“Simone, ti immagini se vinciamo entrambi? “: è così che ci accoglie Simone Barlaam, con una delle tante battute tra una serie e l’altra che Federico Morlacchi, amico e compagno di allenamenti, gli aveva rivolto nei mesi prima del Mondiale. I due atleti e amici ci raccontano, telefonicamente, le emozioni di una delle gare più belle della loro vita e dell’intero movimento sportivo. Era l’11 settembre 2019 quando, all’Aquatics Centre di Londra, succede qualcosa di mai accaduto prima nel nuoto italiano: due atleti italiani vincono ex aequo l’oro mondiale nei 100 delfino.
I Mondiali inglesi furono, per la Nazionale Italiana di Nuoto Paralimpico, un evento da coronare: con 20 ori, 18 argenti e 12 bronzi, l’Italia ha dominato il medagliere internazionale. E a portare in alto l’Italia ci sono proprio questi due ragazzi: atleti, compagni di allenamento ma, soprattutto, grandi amici.
Due ragazzi molto diversi, le cui storie si incontrano non solo durante le pesanti sessioni di allenamento ma anche, e soprattutto, su quel podio che rimarrà nel cuore di tutti noi. Da un lato, la gioventù che avanza: Simone Barlaam, neanche ventenne, è già 7 volte campione del Mondo. Dall’altro, Federico Morlacchi, simbolo di questo movimento in Italia e nel Mondo, Campione olimpico, mondiale ed europeo.
IL RACCONTO DELLA GARA
Ed è proprio Simone a raccontarci le emozioni di quella gara:
La gara era abbastanza combattuta già a priori. L’anno prima, agli Europei, Fede aveva vinto ed io ero arrivato secondo. Quest’anno lui era il favorito, in quanto detentore del Record del Mondo. Nelle batterie del mattino lui si era qualificato con il primo tempo, io con il secondo. Io però ero l’incognita (ndr ride)! Avevo nuotato molto bene i giorni precedenti con 2 Record del Mondo e 2 ori in soli 2 giorni. Inoltre, abbiamo due tattiche di gara completamente diverse: io passo a fagiano, come diciamo noi, mentre lui la gestisce un po’ la gara per poi recuperare tutto negli ultimi 25 metri”.
La finale parte come previsto per me e ai 75 metri vedo il “muro” e Fede avvicinarsi piano piano. Cerco di darmi forza e farlo stare là, ma lui nonostante i miei tentativi si avvicina …
E infatti la gara è un susseguirsi di emozioni: gli azzurri sono in corsia 4, per Federico Morlacchi, e 5 per Simone Barlaam. In finale, inoltre, anche l’azzurro Simone Ciulli, in corsia 8. Già ai 25 metri Simone si fa avanti, acquistando un piccolo vantaggio, vantaggio che aumenta alla virata di metà gara dove passa in 27″31, con un distacco di 0.68 sul secondo, il russo Aleksander Skaliukh. Più attardato, invece, Federico Morlacchi che però grazie alla virata si fa vedere.
Quando la corsa per il podio sembra ormai conclusa, ecco il “muro” dei 75 metri: le fatiche per Simone si fanno sentire, la vittoria – che sembrava svanita per Federico – si fa intravedere. E come questo sport ci ha insegnato, tutto succede in una manciata di centesimi, quei pochissimi centesimi che separano l’atleta dal muretto:
Io faccio un arrivo un po’ lungo, lui fa una bracciata in più e l’ho visto con la coda dell’occhio: pensavo di aver perso! Girandomi verso il tabellone, mi era uscita la lente a contatto destra, me la sistemo velocemente e leggo: 1 – 1, 60″3 – 60″3. Ho pensato: “ma come? C’è stato un errore…”.
Sento Fede che mi urla e mi abbraccia e mi dà la mano e ho capito, anche se in realtà non avevo capito…
L’AMICIZIA
Amicizia: è questa la parola chiave nella storia di questa vittoria. Su quel podio, non ci sono solo due atleti della stessa Nazione ma due amici, che negli anni hanno condiviso ogni vasca che li ha portati fino a quella vittoria. Ed è proprio il valore dell’amicizia, quello che si legge nelle parole di Federico Morlacchi:
E’ un’esperienza unica! Forse sarà banale però alla fine i tuoi compagni di nuoto diventano i tuoi amici, i tuoi amici diventano fratelli non di sangue. Vincere con un ragazzo che vedi crescere, sai come si è allenato, cosa ha passato e hai potuto anche un pochino partecipare alla sua crescita è una cosa spettacolare.
E il Campione Olimpico dei 200 misti pensa al futuro e, con un gran sorriso, lancia il guanto di sfida:
L’anno prossimo proverò a rendergli la vita più difficile però è stata una cosa bella. E’ un’emozione che non è divisa ma condivisa, che è una cosa molto diversa e molto più bella!
“QUALCOSA DI INCREDIBILE”
“Qualcosa di incredibile“, è così che definisce quei momenti Simone Barlaam:
E’ una roba incredibile a pensarci, anche adesso rimango senza parole.
Vedendolo anche da un punto di vista un po’ da sceneggiatura, quella medaglia in più è stata la medaglia d’oro di vantaggio che ci ha permesso di vincere il medagliere come Nazionale sulla Gran Bretagna. Magari non avremmo vinto il medagliere se non avessimo vinto quell’oro ex aequo…
Sul podio, poi, è stata un’emozione unica. Di solito io e Fede, quando siamo sul podio assieme, ci avviciniamo lo stesso. In questo caso non c’era bisogno, eravamo già sullo stesso gradino.
E’ stato molto bello anche durante l’inno, tutto l’Aquatics Centre di Londra, tutti gli atleti e il pubblico erano ad applaudire a tempo.
E’ stata una gara della storia del nuoto!
Una gara storica, un’emozione indescrivibile e il Tricolore alto nel cielo. Sono questi i ricordi più belli di quell’11 settembre quando Simone Barlaam e Federico Morlacchi portarono la nostra Nazionale sul gradino più alto del podio!
→ L’INTERVISTA DI SIMONE BARLAAM
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Profilo Autore
- Laureata in Scienze Linguistiche, è entrata in piscina per la prima volta alla tenera età di 3 anni e da quel momento non se n'è più andata. Aspirante giornalista e intervistatrice per diletto, le piace parlare (dicono sia anche logorroica) e vivere di emozioni. Lo Sport è così importante che ha scelto un Master in Sport Digital Marketing & Communication.
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