I Giochi Olimpici sono pieni di campioni, record e storie, ma sono anche un’incredibile enciclopedia di momenti particolari, divertenti, emozionanti e tristi. Uno tra questi è certamente la storia di Greta Andersen, nuotatrice danese che rischiò di annegare durante le stesse Olimpiadi in cui ha vinto due medaglie.


LA STELLA DEL NUOTO DANESE

Greta Marie Andersen nacque il 1° maggio 1927 a Copenaghen da Peter e Charlotte Andersen. Suo padre era stato un ginnasta vincitore di una medaglia d’argento ai Giochi Intercalati del 1906, una sorta di Olimpiadi provvisorie tenutesi ad Atene.

Greta aveva 12 anni quando nella primavera del 1940 i nazisti occuparono la Danimarca e i suoi genitori – temendo che le forze tedesche potessero farle violenza – le tagliarono i capelli e la vestirono da maschio per i cinque anni dell’occupazione. Greta, in seguito all’incoraggiamento del padre, iniziò a nuotare in una piscina comunale all’età di 16 anni dove venne notata dall’ex medaglia di bronzo olimpica Else Jacobsen che divenne il suo allenatore.

Nel 1946 passò al Christian Gymnasiastbevægelse (DKG) della Danimarca, dove fu allenata dalla famosa insegnante di ginnastica Ingeborg Paul Petersen e nuotò con le altre medaglie danesi Karen Margrethe Harup e Fritze Carstensen.

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Si divise tra la sua passione per la ginnastica artistica e il nuoto, me fu proprio in acqua dove eccelse. Nella sua prima competizione internazionale, i Campionati europei a Monte Carlo del 1947, vinse la medaglia d’oro nella staffetta 4x100m stile libero e il bronzo nei 100m stile libero.


LA CONSACRAZIONE OLIMPICA E L’ANNEGAMENTO SFIORATO

Il coronamento della sua carriera arrivo l’anno dopo alle Olimpiadi di Londra del 1948, i primi giochi che si tennero dopo la pausa di 12 anni causata dalla guerra. La nuotatrice danese, considerata l’atleta da battere, scese in vasca con la pressione che gravava sulle sue spalle e le aspettative che seguivano ogni sua bracciata. Vinse la medaglia dal metallo più prezioso nella gara regina al femminile, i 100m stile libero, a cui si aggiunge un argento nella staffetta femminile della 4x100m stile libero.

Dopo il gran successo ottenuto in due eventi, Greta era comprensibilmente la favorita per la vittoria nei 400 stile libero. Questa gara però coincideva con il ciclo della Andersen e, non volendo diminuire le sue possibilità di successo, la nuotatrice si è sottoposta a un’iniezione per ritardare le mestruazioni.

Non riuscì però a terminare la gara dei 400 metri stile libero a causa di improvvisi crampi allo stomaco. Proprio quando si stava avvicinando alla fine della gara, svenne, precipitando sul fondo della piscina. Fortunatamente, altri atleti si accorsero del suo malessere e nuotarono per salvarla, compreso un giocatore di pallanuoto della squadra ungherese e le compagne Nancy Lees e Elemér Szathmáry.


LA CARRIERA DOPO L’OLIMPIADE E IL NUOTO IN ACQUE LIBERE

Nulla di ciò che accadde impedì alla Andersen di continuare la sua carriera di nuotatrice. Nel 1950 partecipo ai suoi Campionati europei a Vienna dove sali sul gradino più alto del podio nei 400m stile libero, vincendo poi un bronzo nei 100 stile libero e la medaglia d’ argento nella staffetta 4×100 stile libero. Partecipò alle Olimpiadi di Helsinki nel 1952, prendendo parte a tre gare ma la sfortuna tornò a colpire. Un intervento chirurgico al ginocchio non le permise di dare il meglio di sé e non riuscì a conquistare alcuna medaglia. Il suo miglior risultato a quei Giochi fu un quarto posto nella staffetta 4×100 stile libero.

Nella sua carriera Andersen ha vinto nove campionati danesi individuali, diversi campionati a squadre e quattro titoli scandinavi individuali.

Dopo Helsinki, la Andersen si trasferì negli Stati Uniti, dove si dedicò al nuoto di maratona e si fece nuovamente notare. Nel 1958 divenne la prima persona a nuotare il Canale di Santa Catalina in entrambe le direzioni. Nel 1965 ha nuotato il Canale della Manica per un totale di sei volte, diventando la prima donna a farlo. Detiene ancora i record di velocità femminile in entrambe le direzioni: Francia-Inghilterra (11 ore e 1 minuto) e Inghilterra-Francia (13 ore e 10 minuti).

L’amore della Andersen per l’acqua è continuato anche dopo il suo ritiro dal nuoto professionistico. Dal 1960 gesti la Greta Andersen Swimming School in California. Nel 1969, la Andersen è stata inserita nella International Swimming Hall of Fame. 


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GRETA ANDERSEN: LA PRIMA STELLA DEL NUOTO DANESE 5
Margherita Scarcella