Sono passati 4291 giorni da quel lontano sabato 3 agosto 2013 quando, nella piscina del Palau Sant Jordi di Barcellona, Katie Ledecky nuotava il suo primo record mondiale negli 800 stile libero.

Durante la finale iridata di Barcellona 2013 Katie andava a migliorare di una manciata di decimi il primato mondiale che apparteneva alla britannica Rebecca Adlington, datato Pechino 2008. In quegli ultimi cinque anni, il nuoto aveva vissuto un cambiamento profondo: era finita l’era dei costumoni gommati, e i tempi tornavano a misurarsi senza l’aiuto dei materiali, in un confronto più diretto tra corpo e acqua.

Un anno prima, a Londra 2012, aveva fatto il suo ingresso nel mondo dei grandi vincendo a soli 15 anni il suo primo oro olimpico. Ancora non lo sapevamo, ma stavamo assistendo all’ascesa della più grande nuotatrice che il mondo avesse mai conosciuto.

Il 3 maggio 2025, 4291 giorni dopo quel primo record mondiale, è ancora sabato. Nella cittadina costiera di Fort Lauderdale si svolgono le Pro Swim Series e Katie è in una forma smagliante. Nell’ultimo giorno di gare ci sono gli 800 stile libero e in acqua c’è ancora una volta lei, Katie.

Negli ultimi 12 anni c’è stato tutto: Olimpiadi, Mondiali, medaglie, record, gloria. Ma anche sconfitte, passaggi a vuoto, momenti in cui le cose sembravano sfuggire. Perché sì, anche Katie è caduta. Ha perso finali, ha subito sorpassi, ha incassato critiche. Ci sono stati anni in cui sembrava che il suo tempo fosse finito, in cui qualcuno pensava che le nuove generazioni avrebbero preso il suo posto.

Eppure, ogni volta, è tornata. Con quella determinazione silenziosa, con quella fame che non si spegne. È tornata a inseguire i suoi stessi limiti, come se ogni traguardo fosse solo un punto di partenza. E così, a distanza di 13 anni dal primo oro olimpico, Katie continua a entrare in acqua per migliorarsi, per riscrivere la storia, per ridefinire ciò che pensiamo sia possibile.

Nel ranking delle 25 migliori prestazioni di sempre negli 800 stile libero, 23 portano il suo nome. Ventitré. Una cifra che fa tremare. Una dittatura silenziosa. Solo bracciate. Solo lavoro. Solo Katie.

Il valore della sconfitta, in una società dominata dal successo

Lei che ha conquistato l’oro olimpico nei 200, 400, 800 e 1500 stile libero. Lei che nel 2015, ai Mondiali Kazan, questi ori ha deciso di vincerli tutti insieme, in un’unica, impressionante rassegna. Non si è limitata a dominare: ha riscritto il significato stesso della parola dominio.

8’04″12. Sesto atto. Sesto record mondiale negli 800 stile libero.

Sono tanti i primati stabiliti durante questo incredibile regno, e con questo nuovo primato è andata ad aggiungerne un altro, perché nessuna donna, nella storia del nuoto, aveva migliorato per sei volte il record mondiale negli 800 stile libero. Katie ha superato un’altra leggenda come Debbie Meyer, che tra il 1967 e il 1968 lo abbassò per cinque volte.

Con le sue imprese Katie Ledecky ha trascinato il nuoto femminile in una nuova era. Ha riscritto lo standard della resistenza, la bellezza della fatica, il coraggio della costanza. Katie ha normalizzato l’eccezionale.

Lei nuota in uno spazio tutto suo. Non è la più forte in mezzo a tante. È l’unica nel suo territorio.

Nel nuoto, come in matematica, ci sono presenze che stanno ai margini: numeri primi, indivisibili, isolati, incollocabili. Katie è uno di questi.
Il suo dominio non ha rivali, non ha confronti, non ha nemmeno antagonisti credibili. Ha costruito una carriera talmente superiore da trovarsi sempre un passo avanti.

Nel romanzo di Paolo Giordano, i numeri primi gemelli rappresentano due entità vicine ma destinate a non incontrarsi mai. Katie incarna questa metafora nel mondo del nuoto: una presenza solitaria che domina le acque, ineguagliabile e inarrivabile. Come quei numeri che non trovano il proprio gemello, Katie nuota senza compagnia. Non per arroganza. Non per scelta. Ma perché nessuna è mai riuscita a starle accanto abbastanza a lungo.

E forse è proprio questo che la rende diversa da tutti. Non il numero di ori. Non i secondi tolti ai cronometri. Ma la costanza con cui si espone al confronto con sé stessa. Guardare Katie nuotare oggi è qualcosa che va oltre lo sport. È assistere a un’opera d’arte ripetuta, che cambia ogni volta in un dettaglio impercettibile. È sentirsi piccoli e privilegiati, come chi assiste al volo di una cometa sapendo che non ne vedrà molte altre.

Non durerà per sempre. E proprio per questo, vale la pena ricordarselo bene.

Stiamo vivendo l’epoca di sua maestà Katie Ledecky.
E poterne essere testimoni, è un incredibile privilegio.


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Profilo Autore

Federico
Federico
Una laurea Magistrale in Filosofia presso l'Università di Pavia, un'innata passione per la scrittura, la comunicazione e i social network. Nel 2010, in una serata post allenamento, ho creato nuoto uno stile di vita, da quel giorno mi sono fermamente convinto di una cosa: "tutti i più grandi pensieri sono concepiti mentre si nuota" (semicit). No, dopo 5 anni di università non ho capito se sia peggio Kant o un 400 misti.