De gustibus, direbbero i latini – e i nuotatori, perché mettere tutti d’accordo è praticamente impossibile. Esistono degli schieramenti secchi, delle fazioni ben delineate, degli argomenti un po’ caldi: quali sono i punti di scontro – i “versus” – più frequenti tra i nuotatori?


PALETTE VERSUS PINNE

In allenamento si sperimentano talmente tanti esercizi, metodologie e set centrali che è quasi inevitabile sviluppare una preferenza per una tipologia in particolare.

Lo scontro più eclatante è tra palette e pinne, lavori di braccia contro lavori di gambe.

Chi preferisce i primi potrebbe tirare serie infinite di fondo con palette e pull buoy, magari sono gli stessi che non riescono a battere le gambe più forte di un esordiente.

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Di contro, esistono nuotatori che non appena indossano le pinne guizzano in acqua con una notevole propulsione, e magari faticano per non affondare con l’elastico alle caviglie o con il paracadute.

Risolvere queste diatribe di corsia tocca a un elemento pacificatore in grado di conciliare tutti: che ne dite di un bel VO2?


FONDO VERSUS VELOCITÀ

Un conflitto che in confronto il dibattito Speedo/Arena è un nonnulla. È un argomento talmente vasto che ne abbiamo parlato anche in un altro articolo.

La rivalità che scorre tra velocisti e fondisti è infinita e evergreen.

C’è chi non si gasa a fare lavori di velocità e chi si diverte tantissimo; c’è chi muore dopo un quattrocento aerobico e chi invece ne fa del suo pane quotidiano.

Ma senza questa diversità non avremmo le frecciatine, le esultanze e le imprecazioni dopo che l’allenatore annuncia i diversi set centrali: che noia andare a nuotare, altrimenti!


PRO TRASFERTE VERSUS GIOCARE IN CASA

Non è raro trovare nuotatori che esaltano il bello della trasferta, di dormire in hotel con tutti i compagni, di gareggiare in un’altra piscina, con blocchi diversi e bandierine diverse.

L’aria di un impianto che non è quello di casa dà più carica dell’intera playlist di musica rock, e stare tutti insieme, in stanza e sul bus, impreziosisce i rapporti tra i compagni di squadra in maniera unica.

Invece esiste chi, per gareggiare, predilige la propria piscina.

Non solo perché si può dormire nel proprio letto di casa, che per definizione è il letto dove si dorme meglio, ma perché così le gare non sembrano altro che un allenamento più movimentato e questo può giovare alla prestazione.

E soprattutto, vincere in casa, che sia un podio individuale che la classifica di società, di fronte al proprio “pubblico” è una grande soddisfazione.


CAMERA DI CHIAMATA: IN ANTICIPO VERSUS IN RITARDO

La camera di chiamata è un limbo.

In senso fisico, perché separa tribuna e vasca. In senso figurato, perché è come se fosse una dimensione a sé stante.

Quando si entra lì, si lasciano alle spalle la squadra e l’allenatore per scendere in acqua, si raccoglie tutta la concentrazione possibile, si fanno scivolare via le ansie e i cattivi pensieri.

Tutto questo per dire che non esiste il momento perfetto per andare in camera di chiamata.

C’è chi va in call room in anticipo per svariati motivi: per iniziare a caricarsi, per fare stretching in tranquillità, per scambiare due chiacchiere con gli avversari prima di tuffarsi, per l’ansia.

E c’è chi arriva in ritardo: il costumone appena indossato, si possono vedere ancora le impronte dei polpastrelli; le spalline non sono ancora alzate, il laccetto è ancora da annodare, la parte inferiore ancora da sistemare.

La serie precedente è sui blocchi di partenza e si è gli ultimi a non aver mostrato il tesserino al giudice di gara.

Presto o tardi, l’importante è prepararsi al meglio per la propria gara!


BONUS: RANISTI VERSUS… TUTTI GLI ALTRI

È uno strano mondo, quello di chi pratica l’unico stile di nuotata senza la spinta finale.

Che i ranisti siano un po’… particolari, ecco, è risaputo; ma in senso più che positivo: è uno stile tecnicamente difficile, odiato da molti, accessibile soltanto a un’élite di privilegiati, di prescelti… una minoranza.

E come minoranza è capitato più e più volte che venga trattata con disparità.

È il 2020 ed è ineccepibile che i ranisti siano soggetti a tale discriminazione. Nuotounostiledivita si unisce alla campagna di sensibilizzazione verso i ranisti e nessun ranista è stato maltrattato durante la stesura di questo articolo!


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Profilo Autore

Sofia
Sofia
Studentessa di Chimica, nuotatrice agonista, aspirante scrittrice: non necessariamente in quest’ordine. Forse l’unica nuotatrice al mondo che trova divertenti i 200 farfalla, ma le sue gare preferite in assoluto sono i 100 farfalla e i 100 stile. Membro della redazione, il suo compito? Raccontare storie di cloro sul mondo natatorio e le sue dinamiche per affascinare i meno appassionati, per strappare un sorriso dopo la stanchezza di fine allenamento o, semplicemente, per far battere il cuore agli atleti della community e farli innamorare del nuoto come la prima volta.