Dalla sua San Casciano, Firenze, abbiamo raggiunto Filippo Megli per parlare con lui di futuro, Tokyo, matricole e i suoi amici Matteo Restivo e Lorenzo Zazzeri . Tra qualche allenamento e qualche prova culinaria, Filippo Megli ci racconta come sta vivendo questo quarantena, in attesa dell’appuntamento più importante, Tokyo 2021. Un pensiero anche per i più giovani che incita a non arrendersi mai!
Ciao Filippo, grazie per aver accettato la nostra intervista. Io partirei da una domanda alquanto banale ma molto importante: come stai?
Io sto bene. Siamo, e sono, chiuso in casa. Cerco di fare quello che si può per “mantenermi in forma”: non perdere troppa massa muscolare o prendere troppa massa grassa, cosa molto facile nel mio caso visto che ora mi sto dando anche alla cucina. Cerco di fare esercizi a casa anche con il nostro preparatore e tutti i ragazzi di Firenze. Proseguiamo la nostra quarantena a casa, limitando tutti i contatti esterni e cercando di vivere meglio possibile. Io ho cercato di trovare anche qualche altro hobby, tipo cucinare e prossimamente mi arriva uno strumento musicale…
Vorrei farti una domanda che (spero) ti faccia sorridere: quanto ti mancano Matteo (ndr. Restivo) e Lorenzo (ndr. Zazzeri)? Vi lega una bellissima amicizia, sui social vediamo sempre un sacco di selfie, storie… insomma, non ci si annoia mai con voi, no?
Partiamo dal fatto che la nostra amicizia si è andata consolidando negli anni. Matteo è stato l’unico a provenire da un’altra città, è venuto qua per studiare Medicina. Io e Lorenzo siamo cresciuti più o meno assieme: naturalmente ci sono 3 anni di differenza d’età, ma il percorso lo abbiamo fatto assieme.
E’ un’amicizia strana, perché siamo tutti e tre completamente diversi. Io sono molto tranquillo, Matteo è esagitato e chiacchiera un sacco, Lorenzo è un’artista e ha dei momenti di down e momenti in cui è super esaltato e tira fuori delle cose che manco te le aspetti. Il nostro legame credo sia difficile da trovare, anche dal punto di vista del nuoto: trovare un team così affiatato, così legato in Italia è difficile. C’è sempre quel tratto di gelosia, di invidia, che purtroppo fa parte dell’uomo.
Noi siamo sempre stati tranquilli e sinceri, non c’è mai stato un momento di difficoltà. Ovviamente ci sono delle cose sulle quali non ci troviamo però parliamo sempre, discutiamo e se ci sono delle cose da dire, le diciamo. Come una normale amicizia.
Questo 2019 ci ha fatto “scoprire” un rivale molto accanito in campo Italia, Stefano Ballo. Come vivi tu questa rivalità con Stefano? Ma soprattutto, ai prossimi Campionati Italiani proverai a riprenderti il titolo Assoluto nei 200 stile libero?
Prima di tutto bisogna vedere quando li rifaranno gli Italiani (ndr.ride). Probabilmente dovremo ripartire da 0 per ricreare uno stato di forma eccezionale, magari come quello di Gwangju dell’anno scorso.
La rivalità con Stefano è una normale e sincera rivalità: siamo amici, l’ho potuto conoscere l’anno scorso a Gwangju dove abbiamo fatto delle splendide gare assieme tra cui la staffetta 4×200 stile libero. Si è andata a consolidare questa amicizia, questa conoscenza. Naturalmente, però, ci si ritrova anche in campo gara da “nemici”. Io ho sempre considerati i miei avversari come delle persone con cui confrontarmi: non c’è astio, non c’è ideologia, non c’è invidia.
Naturalmente ci sta che una volta vinca lui, una volta vinco io, non si può vincere sempre. Soprattutto per come sono fatto io e per la nostra preparazione che non ci porta mai ad avere tanti picchi di forma durante l’anno, ma solo 1/2 picchi per le gare più importanti. Invece, Stefano riesce a mantenere uno stato di forma più o meno elevato per tutto l’anno. E’ stato bravissimo quest’inverno in vasca corta, una vasca che io non sopporto molto. Io mi alleno sempre in vasca lunga quindi ho difficoltà a reggere, soprattutto di gambe, le virate in più.
Poi, ci siamo scontrati anche ai Campionati Italiani in vasca lunga dopo due settimane dalle gare e come si è visto il picco non è rimasto. Il periodo non è stato eccezionale per me: già non ero arrivato al massimo a Glasgow, poi ho dovuto completare questa fase – una fase di mantenimento/scarico – per me è stato troppo.
Un’altra cosa che di solito mi contraddistingue è un migliore stato di forma nel periodo estivo : riesco a perdere un po’ più di peso e quindi a sentirmi un po’ più leggero. E’ tutta una questione di calore esterno e fase stagionale. Tendo ad accumulare un po’ più di massa grassa nell’inverno e a perderla nella fase estiva.
Beh, sicuramente è uno sprono…
Sicuramente! Non sono mai stato abituato a vincere. C’è sempre stato un “Gabriele Detti” di turno, che saluto visto che siamo compaesani (più o meno, lui è di Livorno io di Firenze ma siamo là…), e ora con l’arrivo di Stefano ho un nuovo avversario.
L’anno scorso è stato l’anno della mia ascesa però, naturalmente, devo anche sapere che dietro di me ci sono tantissimi altri ragazzi che in prospettiva possono essere interessanti sia per la 4×200 che dei degni avversari. Speriamo di gareggiare seriamente e tutti in forma, magari su tempi anche interessanti (1’46 e, chissà, magari anche 1’45…).
Tu fai parte di un gruppo di atleti che nel 2016 ha sfiorato la qualificazione Olimpica senza però ottenerla. Senza dubbio Tokyo era – e rimane – il tuo grande obiettivo. Come si fa, ancora una volta, dal punto di vista mentale a ri-azzerare tutto e focalizzarsi su un obiettivo importante che viene spostato?
Nel 2016 sono stato, da un punto di vista, fortunato nella sfortuna: io avevo da fare gli Esami di Maturità e quindi mi sono preparato per fare quello. Naturalmente, in testa avevo l’Olimpiade, speravo di rientrare nel gruppo e di poter fare una gara all’Olimpiade. Ci sono stati dei ragazzi che al Sette Colli, a cui io non ho partecipato, sono andati più forte di me. Io ho potuto dedicarmi allo studio e agli Esami, per puntare all’anno dopo a fare meglio: gestirmi meglio gli allenamenti e l’Università, ripartire da zero, creare uno stato di forma ottimale per l’anno successivo. Avevo un po’ la mente occupata…
Quest’anno è stato un pochino più difficile da sopportare. La qualificazione era, credo, vicina soprattutto perché la 4×200 era già qualificata e resta qualificata. La preparazione c’era, la convinzione e la voglia di gareggiare pure e siamo arrivati a una settimana dagli Italiani che hanno stoppato tutti. Per delle persone che si prefiggono un obiettivo durante l’anno non è semplice.
Magari poi la grinta e la cattiveria vengono fuori comunque, ma non è la strada che preferisco. Preferisco essere tranquillo, lavorare piano piano e raggiungere anche la forma mentale, e poi gareggiare. Queste cose mi danno un po’ fastidio, dal punto di vista della psiche. Anche qui ho avuto fortuna perché ho dei compagni di squadra che sono molto tranquilli da questo punto di vista: è stata una scelta obbligata da parte di tutte le Federazioni e del CIO.
Restando sempre in tema Tokyo e futuro: nelle scorse settimane il Tas ha votato la squalifica per 8 anni per Sun Yang. La mancanza, ai prossimi appuntamenti, di un atleta come Sun apre uno scenario importante anche per te. Come vedi il panorama dei 200 stile libero nei prossimi anni?
Sicuramente la mancanza di Sun Yang rimescola un po’ le carte, anche se di atleti al suo livello forse ce ne potrebbero essere 1 o 2. Si rimescolano le carte non nelle prime posizioni, ma forse in quelle un pochino dietro. Magari qualche giovane che riesce a entrare in una finale come ho fatto io l’anno scorso, che arriva dal nulla, potrebbe trovare quella forza e quella grinta per migliorarsi ancora. Il cambiamento c’è, ma non è così determinante.
La Cina ha un altro bel atleta, Ji Xinjie, che ha fatto la prima frazione della staffetta, è un classe ’97 come me e sta crescendo bene. La loro staffetta subirà una grave perdita: perdere la punta non è semplice.
Tutto questo casino, però, che c’è dietro a Sun Yang fa un po’ male al nuoto. Io non dò colpe, non voglio prendere posizione, però leggere che una persona di un determinato sport risulta con una squalifica fa male all’intero sport.
Ti abbiamo visto duecentista. In campo italiano ti abbiamo visto anche centista e, in occasioni importanti come la Coppa Brema, ti abbiamo visto affrontare anche un 1500. C’è la possibilità, in futuro, di vederti sperimentare nuove distanze?
Io ho cominciato da categoria Ragazzi come 1500ista. Ho vinto una medaglia ai Campionati Italiani sui 1500, nella categoria Ragazzi 2 e 3. Piano piano ho calato la distanza, ho fatto i 400 dove ho vinto qualcosa e poi mi sono stabilizzato sui 200.
Il 200 è una gara un po’ particolare, è proprio distaccata dalle altre, o almeno è difficile fare bene i 200 e altrettanto bene altre distanze (ovviamente poi ci sono le eccezioni, i Campioni). Stiamo lavorando con il mio allenatore per aumentare la velocità di base, quindi spostarci di più sul 100/200. Il 200 è diventato una gara veloce, basata su velocità e anche resistenza, dove tutti nella finale di Gwangju sono passati sotto il 51″5. Solamente io, e forse un altro, siamo passati sopra il 51″5. A livello italiano è un buonissimo passaggio, però a livello mondiale se non hai un buon ritorno – come non sono riuscito a fare io a Gwangju – non riesci a stare accanto agli altri e quindi trovare un pochino di gara con anche solamente la persona che hai affianco. Quindi magari, riuscire a passare un po’ più veloce e tornare come sono tornato l’anno scorso.
La domanda che si aspettano tutti i tuoi followers: cosa è successo ai tuoi capelli? C’è stata una scommessa, giusto?
Non era una scommessa, è stato più un patto. Stavo parlando con un mio amico, che si allena con me a Firenze (si chiama Yassin Aoukaili) e abbiamo pensato ma “tanto non si deve fare nulla in questa quarantena, non vediamo nessuno, vogliamo stare comodi, che facciamo? Ci tagliamo i capelli“. Ha cominciato lui, mi sono svegliato la mattina, ho visto la foto e mi sono rasato.
In questi giorni si sarebbero dovuti svolgere i Criteria (ndr. i Campionati Italiani dedicati agli Juniores) che, ovviamente, sono stati anullati. Una delle nostre collaboratrici ha pubblicato, proprio ieri, un articolo sull’importanza – per i più giovani – di non arrendersi. Che consiglio ti senti di dare su come affrontare questo periodo e, più in generale, su come affrontare le sconfitte e i vari “alti e bassi” della vita….
Io non sono mai stato abituato a vincere. Per gran parte della mia carriera sono stato abituato ad arrivare dopo, ad essere tra i perdenti. Forse questo mi ha dato la forza di non mollare mai e trovare il modo per andare avanti: che sia stato la voglia di arrivare a battere qualcuno che andava più forte di me, non per forza dover puntare alle stelle. Puntare il diretto avversario, poi puntare uno un po’ più forte e così via per arrivare al Record Italiano e essere primatista italiano. Non tutti, naturalmente, possono o riescono ad arrivare a questo livello, ma quello che non deve mancare è la voglia di provarci. Quando perdi la voglia di provare, di spaccare, è lì che si va a concludere la carriera.
C’è da dire che questi giovani, questo momento particolare non lo avevano mai provato. Si son fermati tutti nella stessa maniera. Io e anche gli altri ragazzi di Firenze siamo fermi dal 10 marzo, quindi se siamo fermi noi e riusciremo a riprendere noi, ce la faranno anche loro. Forse loro hanno anche la fortuna di essere giovani e di avere prospettive di miglioramento che, grazie a questo stop, possono manifestarsi meglio. C’è uno stop dal punto di vista fisico, ma c’è una ripresa dal punto di vista energetico e psicologico, perché uno rilascia tutto lo stress e le energie che aveva dato per il nuoto, riprendendole e magari rafforzando quella psiche che poi aiuterà nella ripresa della carriera sportiva.
Il periodo di stop, inoltre, causerà – o almeno sta causando a me- una grandissima voglia di tornare in acqua e questo permetterà, magari, una dolce ripresa o un miglioramento degli allenamenti, perché comunque sai che senza nuotare ti senti incompleto, non ti senti a tuo agio.
Parlando di “Criteria”, come sono stati i tuoi primi Campionati Giovanili? Com’era la tua matricola?
Io sono stato fortunato perché vivendo in una dittatura, dittatura dal punto di vista della Società, non ci è mai stato permesso di fare le matricole, quindi io non sono stato matricolato. Però da poco tempo, solamente a chi vuole, noi facciamo la matricola, con un semplice taglio di capelli, cercando di renderlo il più ridicolo possibile.
Ringrazio Filippo Megli, a nome di tutto lo staff di Nuoto uno Stile di Vita, per la sua disponibilità e la gentilezza mostrata. Ringrazio, inoltre, tutto il Team che ha collaborato alla stesura di questa intervista!
Per altre interviste ↓
- INTERVISTA A ILARIA CUSINATO E SHANE TUSUP
- INTERVISTA A MARTINA CARAMIGNOLI
- INTERVISTA A RACHELE CERACCHI
Per rimanere sempre aggiornato e ricevere tutte le news in anteprima puoi seguirci sui social, iscriverti alla nostra newsletter, o iscriverti al nostro canale Telegram. Contenuti speciali, articoli, video e podcast! Che aspetti?
→ FACEBOOK
→ INSTAGRAM
→ TELEGRAM
Appassionato di nuoto?
Profilo Autore

- Laureata in Scienze Linguistiche, è entrata in piscina per la prima volta alla tenera età di 3 anni e da quel momento non se n'è più andata. Aspirante giornalista e intervistatrice per diletto, le piace parlare (dicono sia anche logorroica) e vivere di emozioni. Lo Sport è così importante che ha scelto un Master in Sport Digital Marketing & Communication.
Altri articoli dell'Autore
PRIMAVERILI 202516 Aprile 2025NUOTO, ASSOLUTI PRIMAVERILI 2025: I RISULTATI DELLE FINALI, DAY 4
PRIMAVERILI 202516 Aprile 2025NUOTO, ASSOLUTI PRIMAVERILI 2025: I RISULTATI DELLE BATTERIE, DAY 4
PRIMAVERILI 202515 Aprile 2025NUOTO, ASSOLUTI PRIMAVERILI 2025: SARA CURTIS RECORD ITALIANO NEI 100 STILE LIBERO
PRIMAVERILI 202514 Aprile 2025NUOTO, ASSOLUTI PRIMAVERILI 2025: I RISULTATI DELLE BATTERIE, DAY 2