA DAGLI OCCHIALINI NUOVI

Cos’è più esteticamente soddisfacente, per un nuotatore?

Forse un’enorme piscina libera, all’aperto, dove il sole crea simpatici giochi di luce con l’acqua.

Forse un nuotatore (o una nuotatrice) dal fisico asciutto, dai lineamenti particolarmente armonici e di bella presenza.

Ciò che più compiace la vista, in realtà, è guardare sott’acqua con un paio d’occhialini nuovi.

Appena scartati dalla confezione si indossano e, durante la prima nuotata battesimale, ci si augura che possano essere fedeli compagni per il più alto numero possibile di allenamenti e gare.

La nitidezza dei colori, i contorni ben delineati, nessun cenno di appannamento. Tutti fattori e sensazioni che ti fanno apprezzare ancor di più la familiare texture di mattonelle della piscina e, perché no, scoprire nuovi dettagli.

Persino le bolle sembrano sfere perfette, e la schiuma non più un ammasso informe lattiginoso.

In questo periodo di sconforto, non ci resta che farci forza e allenarci a casa con quel che si può: stringendo i denti, torneremo a vedere il futuro radioso come se indossassimo un paio d’occhialini nuovo.


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Profilo Autore

Sofia
Sofia
Studentessa di Chimica, nuotatrice agonista, aspirante scrittrice: non necessariamente in quest’ordine. Forse l’unica nuotatrice al mondo che trova divertenti i 200 farfalla, ma le sue gare preferite in assoluto sono i 100 farfalla e i 100 stile. Membro della redazione, il suo compito? Raccontare storie di cloro sul mondo natatorio e le sue dinamiche per affascinare i meno appassionati, per strappare un sorriso dopo la stanchezza di fine allenamento o, semplicemente, per far battere il cuore agli atleti della community e farli innamorare del nuoto come la prima volta.