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LA LEGGENDA DI MICHAEL PHELPS

20 Giugno 2016 Off Di Redazione

Ogni tanto sulla terra nascono uomini a cui il destino regala la straordinaria possibilità di stravolgere la storia. Uomini in grado di abbattere qualsiasi record, capaci delle più memorabili imprese, capaci di sradicare ed eliminare anche le variabili più avverse. Questi uomini sembrano provenire direttamente dall'olimpo degli Dei, questi uomini diventano protagonisti di storie che sembrano eterne, avventure che sembrano non smettere mai di stupire e meravigliare e impressionare i fortunati spettatori. Questi uomini non sono semplicemente in grado di oltrepassare quel confine che divide i comuni mortali dai campioni o i fenomeni, no, questi uomini tracciano nuovi limiti, divenendo così leggende. Michael Phelps è una di queste.

Lui è il nuotatore più forte che il mondo abbia mai conosciuto, è l’atleta che ha battuto qualsiasi record, dai giochi olimpici di Sydney con il quinto posto conquistato a soli 15 anni, agli 8 ori alle olimpiadi di Pechino, sino alle 6 medaglie di Londra che lo hanno decretato “miglior atleta olimpico di tutti i tempi”. Si è ritirato. Ha provato a vivere una vita come le persone normali. Dopo un anno e 8 mesi è tornato, perché lui non può vivere una vita "normale". E' tornato perché una vita senza nuove sfide non è degna di essere vissuta. E' tornato in acqua, facendo storcere il naso a molti. Ma ancora una volta ha stupito tutti, e coloro che avevano storto il naso si sono dovuti ricredere. Lui non è come Ian Thorpe, lui non è il secondo Mark Spitz; lui è il solo, unico e vero Michael Phelps (qui per leggere la bio).

Mancano solo sei giorni prima del via dei trials olimpici americani e ne mancano 45 all'inizio della XXXI edizione dei giochi olimpici. Tra 10 giorni, invece, Michael Phelps compirà 31 anni. Non so come andranno i Trials. Non so se alla fine riuscirai davvero a conquistare il pass per Rio 2016. Io ci spero. L’ho sperato fin dal primo giorno dopo il tuo addio. L’ho sognato almeno 1000 volte: di vederti seduto in camera di chiamata appena prima dell’ennesima finale, di vederti entrare in vasca con lo sguardo di chi vuole conquistare l’ennesimo oro, di vederti salire sul podio, magari sul gradino più alto, ancora una volta.

Caro Michael, ci hai dimostrato la tua grandezza, il tuo nome è leggenda e le tue imprese sono scolpite nel cuore di ogni nuotatore; nonostante tutto questo, a  16 anni dalla prima olimpiade,  il tuo obbiettivo è essere ancora in vasca, non so se per semplice divertimento o per conquistare l’assoluta eternità, non lo so, ma sarai lì. E lì, nella piscina olimpionica di Rio, non sarai solo. Tra te e l’eternità ci saranno un’infinità di nuotatori più giovani, ragazzini che 8 anni fa osservavano dal televisore il loro idolo conquistare 8 ori. È strana la vita, non è vero? Il tempo vola, ma sono certo che tu in acqua, sarai capace di volare, ancora una volta, più veloce anche del tempo. Ci sono storie che sembrano non finire mai, tu sei il protagonista di una di queste. Non ci siamo mai incontrati, ma è come se ti conoscessi da una vita. Con i tuoi successi, con la tua passione e il tuo amore per questo sport, hai fatto crescere un’intera generazione di nuotatori, io sono uno di questi. Comunque vada, comunque andrà a finire, grazie. Grazie per averci insegnato che si può sempre tornare sui proprio passi, grazie per averci mostrato che tutti possono sbagliare, grazie per averci fatto innamorare di questo meraviglioso sport.

E a quelli che dicono che le sue Olimpiadi saranno un flop, a quelli che dicono che non passerà i trials, a quelli che dicono che in fin dei conti è come tutti gli altri, io dico: "no". Lui non è come tutti gli altri. Lui è “una macchina stupefacente, capace di allenarsi più di qualsiasi rivale, di recuperare prima di ogni avversario, di resistere più di ogni nemico”. Lui è lo squalo di Baltimora. Lui è Michael Phelps, la leggenda.

Grazie Dio del Nuoto
e buona fortuna per Rio 2016.

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