Osservando il medagliere azzurro dopo le prime due giornate di gare non possiamo che sorridere. Le medaglie sono 8: due ori, un argento e ben 5 bronzi. La cosa più interessante, a oggi, è che le tre medaglie più pregiate sono arrivate da tre nuotatrici: Benedetta Pilato (classe ’05), Simona Quadarella (classe ’98) e Martina Carraro (classe ‘ 93). Tre prestazioni di spessore assoluto e tre sogni nel cassetto nel lungo e tortuoso cammino verso Tokyo 2020.

Nessuna di queste tre medaglie è capitata per caso. Sono tre conferme bellissime. In primis quella di Benedetta Pilato, vincere una medaglia continentale a soli 14 anni, al primo appuntamento davvero importante dopo Gwangju è qualcosa di stellare. È vero, sì, i 50 rana non sono una distanza olimpica. Martina Carraro, però, è anche bronzo mondiale in carica nei 100 e l’argento di ieri ha un significato preciso: il percorso verso Tokyo è quello giusto.

Tornando a Benedetta Pilato, beh sta dimostrando di essere un vulcano imprevedibile, capace di migliorarsi giorno dopo giorno… anche nei 100. Domani ci saranno le batterie e le semifinali, chissà che da qui a 6 mesi non riuscirà a regalarsi il sogno a 5 cerchi. Non parlo di podio o di medaglia, non scherziamo. Bisogna correre, sì, ma non troppo. Nemmeno Phelps vinse a Sydney 2000, eppure sono certo che l’esperienza di vivere le olimpiadi a 15 anni possa essere fondamentale e fondante per la campionessa del futuro, quale tutti quanti speriamo possa diventare.

E poi c’è lei: Simona Quadarella. Una bracciata alla volta sta lasciando dietro di sé una scia di vittorie meravigliosamente belle: 3 ori a Glasgow, un argento ad Hangzhou, un oro e un argento a Gwangju e poi di nuovo un oro a Glasgow, questa volta in vasca corta. Determinata in allenamento e spietata in gara, a soli 21 anni sta diventando il nuovo idolo del nuoto azzurro.

E poi un’onda di altre nuotatrici che stanno emergendo: Costanza Cocconcelli, (oggi record italiano nei 100 misti), Margherita Panziera, Ilaria Cusinato, Martina Rita Caramignoli.

Mi piace pensare che tutto questo, questo movimento di giovani nuotatrici alla riscossa, sia anche merito di Federica Pellegrini. Della sua grinta, della sua determinazione, del suo coraggio, del suo animo un po’ ribelle, del suo carattere talvolta sovversivo. Federica ha ripetuto infinite volte che “lo sport ad alto livello non ostacola assolutamente la femminilità”.

Per 16 anni è stata il punto di riferimento del nuoto azzurro e ha fatto crescere una generazione di nuotatrici che direttamente o indirettamente si sono ispirate a lei. E ora eccole lì, giovanissime e determinate cercheranno di colmare l’enorme vuoto che lascerà Federica Pellegrini quando terminerà di nuotare.

A Tokyo molto probabilmente scenderà in vasca la nazionale italiana più forte di tutti i tempi punto d’incontro tra due generazioni di nuotatrici e di nuotatori, poi tutto cambierà.

Credo fermamente che oltre alle medaglie e ai record, Federica abbia dato al nuoto azzurro qualcosa di semplicemente fondamentale: un sogno da seguire.


Glasgow 2019, link utili:

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Profilo Autore

Federico
Federico
Una laurea Magistrale in Filosofia presso l'Università di Pavia, un'innata passione per la scrittura, la comunicazione e i social network. Nel 2010, in una serata post allenamento, ho creato nuoto uno stile di vita, da quel giorno mi sono fermamente convinto di una cosa: "tutti i più grandi pensieri sono concepiti mentre si nuota" (semicit). No, dopo 5 anni di università non ho capito se sia peggio Kant o un 400 misti.