Il nuoto olimpico 2024 con sede a Parigi, più precisamente alla Dèfense Arena, sta per avviarsi alla propria conclusione. Nel corso di questa settimana abbondante si è avuta l’opportunità di osservare i migliori talenti che il mondo del nuoto può offrire e seppur la piscina sia lenta, lo spettacolo non è venuto a mancare. Se si chiede a qualunque appassionato ed esperto di questo sport quale sia stato l’atleta più coinvolgente, dominante, impattante e le cui gesta prodotte in questi giorni sono destinate a rimanere nella memoria collettiva di qualsiasi amante di questa disciplina la risposta che tutti tenderebbero a fornire sarebbe: Leon Marchand.

In questi nove giorni di gare l’atleta francese è riuscito in un’impresa enorme, con pochi precedenti, e questi pochi sono frutto dei più grandi nomi illustri di questo sport da Phelps a Spitz, passando per Kristin Otto, ovvero la conquista di 4 ori individuali nel corso della stessa edizione olimpica. Un poker meraviglioso, un poker di quelli vincenti ed indimenticabili, un poker d’assi.


Da dove ha iniziato

Il 25 luglio 2021 andava in scena la finale dei 400 misti in quella surreale cornice dei giochi olimpici condizionati dalle misure restrittive per via del Covid. In quella finale nuotata di mattina in corsia numero 1, la più esterna, visto il 7° tempo nuotato nella batteria della giornata precedente, un appena diciannovenne Leon Marchand si buttò dai blocchetti di partenza per nuotare la sua prima finale olimpica e concluderla al 6° posto al termine delle 8 vasche in programma. Il tempo con cui terminò questa competizione fu di 4’11”16, un abisso rispetto a quello che abbiamo visto pochi giorni fa. 

E in quella settimana olimpica giapponese questo rimase il suo risultato migliore: nei 200 farfalla si fermò alle semifinali in 14° posizione. Nei 200 misti non riuscì nemmeno a superare le batterie, oggi, invece, è andato a 6 centesimi dal record di un certo Ryan Lochte.

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L’impressione per chi lo aveva osservato era di un ragazzo interessante, di un talento che poteva regalare sorprese e gioia alla Francia che da lì a 3 anni avrebbe ospitato i giochi olimpici giunti alla XXXIII° edizione. Chissà in quanti avrebbero scommesso che da quel momento Leon Marchand non mancasse mai ad un appuntamento con la medaglia ad ogni evento in cui gareggiò da quell’edizione dei giochi di Tokyo. 


Il percorso netto (o quasi) verso Parigi 2024

Come annunciato nel paragrafo precedente Leon Marchand in questo anomalo quanto particolare triennio di avvicinamento ai giochi olimpici francesi ha svolto un percorso netto, meraviglioso, da predestinato, da dominatore. 

A Budapest, in occasione dei Mondiali di nuoto del 2022 ha imposto la sua potenza in entrambe le gare dei misti, che erano ancora alla ricerca di un vero e proprio dominatore dopo che i giganti della specialità, che rispondono al nome di Michael Phelps, Ryan Lochte e László Cseh avevano salutato il nuoto e lasciato lo scettro al nuovo che avanzava. Il francese si è impossessato di questo titolo, di questo trono e ha messo in chiaro che non ha alcuna intenzione di lasciare a nessun altro la possibilità di avvicinarsi al suo regno. In occasione dei mondiali in terra ungherese arrivò l’unico e fino ad ora ultimo argento ottenuto dal francese: nei 200 farfalla. In quell’occasione, però, Kristof Milak, imperatore di questa distanza registrò un’inarrivabile per chiunque 1’50”34. 

Nel 2023, però a Fukuoka Leon Marchand dimostrò al mondo intero che non aveva più alcuna intenzione e desiderio di perdere nemmeno una gara. Vinse i 200 misti, dando la sensazione un giorno di arrivare al nuovo primato mondiale, sovrastò la concorrenza dei 200 farfalla, facendo capire che in assenza di Milak, o con un magiaro non al meglio, non c’era storia per il resto del mondo, quel titolo era suo. Però la scena se la prese nei 400 misti con quel 4’02”50 che nemmeno sua maestà Michael Phelps fu in grado di nuotare. Tant’è che in quella premiazione lo squalo di Baltimora come un passaggio di testimone incoronò, alzando il braccio di Leon Marchand, che quasi stizzito sorrise a favore di camera. Attenzione, non bisogna interpretare per nessun motivo questo gesto come una mancanza di rispetto, il francese vuole avere la sua storia, vuole costruirsi da solo, non ha alcuna voglia o desiderio di essere il nuovo Phelps, soprannome troppo pesante, vuole essere Leon Marchand. Un anno dopo la Dèfense Arena lo ha incoronato e consacrato proprio in questa maniera.


Il Poker d’assi di Leon Marchand

Dopo tutto questo era tutto pronto, tutto atteso, era già programmata una cerimonia d’incoronazione per il prodigio francese. Il popolo francese, che dal 2012 non viveva la gioia di sentire la marsigliese nella premiazione di una gara di nuoto olimpica, era in estasi davanti al suo nuovo gioiello. Un arena con una capienza da capogiri per il mondo del nuoto: 17 mila spettatori tutti in attesa delle gesta del futuro campione olimpico. Tutta la squadra della Francia poteva dipendere solo da lui, solamente il ragazzo di Tolosa poteva portare in alto il tricolore transalpino. Un peso enorme, che se le spalle, la testa, la determinazione, la voglia e la volontà non riescono a sopportare potrebbero affossarti e renderti uno dei più grandi rimpianti della storia, in gergo un what if. 

Senza nemmeno commentarlo, Leon Marchand si è preso la Dèfense Arena, tutto il popolo francese, il mondo del nuoto, il mondo intero con uno sfavillante poker d’assi. Nelle comuni carte di gioco i quattro semi che categorizzano il mazzo possiedono un significato che rimanderebbe alla classe sociali più rappresentative nella lontana epoca del Medioevo, in una modalità molta romantica e fantasiosa i quattro ori di Marchand possono essere raccontati attraverso questa suddivisione


400 Misti – Asso di Picche: il condottiero

Nelle 4 distanze che nuota Leon questa oggi, fino ad ora, è l’unica in cui possiede il primato mondiale. Nella scorsa estate ha abbassato il record mondiale di Phelps, togliendogli l’ultimo primato che gli rimaneva e ha siglato un 4’02”50 unico nel suo genere e che ha iniziato a far pensare che la barriera dei 4 minuti non sia poi così invalicabile. 

Questa era la sua prima gara, quella con cui avrebbe dovuto rompere il ghiaccio, quella in cui giocava in casa, tranquillo poiché sapeva che il resto del mondo gli stava tanto dietro e che per loro certi dati cronometrici non sono neanche lontanamente avvicinabili. Vincere questa gara significava togliersi il peso del primo oro olimpico, avrebbe dato la tranquillità a Leon che anche davanti al suo pubblico, in corsia numero 4, in una finale olimpica le gambe non tremano. Una sconfitta, invece, avrebbe potuto far franare tutto quanto: perde questa, figurarsi se vince le altre in cui il distacco è molto più risicato. Da condottiero si è issato al comando sia della batteria che della finale dominando, esplorando confini sconosciuti ai più, a tutti, e si è andato a conquistare un tesoro prezioso, bramato, ambito da ogni sportivo: l’oro olimpico.


200 Farfalla – Asso di Cuori: il clero

La fede, la speranza, l’ambizione, la fiducia cieca senza avere una dimostrazione vera e propria nella gara che per molti era invincibile davanti all’onnipotente di questa distanza ovvero Kristof Milak e i suoi 200 farfalla.

Questa, insieme al 200 rana erano le due finali chiave per il successo di Leon Marchand. Sulla carta gli avversari erano agguerriti, favoriti e potevano giocare sulla stanchezza che il francese avrebbe potuto accusare in una giornata che lo avrebbe visto nuotare due finali su 4 vasche, una follia per tanti, molti, tutti, un atto di fede e consapevolezza dei propri mezzi per il francese. 

Il dubbio era rivolto verso lo stato di forma del magiaro che dopo qualche complicazione extra-natatoria era tornato a nuotare con mille dubbi e con tanta fatica. Nella vasca parigina, però, Milak ha dimostrato di avere uno stato di forma vicino al suo migliore di sempre, una mossa azzardata pensare di andare a batterlo sul suo campo. Leon Marchand non si è fatto intimidire da tutto questo, si è tuffato con la calma necessaria di questi momenti delicati per poi aprire le porte alla feroce cavalcata  alla ricerca del secondo oro, aspettando, rincorrendo Milak che scappava ma che non creava un margine irrecuperabile. Quando mancavano 20-25 metri alla conclusione e le gambe, le braccia e la testa ti dicono che ormai è andata e i giochi sono conclusi, ma il cuore, sede della fede più irrazionale, ha dato la forza necessaria per superare il colosso magiaro. E siamo a 2.


200 Rana – Asso di Quadri: il mercante

Dopo la fatica accumulata a inizio serata nella intricata e complicata finale del 200 farfalla sarebbe toccato alla finale del 200 rana, gara in cui i dubbi, i quesiti, i punti che avrebbero potuto far perdere tutto a Leon Marchand erano molteplici, ma ancora una volta, il talento e l’ossessione aiutano a vincere delle folli scommesse, ad arrivare a compiere imprese impossibili, impensabili o irrealizzabili.

Che Marchand fosse abile in una gara dei 200 rana non vi era alcun dubbio, che potesse valere uno dei migliori tempi al mondo non era nemmeno una questione di dibattito, tant’è che se uno osserva bene è in grado di comprendere quanto la frazione a rana in una gara dei misti del francese è in grado di spaccare e spezzare le gambe ai suoi avversari creando un gap non recuperabile da parte di nessuno ad oggi. In tutto questo, però, dopo la finale dei 200 farfalla come sarebbe stato. La prima volta che li nuota in un contesto cosi alto ed importante è l’Olimpiade in casa, contro il primatista del mondo e l’ex campione olimpico al suo fianco. Tutto quanto un azzardo.

Leon Marchand, Bob Bowman e tutto il team che permette la migliore delle preparazioni hanno scommesso su questo gioco, hanno confezionato il prodotto in maniera impeccabile e hanno ottenuto il massimo profitto da questa produzione: l’oro olimpico. Una gara mai in discussione, dominata in ogni singola bracciata con tutta la Dèfense Arena che acclamava, incitava e spingeva l’idolo di casa tenendo il tempo ogni volta che riemergeva dall’acqua il prodigio francese. E il conto degli assi è salito a 3.


200 Misti – Asso di Fiori: il contadino

La stanchezza accumulata è tanta, i diversi turni di gara nuotati iniziano a pesare notevolmente, i giorni passano, la testa, giustamente, potrebbe essere soddisfatta di quello che si è ottenuto, del clamore di ciò che si è conquistato, ci si potrebbe accontentare, placare, riposare e godersi il risultato ottenuto. Ma il lavoratore mai contento e soddisfatto che è in Leon Marchand non lo avrebbe accettato. Kobe Bryant direbbe “Job’s not finished”. 

E così Marchand si è rituffato dai blocchi di partenza nella gara dei 200 misti, distanza insidiosa, meno difficoltosa delle altre, ma gara in cui gli avversari c’erano, dovevano essere temuti ed erano numerosi. Il risultato è sempre stato lo stesso: un dominio. Finale mai in discussione, 4 vasche che hanno creato una passerella per la celebrazione da parte della Dèfense Arena per Marchand che ha eseguito un assolo degno della più grande star di queste Olimpiadi. 

1’54”06 tempo enorme, secondo solo al record del mondo di Lochte. Una leggera smorfia del lavoratore non soddisfatto poiché consapevole dei propri mezzi che lo possono condurre al primato mondiale, ma questa volta non è un problema, ci si penserà più avanti, ora è solo tempo di celebrare ed essere acclamato da tutta la Francia, da tutto il mondo. 


Il talento è sconfinato, le potenzialità sembrano essere illimitate, chissà se e cos’altro potrà aggiungere al suo nuoto in termini cronometrici e semmai amplierà il suo pacchetto di gare. Non ci resta che attendere impazientemente il prossimo quadriennio e domenica sera per vedere se aggiunge pure una medaglia con la staffetta 4×100 mista. Nel frattempo Leon Marchand ha calato il poker d’assi è tutto ciò che era sul tavolo gli spetta di diritto.


Per approfondire questo tema e altri di questa olimpiade vi rimando al podcast prodotto da noi “Take Your Marks”


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Profilo Autore

Andrea Labagnara
Andrea Labagnara
Andrea, Studente di Psicologia, amante della montagna, della lettura e una passione sconfinata per gli sport. Innamorato del nuoto da diversi anni grazie alle grandi imprese dei campioni che dedicano anima, cuore, corpo e testa a questa meravigliosa disciplina. Non riesce mai star fermo e appena ha del tempo libero si rifugia tra le mille storie dei libri o nella immensa natura delle sue amate montagne svizzere. Deve ancora capire chi diventerà da grande, ma sa che con la forza, la determinazione e la voglia di imparare lo capirà molto presto.