Per rispondere a questa domanda, è utile soffermarsi innanzitutto sul concetto di squadra – e quindi di gruppo – in uno sport individuale come il nuoto. Sentirsi parte di una squadra, sostenuti e riconosciuti, contribuisce non solo alla prestazione sportiva, ma anche al benessere personale. Il senso di appartenenza, la percezione di poter dare il proprio contributo come atleta e come persona, spesso va ben oltre i confini della piscina: diventa parte della propria quotidianità.
Nel tempo si creano legami: di amicizia, di stima, di condivisione. Il gruppo, in fondo, non è solo la somma dei suoi membri, ma qualcosa di più. Una realtà autonoma, fatta di obiettivi comuni, fatiche condivise, risorse inaspettate. Un organismo vivo, che prima non esisteva e che prende forma grazie a ogni singolo contributo.
Anche nel nuoto – sport spesso vissuto come individuale – è possibile sentire il peso della solitudine quando manca il supporto del gruppo. È quindi fondamentale essere consapevoli del proprio modo di comunicare e di comportarsi all’interno della squadra, e lavorare – se necessario – su eventuali mancanze di coesione, di ascolto, di apertura reciproca.
Conflitto o coesistenza?
Entrando nel vivo della domanda, come si può bilanciare il desiderio di una prestazione individuale con il senso di appartenenza alla squadra? Come posso dare il massimo di me stessa, sapendo che in batteria gareggerò accanto a due compagne con cui, magari, farò anche la staffetta?
Vista con gli occhi di un giovane atleta, questa domanda può nascondere contraddizioni, sensi di colpa e un terreno emotivo complesso da esplorare.
Con il tempo, però, grazie all’esperienza e alla crescita personale, si può arrivare a comprendere che questi due mondi – individualità e spirito di squadra – non sono in contrasto. Possono coesistere. Si può cercare di esprimere al massimo il proprio potenziale, in gara come in allenamento, e allo stesso tempo dare forza alla squadra. Si può puntare a una prestazione personale eccellente, per poi contribuire con orgoglio e determinazione a quella staffetta che tutte sappiamo essere imbattibile.
Un percorso accompagnato
Questo equilibrio si costruisce giorno dopo giorno, nel fluire della vita sportiva, affiancati da figure educative e genitoriali che sappiano accogliere emozioni, dubbi, “non so”, paure e domande. Emozioni belle o difficili che siano, è importante trovare uno spazio sicuro, un porto in cui approdare senza timore di essere giudicati.
Il benessere dell’atleta, prima di tutto. Sempre.
E se questi conflitti interni generano ansia, tristezza o senso di colpa, non bisogna ignorarli: è il momento giusto per cercare aiuto, per essere accompagnati in una nuova tappa del proprio percorso. Le risorse ci sono, dentro di sé e attorno a sé.
In bocca al lupo a tutti e tutte! Fidatevi di voi stessi e di voi stesse, e non abbiate paura di sperimentare l’indecisione e l’incertezza. Insieme alle vostre risorse e a chi vi è vicino, imparerete a starci dentro e – piano piano – a vedere con più chiarezza.
Guendalina Brizzolari
Psicologa dello Sport
www.psicologadellosport.it
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Profilo Autore

- Ho conseguito la Laurea Specialistica in Psicologia Clinica nel 2011 presso l’Università degli Studi di Bologna, ho superato l’esame di abilitazione alla professione di Psicologo iscrivendomi nel 2012 all’Albo degli Psicologi della Toscana n. 6592. Da sempre sono appassionata di sport e fermamente convinta del valore educatico dello sport nella crescita di ogni individuo e dell’importanza dei processi mentali nelle performance sportive di ogni atleta/persona. Il suo benessere al centro! Infatti mi sono specializzata conseguendo il Master in “Mental Training e Psicologia dello Sport” ed il Corso FIT “Preparatore Mentale di 1°livello nel Tennis”, approfondendo ad esempio con seminari e corsi tematici, su biofeedback nello sport, basi di PNL, training autogeno, ansia e disturbi psicosomatici etc. Faccio parte della FIPSiS Federazione Italiana Psicologi dello Sport e faccio sono nel Registro di Psicologia e Coaching nello Sport . Svolgo attività in studio in libera professione con consulenze psico-sportive per Atleti (percorsi di mental training, gestione ansia pre-gara-gestione dell’infortunio), consulenze psico-sportive per Allenatori ( organizzo anche Corsi di Formazione per gli staff tecnici) e consulenze psicologiche di sostegno e promozione del benessere (consulenze psicologiche individuali e sostegno alla genitorialità). Parallelamente svolgo attività “in campo” presso Società Sportive attraverso progetti creati ad hoc. Faccio divulgazione alla cittadinanza sull’importanza dell’attività sportiva e in contesti sportivi, affrontando le principali tematiche di psicologia dello sport (anche scrivendo articoli in siti online di sport). Mente e corpo facce di una stessa medaglia, entrambi allenabili per ottenere grandi risultati.
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