Corre l’anno 1972: il presidente statunitense Nixon è già stato in Cina per riaprire i canali diplomatici tra i due paesi, l’organizzazione terroristica Settembre Nero si è già fatta conoscere per il disastro ambientale causato dall’attentato all’oleodotto di Trieste, i bronzi di Riace sono stati appena scoperti da Stefano Mariottini e a Monaco sono stati aperti i XX giochi delle olimpiadi moderne.

L’edizione di Monaco 1972 è ricordata per tanti motivi: è l’edizione della cometa australiana – tanto splendente quanto fugace – Shane Gould, è l’edizione dell’argento e bronzo di Novella Calligaris che porta le prime medaglie olimpiche all’Italia nel nuoto olimpico, è l’edizione di Mark Spitz 7 volte sul gradino più alto del podio ed è anche l’edizione della pagina buia dell’attentato dell’organizzazione Settembre Nero contro la delegazione Israeliana.

Questo racconto olimpico non riguarderà però nulla di tutto ciò.


I 400 MISTI

E il 30 agosto 1972, a Monaco di Baviera la temperatura non raggiunge i 20°C nonostante la stagione. All’Olympia Schwimmhalle si sta per tenere la finale dei 400 misti maschili. Si prevede una gara accesa ma il favorito è solamente lo statunitense Gary Hall Sr, compagno di allenamenti di Mark Spitz e detentore del WR.

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Il giovane statunitense Tim McKee – secondo dietro al solo Spitz per numero di gare a cui si era qualificato in questa edizione – conosceva e temeva Gary per la lotta all’oro. Dalla sua corsia laterale guardava al compagno di nazionale pensando come batterlo. Nessuno, però, immaginava che la gara avrebbe riservato sorti differenti a questi due atleti.

A centro vasca lo svedese Gunnar Larsson, miglior atleta delle qualificazioni, si candida come sorpresa del vecchio continente dopo aver dominato un paio di anni prima tutte le distanze dei misti in Europa.

Parte la gara.

I 400 misti, lo sappiamo, sono una gara lunga e dura. Gary Hall Sr inizia spingendo forte, cercando di guadagnare quanti più secondi di distacco possibili per mettere in cassaforte la vittoria prima della fine.

Il destino per lui, però, gli riserva un crollo repentino superata la metà gara. Troppe energie spese, chiude quinto cedendo il passo e la lotta per l’oro a Tim e Gunnar.

Tim McKee nuota con più saggezza nonostante la giovane età, all’ultima vasca si ritrova al comando con del margine sullo svedese. Si invola verso l’oro e la gloria. Tocca la piastra e si volta verso il tabellone.

Nel medesimo istante anche Larsson si volta verso il tabellone.

Entrambi gli atleti si vedono attribuiti del primo posto. Esultano, quindi notano che non sono soli. Hanno inizio lunghissimi minuti di attesa per un evento senza precedenti.

Agli spettatori torna in mente Roma 1960 e il caso Devitt – Larson: l’evento che porterà la FINA, già dai giochi di Città del Messico 1968, ad avvalersi delle piastre elettroniche per la rilevazione dei tempi invece che dei giudici cronometristi.

Durante l’infinita attesa i due, McKee e Larsson, si chiesero cosa sarebbe successo, se avessero dovuto disputare nuovamente la gara o cos’altro. Lo svedese addirittura propose di condividere una medaglia ibrida oro-argento.

Dopo svariati minuti arriva l’esito dei giudici. Non più, come a Roma, dubbiosi e in disaccordo ma forti della tecnologia. Il sistema elettronico ha dato il suo imparziale esito:

  • Gunnar Larsson: 4’31”981
  • Tim McKee: 4’31”983

Sbattete le ciglia.

Avete appena passato con gli occhi chiusi all’incirca 200 volte il distacco tra McKee e Larsson.

Un’infinitesima parte di un secondo, di una gara che di millesimi ne contiene centinaia di migliaia, va a definire il confine tra l’oro e l’argento, la gloria e il rimpianto di una bracciata poco fluida o una gambata meno potente.

Non sapevo che loro (i giudici) pensavano di avere la tecnologia per determinare qualcosa nell’ordine dei millesimi di secondo.

Dichiarò Tim McKee in seguito.

Nei 200 misti, pochi giorni dopo, Larsson vinse su McKee senza ulteriori sorprese.

Tim McKee parteciperà nuovamente alle Olimpiadi di Montreal 1976 – l’edizione che vide il boicottaggio da parte di vari stati africani per denunciare l’apartheid – gareggiando nei 400 misti e vincendo ancora una volta un argento, dietro al connazionale Rodney Strachman di 4 decimi.


IL CAMBIO DI REGOLAMENTO DELLA FINA

Nel 1973, dato che pochi millesimi sono una misura così minima che possono essere definiti anche solo da imperfezioni nella realizzazione dell’impianto natatorio, la FINA decise di limitare i crono ai centesimi, limitando la precisione dei cronografi ai fini dei risultati.

Di seguito la modifica come da regolamento FINA (testo tradotto)

Sezione SW 11.2: “Quando vengono utilizzati strumenti automatici, il risultato dovrebbe essere registrato fino al 1/100 di secondo. Quando tempi fino al 1/1000 di secondo sono disponibili, la terza cifra decimale non dovrebbe essere registrata o presa in considerazione per il tempo o il posizionamento. Nel caso di tempi ex aequo, tutti i nuotatori ad aver registrato il medesimo tempo al 1/100 centesimo di secondo dovrebbero essere attribuiti dello stesso posizionamento. I tempi mostrati sui tabelloni elettronici dovrebbero mostrarli fino a 1/100 di secondo.”


I SUCCESSIVI CASI DI EX AEQUO

Grazie alla gara di McKee e Larsson e al loro “ex aequo – non ex aequo” negli anni successivi, Nancy Hogeshead e Carrie Steinseifer con 55”92 nei 100 stile di Los Angeles 1984, Gary Hall Jr – il cui padre gareggiò con Larsson e McKee – e Anthony Ervin con 21”98 nei 50 stile a Sidney 2000, Simone Manuel e Penny Oleksiak con un 52”70 nei 100 stile a Rio 2016, ebbero la possibilità di condividere l’oro, il podio, l’inno e la gloria di una vittoria olimpica.


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Profilo Autore

Lorenzo
Lorenzo
Orami ex studente di ICT e comunicazione a Torino, sono il GEEK del gruppo (quello che cerca di far funzionare il sito). Mi occupo di IT, consulenza, UX & UI. Divido il mio tempo libero tra PC, progetti più o meno utili e sessioni fotografiche (prevalentemente in orari improponibili).