Eric Moussambani è un nuotatore originario della Guinea Equatoriale che fece la storia ai giochi olimpici di Sydney 2000, ma non esattamente nel modo in cui state pensando.
L’incredibile storia di Eric Moussambani
Moussambani – soprannominato dai giornali “Eric l’anguilla” – prese parte alle batterie dei 100 metri stile libero maschili e fu proprio in quest’occasione che lasciò un’impronta indelebile nel mondo del nuoto. Eric approdò alla manifestazione a cinque cerchi senza possedere i requisiti richiesti, ma grazie ad una card riservata ai Paesi meno sviluppati e che quindi non dispongono di strutture adeguate per l’allenamento dei loro atleti.
Il 19 settembre 2000 è il giorno in cui Moussambani desterà la curiosità di tutti gli appassionati di questo fantastico sport. Dopo essere stato il portabandiera della delegazione della Guinea Equatoriale, che contava solo quattro atleti, si dedicava così a nuotare la sua gara. Una gara che in realtà preparava solo da pochi mesi.
Eric infatti aveva imparato a nuotare otto mesi prima delle Olimpiadi e si era allenato in una piscina da venti metri, nei corsi d’acqua e nell’oceano. E non solo: a posteriori raccontò anche di non aver mai visto una piscina olimpionica e di non aver mai concluso una gara prima di allora.
A metà settembre degli anni 2000, nell’appuntamento più importante nella carriera di uno sportivo Moussamabani nuota da solo la sua batteria, in quanto gli altri due iscritti – Karim Bare, nigerino e Farkhod Oripov, tagiko – furono squalificati per essersi tuffati prima dello start.
L’atleta guineano è quindi l’unico a nuotare la doppia vasca e lo fa conquistando lo stupore di chiunque lo guardi. La sua è una tecnica chiaramente da non professionista, a causa del tipo di allenamenti effettuati e della mancanza di impianti adeguati.
Nuota goffamente, tenendo le gambe larghe e la testa sempre fuori dall’acqua ma nonostante sia la testimonianza di quanto sia difficile la vita in certi posti, porta a termine la sua batteria tra gli applausi del pubblico.
Un triste record fonte d’ispirazione
Conclude con il tempo di 1’52”72, molto più della media degli altri partecipanti, che gli vale un brutto record: crono più alto mai nuotato nella storia delle Olimpiadi.
La sua curiosa storia però attira l’attenzione dei giornali e delle aziende e arriva così anche a chi non segue abitualmente il nuoto.
Diventa dunque testimonianza di coraggio e forza di volontà. Quella di un ragazzo nato in una nazione con difficoltà economiche e sociali che si è trovato convocato per i Giochi Olimpici non sapendo nuotare benissimo ma che ha onorato quell’opportunità fino in fondo, è stato acclamato e sostenuto come se avesse vinto e che comunque rimarrà nella storia di questo sport.
SYDNEY 2000: UNA SVOLTA NEL NUOTO AZZURRO
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Profilo Autore
- 18 anni, studentessa liceale all'ultimo anno. Sei anni di nuoto alle spalle, ora si dedica solo alla palestra. Sogna un futuro da giornalista. Quando non si dispera per aver deciso di iscriversi al liceo scientifico legge o guarda film, sopratutto thriller mentre odia quelli romantici troppo sdolcinati. Se si diploma, dopo frequenterà l'università di scienze della comunicazione. Non vede l'ora di abbandonare per sempre la matematica e di dimostrare che non serve essere raccomandati o particolarmente belli per avere successo.
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