Era venerdì 23 ottobre 2020 quando entravo per l’ultima volta in piscina. Sono esattamente 150 giorni che non nuoto e non ricordo quand’è stata l’ultima volta che mi sia capitata una cosa del genere. Anzi, potrebbe addirittura essere la prima volta in assoluto da quando i miei genitori mi hanno accompagnato in piscina.


150 giorni, 3.600 ore, 216.000 minuti: un tempo immenso. Se non fosse vero non ci si crederebbe, perché stare per così tanti giorni lontani da una piscina è qualcosa che fino a 15 mesi fa era semplicemente inimmaginabile. E anche oggi facciamo fatica a trovare un senso a questa situazione.

Sembra quasi che piscine e palestre siano stati i capri espiatori per problemi molto più grandi, problemi che in verità non sono stati ancora risolti, perché oggi ci troviamo in una situazione non molto dissimile rispetto a quella in cui ci trovavamo 5 mesi fa. Ma tant’è: non ci possiamo fare granché. 

La verità è che senza il nuoto siamo tutti un po’ più fragili. Perché il nuotare è un ottimo modo per trovare delle soluzioni a problemi che sembrano non risolvibili, per rilassarsi quando sei troppo agitato, per trovare la pace quando il caos del mondo fuori sembra sopraffarti.

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La verità è che quando tutto sembra andare nella direzione storta, quando hai bisogno di liberarti un po’, inizia a farsi nella tua mente un desiderio semplice: ‘non vedo l’ora di essere in piscina‘.

E oggi più che mai non vedo l’ora di essere in piscina… per sentire quel brivido strano che corre attraverso tutta la schiena durante il tuffo, per sentire il profumo di cloro che ti avvolge, per sentire i muscoli che bruciano, per sentire il rumore delle bracciate e delle gambate e il silenzio dell’acqua durante l’apnea, per vedere il mondo capovolto durante la virata, per riflettere, per pensare, per ridere, per fermarmi al muretto e prendere freddo. Perché dopo un po’ manca anche quello.

Non vedo l’ora di tornare a preparare e svuotare il borsone, di tornare ad ascoltare la musica nel percorso verso la piscina, a macinare km, a far bruciare i nostri muscoli… Non vedo l’ora che possiamo tornare a riappropriarci di qualcosa che abbiamo dentro e di cui non possiamo fare a meno.

Non vedo l’ora di essere in piscina. Perché il nuoto è tutto, perché il nuoto è salvezza, perché il nuoto è futuro. Sono passati 150 giorni e ancora non si vede la fine di questo incubo. Sono passati 150 giorni e mentre le piazze, i bar e i centri commerciali si riempivano di giovani e meno giovani, le piscine rimanevano chiuse. Sono passati 150 giorni e ancora lo sport non viene considerato… e così noi rimaniamo all’asciutto. Più tristi, più agitati e più fragili.


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Profilo Autore

Federico
Federico
Una laurea Magistrale in Filosofia presso l'Università di Pavia, un'innata passione per la scrittura, la comunicazione e i social network. Nel 2010, in una serata post allenamento, ho creato nuoto uno stile di vita, da quel giorno mi sono fermamente convinto di una cosa: "tutti i più grandi pensieri sono concepiti mentre si nuota" (semicit). No, dopo 5 anni di università non ho capito se sia peggio Kant o un 400 misti.