“UNBELIEVABLE“: sulle labbra di Chad le Clos si legge questa unica parola: incredibile. Le mani schiaffeggiano l’acqua in un impeto di gioia, uno sguardo al cielo e un urlo ad esso e gli occhi del neocampione olimpico a stento riescono a trattenere le lacrime. Quella che a molti sembra una normale esultanza dopo una vittoria è in realtà una delle più belle pagine della storia del nuoto.
“Non potete capire cosa significhi per me tutto ciò – è il commento di Chad – è il giorno più bello della mia vita”
Era il 31 luglio 2012 e all’Aquatics Centre di Londra si disputa la finale olimpica dei 200 delfino al maschile. Gli occhi dei tantissimi appassionati sono per Michael Phelps. All’apice della sua carriera, Phelps quasi non conosceva il significato della parola “sconfitta”. Colui che mai – o quasi – era stato battuto cercava, ora, la consacrazione definitiva.
Del resto, erano proprio i 200 delfino ad averlo portato ad essere tra i grandi Campioni del nuoto. Erano i mondiali del 2001 e un giovanissimo Michael Phelps si laureava campione del mondo nei 200 delfino. Da lì in poi un dominio totale nella distanza. Insomma, l’appuntamento con questa gara non era solamente l’ennesima prova per il supercampione, ma la gara del cuore, quella che vuoi fare bene.
Dall’altro lato, in corsia 5, colui che in pochissime bracciate frantumerà i progetti del Kid di Baltimora, Chad le Clos. Nato a Durban, nel sud del suo paese, Chad aveva cominciato a nuotare a 7 anni. E il suo sogno di diventare un nuotatore professionista, di diventare un campione, era nato qualche anno più tardi proprio guardando vincere il suo rivale, colui che è stato ispirazione per tanti. Si potrebbe dire che Le Clos si presentava alle Olimpiadi quasi da sconosciuto: nel suo palmares “solamente” un titolo mondiale in vasca corta, proprio nei 200 delfino, datato Dubai 2010, titolo che però sembra una nullità in confronto al suo avversario.
Quello che stava per succedere, quel pomeriggio di luglio all’Aquatic Centre di Londra, non sarà solamente una vittoria “unbelievable”: sarà una delle pagine più emozionanti della storia del nuoto che ci rivelerà la personalità così vera quanto toccante di Chad le Clos e sarà un vero e proprio punto di svolta nella vita di Michael Phelps. Le luci si abbassano e tra il pubblico cala il silenzio. I nuotatori entrano sul piano vasca, tutto è pronto. Lo spettacolo sta per iniziare!
IL RACCONTO DELLA GARA
A Londra sono le 19:52 e tutto è pronto. Sul blocchetto si ricerca la concentrazione. Phelps sbatte le sue larghe braccia che sembrano quasi ali. Silenzio. “Take your marks“. GO! La finale dei 200 delfino è iniziata.
Chad Le Clos, autore di un’ottima partenza, si mette subito davanti a tutti, complice anche una fase subacquea eccellente. Tuttavia, nella fase nuotata Phelps recupera. Alla virata dei 50 metri c’è già un discreto distacco tra i primi 3 e il resto della vasca. Davanti a tutti c’è il Kid che vira in 24”76, subito dietro Chad Le Clos (24”85) e Matsuda (24”94). Nonostante un piccolo vantaggio accumulato con la prima vasca, grazie alla virata risale anche Stjepanovic, che si mette così in linea con chi sta conducendo la gara.
Nella vasca di ritorno si concretizza il testa a testa tra i tre campioni al centro vasca, con Michael Phelps che conserva sempre la prima posizione e un minimo vantaggio rispetto alla concorrenza. Nel frattempo, in corsia 8 risale anche il serbo Stjepanovic. Alla virata dei 50 metri, dunque, conduce ancora Phelps che vira in 52”88, dietro di lui Chad le Clos con un ritardo di 0.36 e, in terza posizione, Stjepanovic che ha colmato il distacco nei confronti di Matsuda e vira in 53”34.
Nella terza vasca il Kid guadagna ulteriore vantaggio sulla concorrenza e, tra i quattro aspiranti vincitori, si mescolano le posizioni. Alla virata dei 150 metri conduce ancora Phelps in 1’21”93, con un vantaggio di 0.38 nei confronti di Matsuda e di 0.58 nei confronti del sudafricano.
La lotta per l’oro sembra, apparentemente, già chiusa con Michael Phelps autore di una subacquea meravigliosa nella quale ha la possibilità di controllare gli avversari. Il vantaggio è netto: non definitivo, ma certamente importante. E nessuno, nemmeno il più folle dei sognatori, si sarebbe potuto immaginare un recupero da parte di chiunque su un Campione come Michael Phelps.
Ai 175 metri Phelps continua la sua progressione. Le Clos intensifica la sua azione. Matsuda contro Le Clos. Le Clos contro Phelps. 3 atleti, 3 medaglie ma solo una è quella più ambita. Le Clos si fa sotto. Mancano 15 metri, poche bracciate. Le Clos supera Matsuda, Phelps è lì. 5 metri, arrivo.
Phelps o Le Clos?
Il silenzio. Probabilmente, anzi sicuramente, Michael Phelps avrà sentito attorno a sé il silenzio. Sul tabellone un risultato che mai nella sua vita si sarebbe aspettato. Quel ragazzino che si porta gli occhialini al collo perché troppo sbadato lo aveva battuto. Un arrivo sbagliato, quello stesso arrivo che nel 2008 lo aveva portato sull’Olimpo nella gara contro Cavic, ora lo aveva rilegato a un argento che proprio non gli andava giù. Getta la cuffia nell’acqua, sul suo viso la tristezza di chi si sente sconfitto.
UNBELIEVABLE
In corsia 5 un ragazzo e un’intera nazione sono in festa. Con la sua vittoria le Clos regala al suo paese la 9° medaglia d’oro olimpica, la prima nei 200 delfino! “UNBELIEVABLE” sono le parole che rimarranno per sempre nella memoria di tutti noi. Ma soprattutto lo sguardo di orgoglio, gli occhi pieni di lacrime di chi, non solo è arrivato a competere tra i più forti al mondo, ma ha realizzato il suo sogno: diventare come Michael Phelps – o per lo meno, avvicinarsi!
E quella che per tutti è una gara tra le più suggestive del nuoto degli ultimi anni è, sicuramente, una delle pagine più importanti nella carriera del Campione Michael Phelps. Le Olimpiadi di Londra, per il Kid, si concluderanno con 4 ori e 2 argenti. Come annunciato in precedenza, a seguito dei Giochi Olimpici, Michael Phelps concretizzerà il suo ritiro, dedicandosi ad altre attività e al golf. Tuttavia, per colui che è stato il più grande nuotatore di tutti i tempi la sconfitta nei 200 delfino, nella SUA gara, bruciava come la più dolorosa e lacerante delle sconfitte. E sarà proprio quell’argento a portare Michael Phelps a un’importante decisione: ritornare alle competizioni con obiettivo Rio 2016.
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Profilo Autore

- Laureata in Scienze Linguistiche, è entrata in piscina per la prima volta alla tenera età di 3 anni e da quel momento non se n'è più andata. Aspirante giornalista e intervistatrice per diletto, le piace parlare (dicono sia anche logorroica) e vivere di emozioni. Lo Sport è così importante che ha scelto un Master in Sport Digital Marketing & Communication.
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