L’infinito di Giacomo Leopardi è senza dubbio uno dei componenti poetici più celebri del poeta di Recanati. Rimandata l’apertura di palestre e piscine, annullati la Coppa Brema e i Criteria, rimandato il Trofeo Città di Milano e con le Olimpiadi a rischio ci siamo immedesimati nel giovane Leopardi.

Questa volta non c’è nessuna siepe che ostacola il nostro sguardo, ma vi è una pandemia che ci tiene lontani dalla piscina. Così, in questo difficile e odioso far niente, il nuotatore s’immagina come sarà il mondo tra qualche mese, sperando di tornare presto nel proprio elemento naturale.


Un’attesa Infinita

Sempre odioso mi fu questo amaro far niente,
e questa pandemia, che da tanti mesi
dalla piscina di cloro lontan mi tiene.
Ma sedendo e non nuotando, interminate
nuotate di là da quella e sovrumani
allenamenti e profondissima stanchezza
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura. E come il cloro
odo sentir tra le mie stanze, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le passate stagioni, e la presente
olimpica, e il suon delle bracciate.
Così s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.


Nella speranza che questa triste e infinita attesa possa terminare nel minor tempo possibile.

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Profilo Autore

Federico
Federico
Una laurea Magistrale in Filosofia presso l'Università di Pavia, un'innata passione per la scrittura, la comunicazione e i social network. Nel 2010, in una serata post allenamento, ho creato nuoto uno stile di vita, da quel giorno mi sono fermamente convinto di una cosa: "tutti i più grandi pensieri sono concepiti mentre si nuota" (semicit). No, dopo 5 anni di università non ho capito se sia peggio Kant o un 400 misti.