
LOS ANGELES 1984: LA RIVINCITA DI ROWDY GAINES
16 Marzo 2023Oggi vi raccontiamo la storia di Rowdy Gaines, nuotatore statunitense, che dovette posticipare il suo appuntamento con la storia a causa del boicottaggio del suo Paese nei confronti delle Olimpiadi di Mosca 1980. In quel periodo Gaines era infatti nel fiore della sua carriera e si accingeva ad arrivare in Russia da favorito per la medaglia d’oro.
Poi la politica e gli affari internazionali interferiscono con lo sport, l’annuncio che nessuno della sua squadra avrebbe preso parte a quei Giochi, lo smarrimento, la delusione, la paura di aver perso l’occasione della vita, qualche problema di salute mentale, una laurea, la voglia di appendere gli occhialini e la cuffia, l’intervento del padre, la ripresa degli allenamenti. Tutto in soli quattro anni: da Mosca 1980 a Los Angeles 1984; quando Rowdy si prende la sua rivincita grazie alla sua tenacia e alla furbizia del suo allenatore.
MOSCA 1980 E LOS ANGELES 1984: LE OLIMPIADI DEI BOICOTTAGGI
Il giovane Rowdy Gaines
Ambrose "Rowdy" Gaines IV – questo il suo nome completo - nasce in Florida il 17 febbraio 1959. Da bambino è molto appassionato di sport e, spronato dai genitori, ne pratica diversi. Quando entra in piscina però prova sensazioni nettamente diverse e capisce che ha trovato il suo primo amore.
La sua prima importante apparizione è a Berlino, in occasione dei mondiali del 1978. A diciannove anni, qui, si mette in luce conquistando l’argento nei 200 metri stile libero. Ma soprattutto dà un enorme contributo alle staffette 4x100 e 4x200 stile libero: salendo in entrambe le occasioni sul gradino più alto.
L’anno seguente partecipa ai giochi panamericani, bissando il successo nelle medesime staffette e ottenendo la medaglia d’oro nei 200 stile. I Pan American Games sono per lui una prova generale per le Olimpiadi di Mosca, dove sperava di lasciare il segno e cucire il suo nome sui metalli che più contano per uno sportivo. Chiuderà la manifestazione con ottimi tempi e buone prestazioni, nonché con la convinzione che pochi mesi dopo avrebbe avuto la sua grande possibilità.
La grande delusione
Provate a mettervi nei suoi panni: un ragazzo ventenne che ha dedicato la sua vita ad allenarsi, che è riuscito a migliorarsi di anno in anno fino a diventare il superfavorito per toccare il tetto dell’olimpo. Un sogno.
Non ci vorrà molto a credere che forse questo sarebbe rimasto; solo un sogno. Di quelli che ti svegli con la tachicardia e poi ti accasci deluso sul cuscino quando realizzi che non è la realtà. Deve essere successo così a Gaines, non appena il suo presidente ha annunciato che nessun atleta statunitense sarebbe volato a Mosca.
I suoi sogni infranti per un boicottaggio probabilmente inutile; in nome di un contesto storico-geopolitico forse ignaro ai più.
L’addio ai Giochi di Mosca gli costerà una frustrazione tale da portarlo nel mondo dei problemi legati alla salute mentale.
Una decisione importante
Nell’aprile del 1981 timbra il record mondiale nei 100 stile libero (49”36) – un limite che resisterà per quattro anni.
A questo punto Rowdy Gaines è davanti a un bivio: si è appena laureato all’Università di Auburn e gli si potrebbero aprire le strade del lavoro, ma questo vorrebbe dire ritirarsi dalla vita agonista; poiché all’epoca essere un atleta non era considerato un lavoro.
Gaines decide così di prendersi una pausa di sei mesi dal mondo del nuoto, nell’attesa di chiarire definitivamente il suo futuro.
Il periodo lontano dalla vasca, lo avvicina alla decisione di chiudere con le gare. Il padre però non è convinto e, consapevole del talento del figlio, lo sprona a non lasciare quel mondo che lo aveva reso tanto felice. E che, forse, avrebbe potuto renderlo felice ancora. Nonostante la non partecipazione olimpica.
Rowdy segue il consiglio del genitore e torna ad allenarsi. Obbiettivo i Giochi di Los Angeles 1984.
La scalata comincia dai mondiali di Guayaquil 1982. Nelle terre dell’Ecuador si dimostra ancora uno dei più forti: conquista l’argento nei 100 e nei 200 metri stile libero. E fa la differenza nelle staffette, mettendosi al collo l’oro delle 4x100 e 4x200 stile libero e della 4x100 misti.
Ora mancano due step, i giochi panamericani e la qualificazione a Los Angeles. I primi non vanno così bene come sperava: si prende l’oro nelle medesime staffette sopracitate e nei 100 metri stile libero. Ma nella doppia distanza non va oltre il bronzo.
La manifestazione mette in luce i limiti di Rowdy e lo obbliga di fatto a tentare una medaglia olimpica solo nei 100 stile, l’unica distanza in cui può giocarsela davvero.
Ad Indianapolis conquista il pass per L.A. grazie a otto centesimi. Gli otto centesimi che gli valgono un’intera carriera e gli consegna la possibilità negata quattro anni prima. La possibilità di fare la storia.
La rivincita
Il momento è arrivato: si vola alle Olimpiadi di Los Angeles. La possibilità del riscatto è a un palmo di mano. Ma Rowdy deve vedersela con il connazionale Heath e l’australiano Stockwell, entrambi più forti di lui secondo i media americani.
Qui a fare la differenza è il suo allenatore, Richard Quick. Il quale avverte Rowdy che lo starter – colui che dà il segnale di inizio gara, tale Frank Silvestri – ha l’abitudine di far partire i nuotatori subito dopo che tutti i finalisti sono saliti sul blocchetto di partenza. Senza attente i canonici secondi in più, per dare il tempo di sistemarsi come meglio si crede per eseguire il tuffo.
Gaines fa grande attenzione a questo particolare e fa in modo de essere reattivo alla partenza, così da avere preziosi centesimi di vantaggio sui suoi avversari.
Ai 50 metri si ritrova primo e, nella vasca di ritorno aumenta il proprio margine di superiorità. Toccando in 49”80: è oro e nuovo record olimpico. Il sogno adesso è realtà. Nulla può fermare la sua gioia, nemmeno il tentativo di ricorso dell’Australia, prontamente rigettato dalle autorità.
La vittoria di Gaines nei 100 metri stile è leale, così come lo sono quelle nelle staffette 4x100 stile libero e 4x100 misti.
Il ragazzo della Florida, dopo tanta amarezza, si gusta il meritato successo. Tornando a casa con un tris d’oro olimpico. Un sogno che qualcuno aveva provato a spezzare, per fortuna senza riuscirci.
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Profilo Autore

- 18 anni, studentessa liceale all'ultimo anno. Sei anni di nuoto alle spalle, ora si dedica solo alla palestra. Sogna un futuro da giornalista. Quando non si dispera per aver deciso di iscriversi al liceo scientifico legge o guarda film, sopratutto thriller mentre odia quelli romantici troppo sdolcinati. Se si diploma, dopo frequenterà l'università di scienze della comunicazione. Non vede l'ora di abbandonare per sempre la matematica e di dimostrare che non serve essere raccomandati o particolarmente belli per avere successo.
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