Si è chiusa da ormai qualche giorno l’avventura per tutti i nuotatori presso la Dèfense Arena, teatro delle gare di nuoto dei giochi olimpici di Parigi 2024. Questa rassegna ha fornito al pubblico la possibilità di assistere a diverse performance di assoluto valore e livello con tante riconferme e qualche sorpresa non pronosticabile alla vigilia. Un’Olimpiade che dopo tre anni si torna a nuotare e a vivere con il pubblico presente in un’arena che ha voluto mettere a stretto contatto atleti e gli spettatori con un giro d’onore dopo le medaglie che ha permesso ai vincitori di godersi il meritato successo olimpico con team, amici, famigliari e spettatori di ogni genere e nazionalità.
I giochi di Parigi 2024 concludono un triennio molto complesso e denso di tanti eventi. Il primo punto è proprio la durata di questo periodo, per via del Covid-19 abbiamo assistito ad una fase accorciata e non la solita quadriennale, ma la particolarità e la presenza di 3 mondiali, evento più importante nell’avvicinamento a questo grande palcoscenico. Questo ha permesso di avere un’idea più chiara su chi poteva, e chi meno, essere il grande protagonista in questi 9 giorni di nuoto in vasca, difatti, se si osservano i podi olimpici sia al maschile che al femminile è difficile trovare esisti e risultati totalmente imprevedibili o non minimamente preannunciati.
In questo articolo l’idea è quella di approfondire i maggiori risultati del nuoto in vasca al femminile in questa edizione di Parigi 2024 e capire cosa le nuotatrici più importante del globo ci hanno raccontato in questa rassegna dei giochi, successivamente arriverà la compagine al maschile.
Parte 2: ANALISI E CONSIDERAZIONE SULL’OLIMPIADE AL MASCHILE
Le due grandi potenze (più Summer McIntosh)
Una riflessione generale osservando tutti i risultati in tutte quante le distanze è che, ancora una volta, ci sono due nazioni, Stati Uniti e Australia, più il Canada, che di fatto si regge sulle imprese del giovane prodigio Summer McIntosh, che regnano incontrastate. Ad eccezion fatta per sole 3 gare in tutte le restanti, individuale o staffetta, hanno visto una di queste 3 nazioni andare a guadagnarsi la medaglia d’oro. Inoltre, in solo una di queste 3, più precisamente il 100 rana, vede l’assenza sul podio di atlete di queste 3 grandi potenze. Sono numeri e dettagli che fanno comprendere il dominio da loro esercitato a Parigi 2024.
L’altra faccia della medaglia, però, dimostra che il resto del mondo, specialmente in campo europeo il nuoto al femminile fatica ad andare a podio, a insinuarsi tra i grandi nomi di USA e Australia. Sono solamente 6 le medaglie europee al femminile in questa olimpiade di nuoto, di cui 2 solamente dell’infinta Sarah Sjöström, che anche quest’anno ha dominato. Chissà se nel quadriennio che ci porterà a Los Angeles 2028 ci sarà un cambio di rotta, come, invece, è già avvenuto in campo maschile, in cui USA e Australia non riescono più a dominare.
Summer McIntosh: la regina del nuoto olimpico
Il primo capitolo è da dedicare a quella che senza ombra di dubbio e la miglior nuotatrice di Parigi 2024: Summer McIntosh. La canadese esce da questa rassegna a 5 cerchi come la nuotatrice migliore, le medaglie e il peso di esse parlano chiaramente per lei.
Parlando dal talento classe 2006 dal Canada bisogna ricordare il computo delle medaglie: 3 ori e 1 argento. Su McIntosh non vi era alcun dubbio circa il suo talento, la sua capacità di dominare nel nuoto, ma per molti, forse troppi, aleggiava il dubbio che nelle gare tirate dove Summer non è nettamente la più forte potesse perdere e sciogliersi, soprattutto in un contesto come quello olimpico. Ebbene la giovane fuoriclasse ha dimostrato in ben due gare come questo non sia assolutamente vero circa il suo conto. Se la vittoria nei 400 misti era preannunciata, scontata e mai in discussione, stesso discorso per il 200 delfino, leggermente più complicato, ma sicuramente dominati, il 200 misto e il 400 stile libero hanno raccontato una storia differente. Nella gara da cui è arrivato il metallo meno prezioso, l’argento, McIntosh è riuscita a far vacillare il colosso e primatista della distanza Ariarne Titmus, soprattuto nelle ultime vasche l’australiana ha dovuto mettere in atto un’azione più potente per contrastare la canadese compiendo uno sforzo che probabilmente ha pagato nelle finale dei giorni successivi.
Nei 200 misti, secondo l’opinione di chi scrive, è arrivata la consacrazione per Summer McIntosh. Il primo motivo è perchè è l’unica atleta insieme a Leon Marchand ad avere vinto 3 ori individuali, il secondo è come ha vinto questa gara, mai prima per 150/175 metri per via di una concorrenza agguerrita da parte del duo americano Walsh e Douglass che hanno messo in atto un attacco importante, ma non sufficiente nel contrastare la forza e la potenza di Summer McIntosh che con un prestigioso crono di 2’06”5 ha chiuso baracca e burattini in questa Olimpiade circa il discorso di migliore atleta. E’ abbastanza doveroso ricordare che questa nuotatrice era alla sua seconda Olimpiade, la prima nuotata da assoluta protagonista e torna a casa con queste 4 medaglie e tra pochi giorni compirà 18 anni, ha davanti a sé una carriera ancora da costruire e vivere, chissà a cos’altro si dedicherà, poiché bisogna sottolineare come lei aveva il miglior tempo stagionale nell’800 stile libero, non disputato, poteva essere competitiva per una medaglia sia nei 200 stile libero che nel 100 dorso. Ovviamente a livello di programmi e sforzi richiesti è impensabile che possa fare tutto ciò, ma è per far capire che con lei la definizione “non si conoscono i limiti” è la più azzeccata possibile.
Kaylee McKeown: Una doppietta impossibile
Nel capitolo precedente appena concluso ci poteva stare tranquillamente anche la dorsista australiana che ancora una volta ha dominato in questa Olimpiade e ha ricordato a tutti perchè lei è stata, secondo la World Acquatics, l’atleta dell’anno 2023, semplicemente a questo giro c’è stata una un po’ brava di lei.
Il talento Aussie esce dai giochi di Parigi 2024 con due medaglie d’oro al collo che hanno un peso specifico notevole poiché nessun atleta era mai riuscita a completare una doppia doppietta nel dorso e Kaylee si è riconfermata campionessa olimpica in entrambe le distanze dopo 3 anni in cui era riuscita a centrare entrambi i titoli olimpici nella vasca di Tokyo. Basterebbe già questa dato per far comprendere la grandezza dell’australiana ma il racconto di una delle due gare permette un’analisi migliore.
Nei mesi precedenti a Parigi 2024 McKeown era campionessa di tutto, da Fukuoka 2023, alle Olimpiadi e soprattutto possedeva i primati in tutte 3 le distanze dal 50 al 200. L’unica avversaria Regan Smith, nonostante l’immenso talento, non riusciva mai a scalzarla, a metterla in difficoltà. Sembrava tutto scritto per questa doppietta, ma ad un mese dall’inizio dei giochi la statunitense ha siglato il nuovo primato mondiale dei 100, 57”13, e un tempo così metteva a dura prova l’ambizione dell’Aussie. Nella finale olimpica della distanza più breve l’australiana ha vinto una gara nella stessa identica maniera del nostro Thomas Ceccon, rimontando all’ultimo, inserendo una bracciata micidiale che non ha lasciato scampo, per poi liberarsi ad un’esultanza di sfogo simbolo della paura e tensione per il pensiero di poter perdere questa gara.
Di seguito la finale dei 200 dorso è stata di più facile gestione e amministrazione, nonostante un lodevole impegno e tentativo da parte di Regan Smith, splendida la sua Olimpiade, di far saltare il banco nella gara in cui era meno quotata. L’Aussie ha sicuramente speso tanto in queste due gare tanto che nella terza gara individuale, il 200 misti non ha potuto recitare un ruolo da protagonista, nonostante il miglior tempo d’ingresso a questi giochi di Parigi 2024. Si è dovuta “accontentare” di un bronzo arrivato in extremis. Questo non toglie nulla all’atleta, che insieme a McIntosh, esce da questa Olimpiade ribandendo il suo dominio e superiorità esercitata in questo sport. A Los Angeles avrà 27 anni, che possa provare ad una tripla doppietta?
Sjöstrom, O’Callaghan, Titmus e Ledecky: i 4 volti dello stile libero
In questo stile abbiamo assistito da una parte ad una riconferma dei titoli di Tokyo, Ledecky rivince 800 e 1500 con Titmus che si riprende il titolo dei 400 stile libero già vinti in Giappone. Dall’altra parte il nuovo che avanza con Mollie O’Callaghan che domina la finale dei 200 stile libero e l’infinita Sjöström che si aggiudica una doppia medaglia d’oro nel 50 e nel 100 stile libero.
Per quanto concerne il mondo USA Katie Ledecky è divenuta ufficialmente la nuotatrice più medagliata di sempre nei giochi Olimpici, insieme ad Emma McKeon, con quest’ultima che però vanta meno ori e tante medaglie vinte con la staffetta. Ledecky è arrivata a quota 9 ori, un numero secondo solo a sua maestà Michael Phelps. Non c’erano molti dubbi sul pensiero che Ledecky fosse la nuotatrice più forte mai esistita, ma quest’Olimpiade lo certifica. Due ori vinti dominando nei suoi 1500 e negli 800 gara in cui è andato all’oro ad ogni edizione a cui ha preso parte: 4. All’inizio si è conquistata una medaglia di bronzo nei 400 stile libero a testimoniare come anche in questa distanza qualcosa da dire al resto del mondo ce l’abbia. Infinita.
Il duo australiano si è preso la coppia di 200 e 400. Come per le gare del mezzo fondo non c’erano molti dubbi sul titolo australiano in queste due gare, ma non è mai cosi scontato essendo un’Olimpiade considerando il peso e la rilevanza. Titmus ha vinto una gara sui 400 molto nervosa, che ha visto il recupero di una straordinaria McIntosh, mentre O’Callaghan ha battuto la connazionale che un mese e mezzo prima le aveva tolto il primato che si era guadagnata nel 200 di Fukuoka nel 2023. Una finale avvincente, che ha visto Mollie andare a prendersi il primo titolo olimpico individuale con una prestazione spaventosa da record olimpico grazie ad una quarta vasca spaventosa. Per la classe 2004 sono arrivati altri 2 ori nella 4×200 e 4×100 stile libero, oltre all’argento nella 4×100 mista. A questo bottino va aggiunta anche il bronzo nella 4×100 mista mista. Un totalte di 5 medaglie, non male per una ragazza che quest’anno compie 20 anni, anche lei come le protagoniste descritte spetterà un quadriennio di dominio.
Infine non si può non riservare un paragrafo all’immensa e senza fine Sara Sjöström che a fine carriera si è presa l’oro che le è sempre sfuggito: il titolo olimpico nei 100 stile libero. Dal 2017 è primatista della distanza, più volte ha vinto questa gara tra mondiale ed europei, ha dominato e vinto nel 100 delfino, ma la spunta in questa casella le mancava. Sembrava si fosse rassegnata, tant’è che nel triennio appena concluso ha nuotato poche volte questa distanza, dando l’impressione di aver abbandonato il sogno. Poi però al Settecolli aveva regalato un’ennesima prestazione mostruosa e potente e qualche settimana dopo è comparsa nella start list di questa gara. Nell’olimpiade in cui meno cercava quest’oro è arrivato e l’ha definitivamente incoronata, e non poteva esserci un miglior lieto fine di questo per Sarah.
Douglass e Smith: ciò che può apparire ordinario
Entrambe le atlete protagoniste di questa sezione concludono la propria Olimpiade con un oro e un argento, per Kate Douglass vanno aggiunti un oro e un argento dalla staffette, eppure visto le imprese altrui questa rassegna sembra essere normale, un risultato quasi semplice senza che venga annunciato con troppo clamore.
Per Tatjana Smith si è invertito il tabellino di Tokyo 2021. In quell’estate giapponese la sudafricana aveva vinto i 200 rana, con tanto di primato mondiale e si era accomodata al secondo posto nella distanza più breve. A Parigi 2024 Smith si è imposta nel 100, distanza in cui ha regolato la super favorita Tang, cinese ben lontana dalla stato di forma che le ha permesso di agguantare il record mondiale qualche mese fa. Per Smith è arrivato poi l’argento nel “suo” 200 che corrisponde anche all’ultima medaglia olimpica della sua carriera dato che l’atleta ha annunciato il suo ritiro dal nuoto. Una carriera ad alto livello se vogliamo breve, ma che ha consegnato a Tatjana Smith 4 medaglie olimpiche individuali, tutto ciò non è ordinario.
Per Kate Douglass arriva la definitiva consacrazione nel mondo delle grandissime atlete. A Tokyo l’americana aveva concluso la propria Olimpiade con un ottimo bronzo nei 200 misti. Nell’edizione di Parigi 2024 la musica è totalmente cambiata. Nel corso del triennio è diventata sempre più un’atleta che nuota bene diverse gare e diverse distanze. Nel corso del trials aveva ottenuto diverse qualifiche come nel 100 stile libero, a cui ha deciso di rinunciare. Una scelta giusta e saggia visto il dominio dell’aeroplano svedese. Questo le ha permesso di concentrarsi su un 200 rana mai in discussione vinto nella parte centrale della finale guadagnando un vantaggio netto, irrecuperabile anche per un ottima Smith. Quadro completato, per quanto riguarda il reparto gare individuale, con un argento splendido nel 200 misto dietro solo alla migliore McIntosh e mettendosi dietro l’altra regina Kaylee McKeown.
Si conclude cosi il sunto e il punto su ci che e successo in questa olimpiade al femminile. Una settimana molto intensa che ha regalato fortissime emozioni, grandi prestazioni e tante conferme. Tante atlete che hanno dominato in questi giochi di Parigi 2024 saranno con una fortissima probabilità protagoniste nel quadriennio che inizierà nel prossimo futuro e che ci porterà a Los Angeles 2028. Non ci resta che scoprirlo nei prossimi mesi e anni.
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Profilo Autore
- Andrea, Studente di Psicologia, amante della montagna, della lettura e una passione sconfinata per gli sport. Innamorato del nuoto da diversi anni grazie alle grandi imprese dei campioni che dedicano anima, cuore, corpo e testa a questa meravigliosa disciplina. Non riesce mai star fermo e appena ha del tempo libero si rifugia tra le mille storie dei libri o nella immensa natura delle sue amate montagne svizzere. Deve ancora capire chi diventerà da grande, ma sa che con la forza, la determinazione e la voglia di imparare lo capirà molto presto.
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