È un’olimpiade da incorniciare quella che si è conclusa questa notte al Tokyo Aquatic Center. Gli azzurri chiudono con 6 medaglie (2 argenti e 4 bronzi), 19 finali disputate, 13 primati personali e 8 record italiani. Eguagliato per numero di medaglie vinte il record di Sydney 2000, anche se quella rimane l’edizione con più ori (3). Di seguito il bilancio di Barelli e Butini pubblicato sul sito della Federnuoto.


Il bilancio del direttore tecnico Cesare Butini

“Una squadra perfetta” così la definisce Cesare Butini che ringrazia tutto lo staff per la professionalità dimostrata. Il dt continua poi:

Abbiamo fatto divertire e ci siamo divertiti. Mi sono particolarmente commosso per gli 800 di Gregorio Paltrinieri, che ha combattuto come un leone. Sono bellissime però tutte le medaglie. La mista ci porta già nel futuro, essendo composta da elementi molto giovani: due nati nel 2001 (Federico Burdisso e Thomas Ceccon), uno nel 1999 (Nicolò Martinenghi) e uno nel 1998 (Alessandro Miressi).

Abbiamo iniziato e finito nel migliore dei modi con una squadra solida e trasversalmente ben preparata. Tranne rare controprestazioni, tutti hanno nuotato i personali o si sono avvicinati. Un dato significativo, considerati anche l’inversione delle sessioni mattina/sera. Abbiamo conquistato sei medaglie senza avere Paltrinieri e Quadarella nelle migliori condizioni a causa di sfortunati problemi di salute che ne hanno condizionato l’avvicinamento quando erano in piena forma. (…)

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Il bilancio del presidente Paolo Barelli

Un’Italia proiettata nel futuro. Così Paolo Barelli che elogia il lavoro svolto dalle società e dai tecnici: “Questi risultati sono il frutto del lavoro svolto dalle società e dai nostri tecnici. Noi non abbiamo tanti fenomeni come altre potenze, come Stati Uniti, Australia, Cina, Russia; ma siamo in grado di gestire al meglio i nostri talenti e la loro preparazione attraverso sinergie pianificate dallo staff tecnico-federale con allenatori e dirigenti delle società di appartenenza.”. Continua il presidente Barelli:

Sei medaglie erano difficili da pronosticare. Noi conoscevamo le difficoltà che avrebbero incontrato Gregorio Paltrinieri e Simona Quadarella; le loro medaglie sono un piccolo miracolo che hanno costruito con talento e personalità. Il nostro è un bilancio molto lusinghiero. Abbiamo delle punte giovani che sbocceranno definitivamente a breve, ma che già hanno mostrato cose importanti. Thomas Ceccon, Nicolò Martinenghi, Federico Burdisso così come Benedetta Pilato sono ragazzi di gran classe, che stanno crescendo molto. Alessandro Miressi sta maturando ed è costantemente tra i migliori al mondo, senza dimenticare Lorenzo Zazzeri e Manuel Frigo, anche loro d’argento con la 4×100 stile libero.

La squadra ha dato dimostrazione di solidità e compattezza, peccato per qualche quarto posto di troppo, ma ci sta. Federica Pellegrini merita un capitolo a parte. E’ un’atleta straordinaria che ha portato lustro al nuoto e allo sport italiano per 17 anni con prestigiosi successi che si sono trasformati in eccezionale veicolo di promozione e diffusione. A me piacerebbe che partecipasse agli Europei di Roma 2022 nel suo Stadio del Nuoto; se così non fosse la federazione sarà sempre disponibile per parlare di un futuro insieme fuori dalla piscina. Sarebbe un’ambasciatrice perfetta.


Paolo Barelli ci tiene altresì a ricordare la difficoltà delle società che gestiscono gli impianti:  “Stiamo rischiando di perdere una generazione di atleti e di crescere i nostri ragazzi sul divano. Senza la base non possono nascere i campioni che fanno esultare ed emozionare. In questo periodo ho ascoltato tante chiacchiere. Mi aspetto concretezza“:

Ci tengo comunque a sottolineare che questi risultati non devono e non possono coprire le enormi difficoltà che affrontano quotidianamente le società che sono artefici della pratica motoria in Italia. È fondamentale ricordare che senza contributi veri da parte dello Stato agli impianti, alle società, queste medaglie e questi successi non si vedranno più.

Negli ultimi 18 mesi le società hanno compiuto enormi sacrifici economici e organizzativi per consentire ai nostri campioni di allenarsi; ma dietro di loro ci sono milioni di italiani che non vanno più in piscina, dai bambini agli anziani. Per consentire a società e impianti di restare aperti non basterà l’elemosina. Deve esserci una strategia economica per sostenere lo Sport, perché in Italia lo sport è possibile solo grazie alle società.”

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Federico
Federico
Una laurea Magistrale in Filosofia presso l'Università di Pavia, un'innata passione per la scrittura, la comunicazione e i social network. Nel 2010, in una serata post allenamento, ho creato nuoto uno stile di vita, da quel giorno mi sono fermamente convinto di una cosa: "tutti i più grandi pensieri sono concepiti mentre si nuota" (semicit). No, dopo 5 anni di università non ho capito se sia peggio Kant o un 400 misti.