Vent’anni fa, a Sydney, veniva scritto uno dei capitoli più gloriosi della storia italiana del nuoto. L’Olimpiade del 2000 passò alla storia per le emozioni regalate dai protagonisti e per l’importanza delle loro imprese. I successi italiani di quell’occasione segnarono una svolta nel nuoto azzurro, che sarebbe stato abbondantemente protagonista negli anni seguenti. Mentre ci avviciniamo ai Giochi di Tokyo ecco un revival dei giochi di Sydney 2000, elemento fondante del nuoto azzurro del futuro.
Rosolino: stella del nuoto azzurro
Se torniamo all’olimpiade di Sydney 2000 non si può non pensare a Massimiliano Rosolino, l’ormai ex nuotatore fu uno dei primi a far battere il cuore degli appassionati dell’acqua e non solo. L’atleta metà italiano e metà australiano, brillò particolarmente nella sua seconda patria. Proprio in questo periodo infatti la sua carriera raggiunse l’apice. Rosolino uscì da quella rassegna a cinque cerchi con tre medaglie e la consapevolezza di essere nella storia del nuoto azzurro.
Max, specialista nei misti, arrivava a Sydney con la convinzione di poter fare bene, ma non avrebbe immaginato di diventare una leggenda. Le sue olimpiadi iniziarono il 16 settembre con i 400 stile. Pensava semplicemente di rompere il ghiaccio per prepararsi al meglio alla gara in cui veramente poteva dare spettacolo: i 200 misti. Invece, in quel tardo pomeriggio australiano scrisse la storia.
Diventò il primo uomo italiano a vincere un argento olimpico. Novella Calligaris fece lo stesso nella categoria donne, nei Giochi Olimpici di Monaco 1972. Lei era presente alla gara di Rosolino e al tocco della piastra pianse lacrime di gioia. [Vedi: Le prime volte del nuoto azzurro; Albo d’oro nazionale di nuoto italiana ai Giochi Olimpici]
Massimiliano fece una gara in rimonta: quinto al termine della prima vasca, si era portato subito al terzo posto e poi al secondo. Dietro solo all’atleta di casa Ian Thorpe. E per qualche attimo tutta l’Italia sperò di sentir suonare l’inno. Ma rimase solo un’illusione. Thorpe riuscì a staccarsi con una potenza incredibile e alla fine vinse, siglando il nuovo record del mondo, tra le grida e gli applausi del suo pubblico.
Rosolino chiuse col signor tempo di 3’43”40. Record italiano ed europeo. E nessuno avrebbe potuto immaginare che sarebbe durato ben 17 anni. Si, perché cadde solamente il 4 Aprile 2017 ai campionati italiani, per mano di Gabriele Detti.
Ma le Olimpiadi di Max Rosolino erano appena cominciate. Il 18 settembre era di nuovo in acqua per i 200 stile libero. Risultato? 1’46”65. Medaglia di bronzo.
Due giorni dopo giunse il momento della gara su cui puntava veramente. Quella dove era il favorito numero uno, per via del suo impeccabile stile libero: i 200 misti. Tutti ai blocchi di partenza, appuntamento con un altro pezzo di storia. Si inizia con lo stile farfalla, i finalisti sono tutti sulla stessa linea. Seconda vasca, dorso. Due avversari si staccano, tra i due c’è l’americano Tom Dolan, vicino di corsia di Rosolino. Ma Max non ci sta e con una rana magistrale rimette a posto le gerarchie. Lui c’è, eccome se c’è. Ad una vasca dalla fine è primo. Si scatena con lo stile libero e conclude con 1’58”98. Oro e record olimpico. È la consacrazione di una stella. [Vedi: MASSIMILIANO ROSOLINO & IL GRANDE SLAM NEI 200 MISTI]
L’impresa di Fioravanti
Nel firmamento del nuoto italiano c’è un’altra giovane stella, si chiama Domenico Fioravanti e lì, in Australia, firmerà il suo ingresso nella storia.
Domenico è specializzato nella rana e affronterà le distanze dei 100 e 200 metri. È giovane e talentuoso. Se la vuole giocare.
Il 17 Settembre si tuffa per i 100. Parte bene, spinge fin da subito. Va forte, non rallenta né dà cenni di cedimento. Durante la gara mette in mostra la sua capacità di scivolare sull’acqua. Sembra che non faccia nessuna fatica, al contrario dei suoi avversari. Ci crede. Ci crede fino alla fine. Ci crede così tanto che presto devono crederci tutti. Chiude con il tempo di 1’00”46 e si prende la più che meritata medaglia d’oro.
Non finisce qui però. Il 20 Settembre ci sono i 200 e Fioravanti vuole fare suoi anche questi. La sua nuotata molto efficace gli permette di mettersi al comando già a metà gara. Gli avversari non sono un problema per lui. Continua a macinare metri, a spingere. Ultima vasca; è sempre primo. Vince con 2’10”87. Doppietta. Due ori su due gare.
A rendere ancora più magico il momento c’è Davide Rummolo che nei 200 arriva terzo, siglando il tempo di 2’12”73. È la prima volta nella storia che due italiani sono sullo stesso podio olimpico.
Tutti in piedi, solo applausi per la nazionale azzurra di nuoto più vincente di sempre.
Il nuoto azzurro dopo Sydney
I Giochi Olimpici di Sydney 2000 cambiarono la storia del nuoto italiano. Le medaglie vinte dalla spedizione azzurra misero in moto una rivoluzione acquatica dal punto di vista sportivo e mediatico: nelle piscine fu boom di nuovi iscritti, aumentarono i corsi, incrementò il numero di società… iniziava così il nuoto azzurro del futuro. Gli italiani sfatarono definitivamente il tabù: dopo Sydney è storia.
Pellegrini, Magnini, Scozzoli, Paltrinieri, Detti, Quadarella sino ad arrivare a Benedetta Pilato e Thomas Ceccon. Oggi, mentre ci incamminiamo verso le olimpiadi di Tokyo con quella che è probabilmente la nazionale azzurra più forte di sempre, non possiamo che guardare indietro… e sognare di superare gli incredibili primati stabiliti 21 anni fa.
Per approfondire:
- LE PRIME VOLTE DEL NUOTO AZZURRO
- ALBO D’ORO DELLA NAZIONALE ITALIANA DI NUOTO ALLE OLIMPIADI
- ALBO D’ORO DELLA NAZIONALE ITALIANA AI MONDIALI DI NUOTO
- ALBO D’ORO DELLA NAZIONALE ITALIANA AI MONDIALI IN ACQUE LIBERE
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Profilo Autore
- 18 anni, studentessa liceale all'ultimo anno. Sei anni di nuoto alle spalle, ora si dedica solo alla palestra. Sogna un futuro da giornalista. Quando non si dispera per aver deciso di iscriversi al liceo scientifico legge o guarda film, sopratutto thriller mentre odia quelli romantici troppo sdolcinati. Se si diploma, dopo frequenterà l'università di scienze della comunicazione. Non vede l'ora di abbandonare per sempre la matematica e di dimostrare che non serve essere raccomandati o particolarmente belli per avere successo.
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