Melbourne 1956. In quell’anno le olimpiadi estive vennero svolte in un periodo insolito per i canoni a cui oggi siamo abituati, perché si tennero nelle prime settimane di dicembre.

Un’edizione che ha visto il dominio australiano, che dimostrò al resto del mondo la netta superiorità della nazionale oceanica, in special modo sulla potente nazionale statunitense, uscita fortemente ridimensionata da quell’edizione. Fu una rassegna in cui si vide per la prima volta l’inserimento delle gara a farfalla, i 100 per le donne e i 200 per gli uomini.

In questo scenario ricco di novità e conferme, però, brilla più di tutte l’ascesa e il dominio della stella australiana Ian Murray Rose. 


LA NASCITA DEL CAMPIONE

Il ragazzo nato in Inghilterra nel gennaio del 1939 emigrò con la sua famiglia per fuggire dagli orrori della seconda guerra mondiale e crebbe in Australia, durante la sua crescita si mise sempre in mostra per il suo talento, era destinato a fare grandi cose, a dominare nel mezzo fondo.

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Poco prima delle olimpiadi del 1956 tolse ogni dubbio agli allenatori australiani nel decidere se includerlo nella squadra olimpica dato che riuscì ad infrangere i record mondiali sia dei 400 stile libero sia della gara più lunga, i 1500 metri. Nel giro di poco tempo con questo dominio in vasca si inserì subito nella lista dei nuotatori più attesi nell’edizione olimpica che da lì a poco sarebbe iniziata.


IL DOMINIO A MELBOURNE

La prima gara nuotata da Murray Rose furono i 400 metri, visto il tempo nuotato prima dei giochi sembrava non potesse esserci molta possibilità per la medaglia d’oro, anche se la concorrenza non mancava, soprattutto nel  grandissimo amico e coetaneo giapponese Yamanaka e l’ex primatista della distanza l’americano George Breen.

Murray nelle batterie non fece una gara in cui permise di capire la enorme differenza tra lui e il resto della vasca, si è sempre regolato, dosando le forze, giocando mentalmente con l’avversario, dandogli l’illusione di potersela giocare.

Nella finale però, la superiorità nel mezzo fondo esercitata dall’australiano Murray Rose era enorme, rendendo la finale olimpica una sfida unica tra il ragazzo e il cronometro, con una seconda finale che vedeva lottare per il completamento del podio. Rose conquistò così il suo primo oro individuale con tanto di record del mondo annesso (4’27”3). Yamanaka e Green dovettero accontentarsi rispettivamente del secondo e terzo posto. 

Nella gara dei 1500 metri stile libero la musica ancora una volta non cambiò, la sinfonia era notevolmente piacevole per Murray Rose, che ancora una volta scese in acqua nelle batterie limitandosi a mettere la mano davanti a tutti, ma di quel tanto che bastava, infatti ci furono solo 2 decimi tra lui e l’amico Yamanaka.

Il tempo, oltreché la qualifica, gli consentì di conquistarsi il record olimpico, dato che fa capire l’enormità del talento di Rose. Sembrava tutto scontato per la doppietta, ma l’americano Breen, dopo aver perso entrambi i record del mondo e con la rabbia del solo terzo posto conquistato nei 400, scese in acqua con una cattiveria agonistica senza eguali e registrò il nuovo record del mondo, mettendo così in dubbio la vittoria di Rose.

La finale però raccontò di un tracollo di Breen e di un dominio di Murray che dovette fare solo attenzione al rientro all’ultimo di Yamanaka, che però non riuscì ad andare oltre all’argento. Murray conquistò cosi la seconda medaglia individuale ai giochi di Melbourne. 


L’INGRESSO NELLA STORIA

Murray Rose si garantì un posto nell’olimpo del nuoto con queste prestazioni fuori da ogni logica e con l’irriverente modo di gestire le batterie, non andando mai al massimo, sempre cercando di mantenere una buona quantità di energie nel serbatoio, quasi illudendo  gli avversari di non essere cosi lontani da lui, ma quando contava andare a 1000 lui partiva e allora si vedeva l’abisso tra lui e il resto della vasca.

Rose in quell’edizione olimpica vinse un terzo oro, nella staffetta 4×200, che proprio grazie al suo contributo eliminò il resto della concorrenza, e fu il più giovane di sempre a vincere 3 medaglie d’oro olimpiche nella stessa edizione.

In seguito alle olimpiadi di Roma nel 1960 Rose arricchì il suo palmarès con altre tre medaglie: una d’oro nei 400, un argento nei 1500 e il bronzo nella staffetta 4×200. Con la vittoria nei 400 divenne il primo nuotatore di sempre a vincere una gara di mezzofondo in due edizione consecutive. 


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Profilo Autore

Andrea Labagnara
Andrea Labagnara
Andrea, Studente di Psicologia, amante della montagna, della lettura e una passione sconfinata per gli sport. Innamorato del nuoto da diversi anni grazie alle grandi imprese dei campioni che dedicano anima, cuore, corpo e testa a questa meravigliosa disciplina. Non riesce mai star fermo e appena ha del tempo libero si rifugia tra le mille storie dei libri o nella immensa natura delle sue amate montagne svizzere. Deve ancora capire chi diventerà da grande, ma sa che con la forza, la determinazione e la voglia di imparare lo capirà molto presto.