Il nostro viaggio nella storia del nuoto non può non fare tappa nell’Europa romantica del XIX secolo, ambientazione perfetta per le straordinarie e incredibili imprese di Lord Byron. Conosciuto dai più per essere stato uno dei più importanti poeti romantici inglesi e considerato la prima vera celebrità moderna, Byron è stato un personaggio dal carattere trasgressivo e ribelle, nonché grande amante dell’acqua.
George Gordon Noel Byron nasce a Londra il 22 gennaio 1788. Nel 1798, alla morte del prozio, George Gordon ne eredita il titolo nobiliare diventando così il sesto barone Byron di Rochdale. Nel 1809, dopo aver completato gli studi presso il Trinity College di Cambridge, il giovane Lord Byron parte per il Grand Tour in Europa, che sarebbe durato all’incirca due anni. Si racconta che il giovane Lord parte con al seguito un innumerevole quantità di bagagli, oltre che un corvo, un falco, dei grossi gatti, una volpe e due scimmie. Durante la tappa in Grecia del suo tour europeo Byron compie la prima delle sue imprese natatorie. Il suo obiettivo era quello di celebrare la leggenda di Leandro e della sua amata Ero.
Per raccontare questa impresa bisogna quindi fare un tuffo nella mitologia greca. Secondo la leggenda, Leandro è un giovane ragazzo di Abido, antica città posta sul lato europeo dell’Ellesponto. Leandro, durante una festa in onore della Dea Afrodite tenutasi nella città di Sesto, situata sul lato asiatico dello stretto, si innamora di Ero, sacerdotessa di Afrodite.
Il loro amore è talmente grande che Leandro inizia ad attraversare ogni notte lo stretto a nuoto, guidato dalla fiaccola che la sua amata Ero teneva accesa in cima alla sua torre. Una notte, però, il mare agitato e il vento forte spengono la fiaccola di Ero e Leandro, in balìa del mare in tempesta, perde la rotta e annega tra le onde. Il corpo inerme di Leandro naufraga sotto la torre di Ero che, al mattino, vedendo il cadavere del suo amato, si getta dalla torre affinché nemmeno la morte li possa separare (leggi il racconto).
Inseguendo le orme di questo mito, Byron decide di attraversare anche lui lo stretto. Il 3 maggio 1810 la fregata Salsette, su cui il barone viaggiava, approda nell’Ellesponto e Lord Byron, accompagnato dal Tenente Ekenhead – abile nuotatore dell’equipaggio della Salsette – percorre il leggendario tratto di mare che separa le antiche città di Abido e Sesto. Byron impiega un’ora e dieci minuti per nuotare una distanza che viene calcolata – per via del percorso non rettilineo dovuto alle forti correnti che caratterizzano quel tratto di mare – in oltre quattro miglia.
Nel luglio 1811 Lord Byron fa ritorno in patria e nel giro di pochi anni il successo letterario lo travolge, così come viene travolto dagli scandali morali e sessuali – Byron era bisessuale – che lo portano nel 1816 ad auto-esiliarsi dall’Inghilterra, troppo puritana per la sua vita libera. S’imbarca così per il continente, vivendo per qualche tempo in Svizzera e poi in Italia, a Venezia, dove si ferma per tre anni.
Sono molte le leggende riguardanti Byron ambientate a Venezia. Alcune narrano che Byron amava nuotare nei canali della Serenissima e spaventare i turisti e i passanti sorprendendoli da dietro, saltando fuori dall’acqua. Altre ancora raccontano di come il poeta sia stato con più di duecento donne durante il suo soggiorno veneziano… l’unica storia certa, tuttavia, è quella che vede Byron partecipare a una gara di nuoto: partenza dal Lido e traguardo al ponte di Rialto, è il giugno 1818 → Questa storia è contenuta all’interno del nostro libro 50 racconti sul Nuoto.
I partecipanti alla gara, oltre al barone, sono Angelo Mengaldo – coetaneo del poeta –, il console britannico Richard Belgrave Hoppner e il gentiluomo scozzese Alexander Scott. Gli sfidanti vengono portati al Lido in gondola e da lì, alle 16:30 di pomeriggio, la gara ha inizio. Da subito è chiaro che il console non sia un gran nuotatore, infatti, cede poco dopo l’inizio della gara. Scott e Mengaldo proseguono a lungo ancora, lottando con Byron, ma entro la metà del canale entrambi hanno già defezionato.
Il solo Byron prosegue alla volta del traguardo. Quattro miglia e mezzo dopo aver preso il mare, senza aver toccato mai terra, il barone arriva al ponte di Rialto. Il poeta, però, non si ferma e prosegue lungo tutto il Canal Grande, fino a giungere a Santa Chiara. Byron nuota per oltre quattro ore mentre gli altri si arrendevano vomitando per lo sforzo. Leggenda vuole che Byron sia stato stretto dal tenero abbraccio di due donne diverse tra la partenza e l’arrivo. Dopo questa impresa i veneziani lo iniziano a chiamare il Diavolo marino.
Un mito romantico senza tempo, quello di Lord Byron, che trova poi la morte – nel 1824 – in Grecia, lottando per l’indipendenza di quella nazione. È certamente affascinante pensare che con le sue imprese Byron abbia contribuito alla diffusione del nuoto nel mondo ottocentesco. Di lì a poco il nuoto agonistico sarebbe nato: pochi anni dopo la morte di Byron, nel 1837, a Londra si svolgono le prime competizioni programmate, che vengono organizzate dalla National Swimming Society.
Ventun anni dopo quel primo evento, nel 1858, a Melbourne, si svolge la prima gara internazionale di nuoto sulla distanza delle 100 yard, gara che gli australiani decidono di definire, in forma solenne, primo Campionato del Mondo → Questa storia è contenuta all’interno del nostro libro 50 racconti sul Nuoto.
E io ti ho amato, Oceano,
e la gioia dei miei svaghi giovanili,
era di farmi trasportare dalle onde
come la tua schiuma;
fin da ragazzo mi sbizzarrivo con i tuoi flutti,
una vera delizia per me.
E se il mare freddo faceva paura agli altri,
a me dava gioia,
Perché ero come un figlio suo,
E mi fidavo delle sue onde, lontane e vicine,
E giuravo sul suo nome, come ora.Lord George Byron
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Ascolta la puntata del nostro Podcast Nuoto Dunque sono dedicata a Lord Byron:
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Profilo Autore
- Una laurea Magistrale in Filosofia presso l'Università di Pavia, un'innata passione per la scrittura, la comunicazione e i social network. Nel 2010, in una serata post allenamento, ho creato nuoto uno stile di vita, da quel giorno mi sono fermamente convinto di una cosa: "tutti i più grandi pensieri sono concepiti mentre si nuota" (semicit). No, dopo 5 anni di università non ho capito se sia peggio Kant o un 400 misti.
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