Le Olimpiadi di Barcellona del 1992 rappresentarono un vero e proprio momento di svolta nel mondo del nuoto, uno di quei punti nella storia che spesso chiamiamo “ricambio generazionale” e che vede due atleti scrivere un passo significativo della loro vita sportiva.
Da un lato, la piscina Bernat Picornell ha visto la nascita di quello che fu uno dei maggiori interpreti dello stile libero veloce tra vecchio e nuovo millennio, il russo Aleksandr Popov, dominatore incontrastato fino ai primi anni 2000 che coincisero con l’arrivo dell’olandese Pieter Van den Hoogenband.
Dall’altro, le Olimpiadi del ’92 segnarono la fine dell’epopea di Matt Biondi, il nuotatore statunitense capace di vincere 7 medaglie in una sola edizione dei Giochi Olimpici, tra i più grandi nuotatori della storia del nuoto internazionale, secondo solo ai connazionali Michael Phelps e Mark Spitz.
Uno scontro storico che trovò la massima espressione nella gara dei 50 stile libero dove i due atleti si trovarono rispettivamente sul primo e secondo gradino del podio, dando così vita a un vero e proprio passaggio di consegne intrinseco di valore.
I PROTAGONISTI
Per meglio comprendere l’importanza dei 50 stile libero delle Olimpiadi di Barcellona 1992, bisogna prima conoscere meglio i protagonisti del nostro racconto e contestualizzarli in un panorama diverso da quello attuale.
Partendo dal passato che stringe la mano al presente, Matt Biondi arrivò alle Olimpiadi di Barcellona 1992, per lui terza rassegna a cinque cerchi, come uno dei migliori nuotatori della storia internazionale. Apparso per la prima volta ai Matt Biondi si presentò sul palcoscenico internazionale durante i Giochi di Los Angeles del 1984 nei quali si qualificò per la staffetta 4×100 stile libero dove vinse l’oro, siglando anche il nuovo primato mondiale. Per il giovane Matt Biondi fu il primo gradino di una lunga carriera che tra il 1984 e il 1986 lo portò a vincere diversi titoli internazionali.
Quattro anni più tardi quel primo gradino, le Olimpiadi di Seul 1988 segnarono la reale consacrazione dello statunitense che, in una sola edizione a cinque cerchi, fu in grado di vincere 7 medaglie, di cui 5 ori.
- Oro nei 50 stile libero
- Oro nei 100 stile libero
- Oro nella 4×100 stile libero
- Oro nella 4×200 stile libero
- Oro nella 4×100 mista
- Argento nei 100 delfino
- Bronzo nei 200 stile libero
Un risultato straordinario, quasi storico. A far meglio di lui, almeno fino a quel momento, era riuscito solamente Mark Spitz che nel 1972 riuscì a vincere 7 medaglie d’oro, record che fu poi battuto nel 2008 dall’immenso Michael Phelps, in grado di vincere 8 titoli a cinque cerchi. Fino al 1988, in ogni caso, quella di Biondi restava una delle più grandi prestazioni mai viste, confermando dunque lo statunitense come uno dei nuotatori più vincenti, oltre che il vero e proprio padrone dello stile libero degli anni ’80.
Dall’altro lato, il russo Aleksandr Popov si apprestava a presentarsi al palcoscenico internazionale. Nato a Sverdlovsk il 16 novembre 1971, le Olimpiadi del 1992 furono la prima occasione internazionale per il giovane Popov, all’epoca appena 21enne.
Il mondo ancora non lo sapeva ma quel giovane ragazzo della neo nata Russia avrebbe dominato lo stile libero degli anni ’90, confermandosi uno dei più forti tra vecchio e nuovo millennio e considerato da tutti lo “Zar” del nuoto. La doppietta 50 e 100 stile libero del 1992 venne confermata quattro anni più tardi alle Olimpiadi di Atlanta del 1996 mentre a Sydney riuscì a conquistare “solamente” un argento nella gara regina.
LA GARA
Quella gara così breve quanto lunga e indelebile nella storia si disputò il 30 luglio 1992, nella calda Barcellona che accoglieva i Giochi Olimpici. La strapotenza e l’eleganza del russo, ai molti ancora sconosciuto, si vide sin dalle batterie quando nuotò in 22”21, con oltre un decimo dall’americano (22”32).
Il nuoto, abbiamo detto, nel 1992 era ancora molto diverso da oggi, così come il modo di competere. Nonostante il rilievo di prima importanza dei Giochi Olimpici, non era usanza la fase intermedia delle semifinali così che nel pomeriggio si tenne direttamente la finale, composta da una finale B che racchiudeva gli atleti dalla nona alla sedicesima posizione, e una finale A con gli 8 atleti qualificati al mattino.
Le corsie centrali, come ovvio, erano occupate dai protagonisti della sfida che dal piano sportivo si apprestava a indossare anche una veste politica. Del resto, sono gli anni del cambiamento, degli USA che vincono sull’URSS, ormai sconfitto e inesistente. È inevitabile che quello che in principio era un duello sportivo assume intrinsecamente anche una connotazione politica.
20 secondi possono sembrare un nulla, un lasso di tempo inesistente oppure, per altri, possono diventare lunghissimi e garantirti la gloria eterna. Quel 30 luglio del 1992, 21”91 secondi garantirono ad Aleksandr Popov la gloria eterna, la medaglia d’oro e il nuovo Record Olimpico.
Negli anni, il giovane Popov riuscì a migliorare il proprio tempo nei 50 stile libero e durante i Trials olimpici del 2000 siglò il nuovo Record del Mondo con il tempo di 21”64, tempo che solamente Eamon Sullivan nel 2008, con l’avvento dei costumi in poliuretano, fu in grado di migliorare.
Per molti quella gara del 30 luglio 1992 poteva sembrare una gara qualsiasi. Solo negli anni si scoprì che altro non era che un appuntamento con la storia.
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Profilo Autore
- Laureata in Scienze Linguistiche, è entrata in piscina per la prima volta alla tenera età di 3 anni e da quel momento non se n'è più andata. Aspirante giornalista e intervistatrice per diletto, le piace parlare (dicono sia anche logorroica) e vivere di emozioni. Lo Sport è così importante che ha scelto un Master in Sport Digital Marketing & Communication.
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