Affrontare le proprie paure è una sfida cruciale sia nella vita quotidiana che nello sport. In particolare, la paura dell’acqua e il timore di non essere all’altezza possono sembrare ostacoli insormontabili che minano la sicurezza e la performance degli atleti. Questo mese con la psicologa sportiva Guendalina Brizzolari esploriamo le dinamiche della paura, svelando come essa influenzi fisicamente e mentalmente l’individuo, e offre strategie efficaci per superare questi timori. Attraverso un approccio consapevole e tecniche validate, è possibile trasformare la paura da nemico a alleato, aprendo la strada a miglioramenti significativi sia sul piano personale che competitivo.
“Il mio primo ricordo in piscina risale a un paio d’anni dopo. Sono nella vasca dei bambini, quella con l’acqua bassa, insieme alla mia insegnante, Sonia. Era severissima, mi rimproverava perché non ero capace di fare bolle buttando fuori l’acqua. Diceva a mia madre che mi ostinavo a non mettere la testa sott’acqua. Forse avevo paura. Quel respiro, molti giorni più avanti, sarebbe diventato una questione seria per me.”
Dal libro Oro
Di Federica Pellegrini
“Ho imparato a non aver paura della paura, sembra una stupidaggine dire che è passata la crisi della paura, ma sono diventata adulta, imparando la disciplina, il successo, il fallimento, il senso di responsabilità, allenando il mio talento con feroce determinazione”.
Dal libro Federica Pellegrini
Di Stefano Arcobelli
“Ero terrorizzata. Matteo, prima di ritirarsi in piccionaia a fare le riprese, provò a rasserenarmi.: “Giulia, sei qui. Lavorare, hai lavorato. Faticare, hai faticato. Rimpianti non ne abbiamo. Fai il tuo personale… Non dissi nulla. Ma quelle parole mi caricarono”.
Dal libro Sono sempre io
Di Giulia Ghiretti
Cos’è la paura?
La paura è un’emozione che agisce in sordina, ci sorprende improvvisamente, ci blocca e ci pietrifica. Può manifestarsi come timore di non essere all’altezza, paura della paura stessa e persino terrore di vincere. Ogni paura, che sia di un individuo o di un atleta, ha un suo significato, talvolta più di uno. Essa contrae i muscoli, stringe lo stomaco e talvolta ci fa sentire un nodo alla gola.
Essendo un’emozione innata, la paura ci protegge attivando la risposta di attacco o fuga. Tuttavia, se essa supera una certa soglia, può prendere il controllo, influenzando negativamente l’esito di una competizione e l’esperienza dell’atleta.
Come gestire e superare la paura?
È naturale e fondamentale provare paura: essa è un’emozione primaria che ci mantiene al sicuro dai pericoli. Il primo passo per gestirla è riconoscerla: cosa sto provando in questo momento? Come mi sento? È importante dare un nome ai propri sentimenti in modo non giudicante e intercettare i segnali sia nel corpo sia nei pensieri. Spesso, la paura ci impedisce di sfruttare appieno le nostre capacità, spingendoci a concentrarci su pensieri negativi come “andrà male” o “non ce la farò”.
Quando percepiamo segnali di paura o tensione, è vitale indirizzare la nostra energia verso pensieri utili e positivi, cercando di calmarsi. Utilizzare una respirazione profonda diaframmatica può aiutare, incrementando l’ossigeno nel sangue e rilassando il corpo.
Anche se il corpo si prepara a fronteggiare un pericolo che non esiste realmente, come l’acqua o la competizione stessa — ambienti che dovrebbero essere visti come opportunità uniche di sfida — la paura può prevalere, manifestandosi con sintomi come braccia contratte, pensieri negativi, respiro affannoso e battito accelerato, e spesso ciò impedisce di replicare le prestazioni ottenute in allenamento.
Si può eccellere nelle competizioni imparando a gestire le proprie emozioni, compresa la paura, fin dai primi allenamenti.
È fondamentale comprendere i significati profondi, anche quelli nascosti, della paura, e imparare varie tecniche e strategie per controllarla durante le gare importanti. Con il giusto allenamento, è possibile migliorare.
Un sincero in bocca al lupo a tutti voi che, attraverso le vostre emozioni, affrontate le sfide quotidiane. Continuate a nutrire i vostri sogni: essi vi renderanno vivi e vi guideranno verso i vostri obiettivi.
Guendalina Brizzolari
Psicologa dello Sport
www.psicologadellosport.it
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Profilo Autore
- Ho conseguito la Laurea Specialistica in Psicologia Clinica nel 2011 presso l’Università degli Studi di Bologna, ho superato l’esame di abilitazione alla professione di Psicologo iscrivendomi nel 2012 all’Albo degli Psicologi della Toscana n. 6592. Da sempre sono appassionata di sport e fermamente convinta del valore educatico dello sport nella crescita di ogni individuo e dell’importanza dei processi mentali nelle performance sportive di ogni atleta/persona. Il suo benessere al centro! Infatti mi sono specializzata conseguendo il Master in “Mental Training e Psicologia dello Sport” ed il Corso FIT “Preparatore Mentale di 1°livello nel Tennis”, approfondendo ad esempio con seminari e corsi tematici, su biofeedback nello sport, basi di PNL, training autogeno, ansia e disturbi psicosomatici etc. Faccio parte della FIPSiS Federazione Italiana Psicologi dello Sport e faccio sono nel Registro di Psicologia e Coaching nello Sport . Svolgo attività in studio in libera professione con consulenze psico-sportive per Atleti (percorsi di mental training, gestione ansia pre-gara-gestione dell’infortunio), consulenze psico-sportive per Allenatori ( organizzo anche Corsi di Formazione per gli staff tecnici) e consulenze psicologiche di sostegno e promozione del benessere (consulenze psicologiche individuali e sostegno alla genitorialità). Parallelamente svolgo attività “in campo” presso Società Sportive attraverso progetti creati ad hoc. Faccio divulgazione alla cittadinanza sull’importanza dell’attività sportiva e in contesti sportivi, affrontando le principali tematiche di psicologia dello sport (anche scrivendo articoli in siti online di sport). Mente e corpo facce di una stessa medaglia, entrambi allenabili per ottenere grandi risultati.
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