Articolo del 7 novembre 2018 – in data 27 febbraio 2020 Filippo Magnini è stato assolto dalla squalifica dal TAS di Losanna che ha ribaltato la sospensione di 4 anni → DOPING, ASSOLTO FILIPPO MAGNINI: “TREMO DALLA GIOIA”
Il Tribunale nazionale antidoping ha squalificato per quattro anni Filippo Magnini per la violazione dell’articolo 2.2 del codice WADA (World Anti-Doping Agency) per tentato uso di sostanze dopanti. La sentenza arriva a conclusione dell’indagine antidoping che si è mossa dall’inchiesta penale della Procura di Pesaro sul medico Guido Porcellini (ex dietologo e mentore del capitano del nuoto azzurro). L’atleta azzurro è stato invece assolto dai seguenti capi:
- favoreggiamento (articolo 2.9)
- somministrazione o tentata somministrazione di sostanza vietata (articolo 2.8)
In questo articolo cercheremo di ricostruire passo passo l’indagine che ha portato alla squalifica per doping di Filippo Magnini.
FACCIAMO UN PASSO INDIETRO
L’inchiesta non è nuova: la procura NADO aveva aperto un fascicolo su Filippo Magnini e Michele Santucci nell’ottobre 2017, muovendosi dall’inchiesta penale della Procura di Pesaro sul medico romagnolo Guido Porcellini, accusato di commercio di prodotti dopanti, falso e ricettazione, e somministrazione di medicinali scaduti.
Guido Porcellini era il medico e dietologo di Filippo Magnini ed è proprio per questo che l’ex campione mondiale dei 100sl è entrato, in un primo momento, nel registro degli indagati (in qualità di possibile testimone) dell’inchiesta penale a carico di Porcellini. Tuttavia, la Procura di Pesaro, in data 1° giugno 2017, ha accertato che l’ex capitano del nuoto azzurro fosse completamente estraneo alla vicenda.
L’INCHIESTA NADO
Il processo nei confronti di Guido Porcellini ha condotto all’apertura di un fascicolo su Filippo Magnini e Michele Santucci da parte della NADO (l’organizzazione antidoping nazionale) che ha iniziato un’inchiesta autonoma per verificare possibili violazioni al codice dell’agenzia mondiale antidoping WADA (l’indagine in corso, quindi, riguarda esclusivamente la giurisdizione sportiva antidoping).
La procura NADO ha quindi chiesto, nel giugno del 2018, Otto anni di squalifica per doping a Filippo Magnini, contestando le seguenti violazioni al codice WADA:
- consumo o tentato consumo di sostanze dopanti (articolo 2.2)
- favoreggiamento (articolo 2.9)
- somministrazione o tentata somministrazione di sostanza vietata (articolo 2.8)
Al centro dell’inchiesta un colloquio di Magnini con Santucci sulla fornitura di “funghi”, la richiesta a Guido Porcellini di inviargli “dati per il mio amico”, e una frase – contestata nell’interrogatorio di aprile – in cui Magnini, rivolgendosi a Santucci, parla dell’inutilità di andare al Mondiale senza assumere i prodotti indicati dal medico amico (Fonte: Gazzetta dello Sport).
LA SENTENZA
Il 6 novembre 2018 è arrivata la sentenza in primo grado emessa dal Tribunale Nazionale Antidoping: Magnini e Santucci sono stati riconosciuti colpevoli di aver violato l’articolo 2.2 del codice Wada (uso o tentato uso di sostanze dopanti) e sono stati squalificati per 4 anni. La pena è stata dimezzata rispetto alla richiesta della procura NADO, inoltre l’atleta è stato assolto da due dei 3 capi di accusa contestati:
L’atleta azzurro è stato invece assolto dai seguenti capi:
- favoreggiamento (articolo 2.9)
- somministrazione o tentata somministrazione di sostanza vietata (articolo 2.8)
IL COMMENTO DI MAGNINI
“È una sentenza che era già scritta e per questo sono incazzato nero. Il procuratore Laviani mi ha detto a processo sbattendo i pugni sul tavolo: `Basta, ormai è una questione personale´. Parliamo di un accanimento, di una forzatura. Non ci sono prove, anzi le prove dimostrano il contrario. Faremo sicuramente ricorso“. L’ex capitano del nuoto azzurro continua poi: “Ho una bellissima famiglia e una ragazza che mi segue in tutto e che amo. Non mi faccio toccare minimamente dalle cose ridicole che dice certa gente, di cui non ho alcuna stima”, aggiunge l’ex nuotatore azzurro, Filippo Magnini.”
IL COMUNICATO STAMPA DI FEDERNUOTO
Fonti per la scrittura dell’articolo:
– La Gazzetta dello Sport
– Ansa
– Rai
Articolo del 7 novembre 2018 – in data 27 febbraio 2020 Filippo Magnini è stato assolto dalla squalifica dal TAS di Losanna che ha ribaltato la sospensione di 4 anni → DOPING, ASSOLTO FILIPPO MAGNINI: “TREMO DALLA GIOIA”
I DUE ORI MONDIALI
Filippo Magnini raggiunge l’apice della sua carriera tra il 2005 e il 2007. Nel 2005, a Montreal, diventa il primo italiano a vincere il titolo mondiale nella gara regina (100sl), il suo crono 48″12 è il nuovo record italiano, seconda prestazione all time, a soli 28 centesimi dal record mondiale di van den Hoogenband. Due anni dopo, a Melbourne, Re Magno riesce nella storica impresa di difendere il titolo mondiale: nuota la finale dei 100sl in 48″43, oro pari-merito con Brent Hayden, canadese. Il successo lo fa diventare il terzo nuotatore di tutti i tempi a confermarsi campione mondiale nella gara regina per due edizioni mondiali consecutive (in precedenza erano riuscite nell’impresa solamente due leggende del nuoto mondiale: Matt Biondi e Aleksandr Popov) → LEGGI LA BIOGRAFIA DI RE MAGNO
Lo sport deve continuare ad essere sinonimo di benessere, salute, lealtà, onestà; lo sport deve continuare a schierarsi con forza contro il doping. Il doping c’è e va combattuto, negarlo significa agevolarne la diffusione!
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