Se una mattina qualsiasi ti rechi in piscina, magari quella vicino casa, i rumori che sentirai standotene da osservatore sul bordo vasca saranno molteplici.


All’inizio molto rilassanti e ritmici “Paf Paf Paf”, mi riferisco alle bracciate degli utenti del nuoto libero che si apprestano a compiere una dopo l’altra le loro vasche. Tutto sommato poche parole di sottofondo: c’è chi deve andare a lavoro, chi va a quell’ora per risvegliarsi alla grande.

Intanto, vedi sbucare dal tunnel che porta agli spogliatoi due ragazzi col borsone in spalla, hanno i capelli ancora un po’ bagnati e completamente alla rinfusa. Eh già, sono Matteo e Marco che hanno appena terminato l’allenamento ed ora si stanno recando a scuola. Il primo si sta allenando per i 200 metri dorso, l’altro invece ama i misti, 200 o 400 metri non importa. Entrambi vogliono battere il tempo limite valido per l’accesso ai Campionati Italiani Assoluti. Come loro due, tanti altri atleti in giro per il mondo si sono svegliati prestissimo nonostante la pioggia ed il freddo pungente, a seconda della stagione, o il sole che già riscalda le piscine all’aperto, ed hanno portato a termine la loro sessione di allenamento.

Poi, all’improvviso, parte una musica che spacca quei ritmi dolci: è Chiara, l’istruttrice di acqua gym che fa pompare le casse “Tum Tum Tum” per la sua lezione, accompagnata da svariati incitamenti come “Via! Su e su!”.

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La vera sinfonia in una piscina comincia nel primo pomeriggio con gli atleti della squadra agonistica. Matteo e Marco, intanto, sono ritornati e se ne stanno distesi sul loro tappetino in una zona in disparte, eseguono esercizi di stretching insieme al resto del gruppo. Dopo, ad attenderli, vi è un allenamento in VO2 preparato appositamente da Carlo, il loro allenatore. In questi casi, le chiacchiere sono davvero poche, anzi, quelle che potrai sentire, forse, sono di qualcuno che teme di non farcela quel giorno a terminare il lavoro, ma l’allenatore è sempre lì pronto a guidare e sostenere i suoi ragazzi, con i due cronometri alla mano, li sprona a dare tutto, ed il tempo su quel 100 metri è migliore del precedente.

“Dai ragazzi, ancora uno!” li incita Carlo a dare il massimo, “Partenza a 1 minuto e 40!” gli ricorda per l’ennesima volta, perché sgarrare di un secondo vuol dire buttare via l’intero esercizio, “Tic” e riparte imperterrito il cronometro.

Aurora se ne sta aggrappata al bordo, in silenzio, sa che quell’ultimo 100 metri delfino sarà il più duro della serie, ma quando alla fine scopre il tempo che ha fatto, un bel sorriso le appare sul viso, è soddisfatta del suo lavoro.

Ora ti invito a recarti negli spogliatoi, se sei maschietto non sbagliare strada mi raccomando, dove sentirai il rumore perenne degli asciugacapelli automatici affissi al muro, l’acqua delle docce che scorre inesorabile, armadietti che si aprono e si chiudono.

Ecco che arrivano i primi bambini pronti per la loro lezione di scuola nuoto. Non vedono l’ora di tuffarsi nella vasca piccola cosparsa di giochini colorati che galleggiano. “Agnese, la cuffietta!” grida la mamma alla piccolina col costume rosso e la stellina stampata sul petto che stava già scappando, così l’aiuta ad indossarla. Qualcuno invece piange, in acqua proprio non ci vuole entrare. Giulia ha cominciato a nuotare quando aveva solamente quattro anni, ora ne ha trentatré e fa l’istruttrice, ha l’amore per questo mondo acquatico nelle vene al posto del sangue ed è già pronta all’ingresso ad aspettarli. Basta un suo semplice sorriso ed un bacino sulla guancia che Emanuele ha già smesso di piangere. Qui sentirai ritmi di musica ludici e divertenti, ci saranno tanti “Splash” e “Bravissima” e ancora “Sei stato bravo!”.

Se invece ti rechi presso una qualsiasi piscina durante una giornata di gare, lascio a te lettore la scelta dell’evento, ma se me lo permetti vorrei darti un suggerimento: Roma, Mondiali (segue occhiolino).

Se ti trovi lì dove ti ho detto, allora prova ad indovinare ad occhi chiusi quale batteria sta per partire. Una gara veloce, come un 50 metri stile libero, lo riconosci subito perché sentiresti tanti “Clap Clap” sulle gambe e sul petto. E poi il ruggito del pubblico “Uuuh!” immediatamente dopo lo start del giudice di gara. A proposito dello start, anche questo suono, “Pih!” lo riconosceresti fra mille. Comunque, non preoccuparti se non hai indovinato, ad aiutarti ci sarà sempre il fedele speaker che annuncia tutti gli atleti partenti. Perché non farne un esempio allora: “Per la finale dei 200 metri stile libero donne, in corsia numero 4, Federica Pellegrini, miglior tempo questa mattina nelle batterie” e subito dopo il boato del pubblico che acclama la splendida Divina.

Una gara a dorso la riconosci facilmente perché sentiresti più fischi del solito da parte del giudice di gara e, seguendo il regolamento, gli atleti impiegheranno più tempo a prepararsi ognuno al proprio blocco di partenza. Le bracciate del backstroke sono secche “Pam Pam Pam”, quasi aggrediscono l’acqua con la loro efficacia.

Una gara a rana è un po’ più difficile da riconoscere per un non esperto di nuoto, ma tu invece te ne accorgeresti subito: l’acqua viene spinta dalle gambe con i piedi a martello (sarebbe opportuno dedicare un capitolo a parte a questo argomento) generando un suono secco “Vum… Vum”. E come possono mancare i fischi dal bordo vasca che dettano il ritmo da seguire!

Ed ancora puoi sentire un allenatore che spiega al suo atleta come eseguire il passaggio dei 400 metri stile libero, poco più in là, una ragazza piange perché ha perso la medaglia per un soffio, ma a rincuorarla ci sono i suoi compagni di squadra che la abbracciano, così in un attimo quel misero centesimo di troppo diventa lo stimolo per fare ancora meglio la volta successiva.

Al termine di una gara, dopo il tocco secco sulla piastra “Tap!”, nel bel mezzo del piacevole frastuono da parte del caloroso pubblico, puoi persino sentire distintamente l’urlo del nuovo campione che ha appena battuto il record del mondo e si siede sulla corsia come se quella fosse il trono acquatico appena conquistato sul campo di battaglia, ed una manata sull’acqua simbolo della vittoria “Squash!”.

Il nuoto è l’insieme di tutti questi suoni: rumori, grida, musica, parole, lacrime, sorrisi, ramanzine, congratulazioni, annunci di gara, respiri, ma è anche silenzio quando immergi la testa e senti battere solo il tuo cuore, il silenzio un attimo prima della partenza, il silenzio delle piscine svuotate della loro essenza a causa della maledetta pandemia, che ci ha portato via emozioni, a qualcuno il lavoro e…

Con la speranza che proprio quest’ultimo terribile silenzio venga presto distrutto, spazzato via, sommerso dai magnifici suoni del nuoto.


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Profilo Autore

Stefano Ciollaro
Stefano Ciollaro
Mi chiamo Stefano Ciollaro, sono nato nel 1990 e la mia vita, da sempre, gravita intorno ad un unico elemento, l’acqua: quella salata dei nostri splendidi mari, quella dolce dei laghi, quella che profuma di cloro delle piscine. A tutto ciò si lega indissolubilmente il magnifico mondo del nuoto, che per me rappresenta gioia, armonia, equilibrio.